Recensione Fabbricante di lacrime di Erin Doom Parte 1
- Darth Fener
- 27 gen 2021
- Tempo di lettura: 83 min
Aggiornamento: 27 gen 2021

Titolo: Fabbricante di lacrime
Autrice: Erin Doom
Data di pubblicazione: 20 Dicembre 2020
Pagine: 596
Trama: Fin da bambina Nica ha sempre desiderato soltanto una cosa: avere una famiglia.
Quando a diciassette anni qualcuno decide di adottarla, quel desiderio diventa realtà e il suo sogno sembra finalmente realizzarsi. Nica è docile, buona e colma di una speranza che la porta a vedere il meglio nel mondo, ma il destino vuole che insieme a lei venga portato via anche un altro orfano, Rigel, l'ultima persona che Nica vorrebbe come fratello adottivo.
Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare chiunque, ma il suo spetto angelico cela un'indole spietata, oscura e a tratti folle da cui Nica si è sempre tenuta alla larga.
In lui c'è qualcosa di incomprensibile che ha sempre reso il loro rapporto difficile e inconciliabile, e anche se le loro anime sono legate da un passato comune di dolore e mancanze, la convivenza tra loro sembra impossibile. Eppure, nonostante Rigel rappresenti in tutto e per tutto il lupo della favola, Nica è determinata a non arrendersi e a proteggere il suo sogno da qualsiasi ostacolo.
Persino quando quell'ostacolo ha due occhi neri e uno sguardo bruciante.
Persino quando la guarda in quel modo...come se desiderasse divorarla.
Disclaimer: Prima di iniziare, vorrei fare un breve disclaimer in modo da rendere chiaro il format. Non ho nulla contro la persona che ha scritto questo libro, mi limito a giudicare l'opera. Se il libro in questione vi è piaciuto, sono felice per voi. Prego a chiunque legga questa recensione e si trovi sul mio blog di mantenere l'educazione e il rispetto, esattamente come farò io. Grazie.
Detto ciò possiamo pure procedere.
Recensione: Mi sono avvicinata a questo libro attirata dalle recensioni positive. Complice anche il fatto che avesse spopolato in tutti i gruppi Facebook sui romanzi di cui sono membro. Perciò, ho iniziato a leggerlo con delle aspettative spropositatamente alte e con le migliori delle intenzioni. Questo significa che la volontà di apprezzare questa opera scritta dall'emergente scrittrice Erin Doom, c'era. Tuttavia, mi rincresce dire che mi trovo estremamente in disaccordo con tutte le recensioni che ho letto su Amazon del libro in questione. Metto le mani avanti e vi avviso subito che questa mia recensione sarà molto dettagliata, ma tranquilli, mi preoccuperò di avvisarvi quando inizieranno gli spoiler e di fare un sunto non-spoiler per chi, magari, fosse interessato ad addentrarsi in questo girone infernale. Ho trovato Fabbricante di lacrime estremamente offensivo, sotto svariati punti di vista. Ho riscontrato una ridicolizzazione esagerata delle figure professionali e in generale degli adulti, dei disturbi mentali, delle violenze, dei traumi e di chiunque ne abbia subiti. Mi sento di dover scoccare subito una lancia a favore della scrittura dell'autrice e del suo lessico, perché è la cosa, forse l'unica, che mi ha colpita in positivo di quest'opera. Preferisco dire subito cosa mi è piaciuto, così posso passare oltre, perciò sì, la scrittura di Erin mi è piaciuta nonostante spesso e volentieri si sia ahimè persa in vaneggi continui e in ripetizioni esasperanti. Complessivamente, l'ho apprezzata. Entrerò poi nel dettaglio per quanto riguarda la ripetitività e di ciò a cui mi riferisco di preciso. Prendetevi qualche snack e preparatevi una tazza di tè perché qui, di cose da dire ce ne sono parecchie. Pronti?

Dunque, il libro racconta la storia di Nica, una ragazza rimasta orfana all'età di cinque anni che è cresciuta sino a divenire diciassettenne all'interno di un istituto, il Grave. Nica ha sempre sognato di essere adottata e di avere una famiglia, la possibilità di avere la favola perfetta. Ci viene parlato, sin dal prologo, del Fabbricante di lacrime. Questo omino che, secondo una leggenda con cui i bambini di questo istituto sono cresciuti, si occupava di confezionare lacrime per un mondo popolato da persone prive si sentimenti. Tuttavia queste lacrime contenevano "rabbia, disperazione, dolore e angoscia". Si tratta di una leggenda che veniva narrata in questo istituto per spaventare i bambini, una sorta di alternativa al comune uomo nero e, sin dalla prima pagina, ci viene detto che per Nica questa non è mai stata una leggenda, che per lei il fabbricante di lacrime è sempre esistito e porta il volto di Rigel.
Rigel è il protagonista maschile della storia, anche se per certi versi mi sentirei quasi di definirlo l'antagonista, ma sul perché di ciò ne parlerò in seguito. A differenza della protagonista, lui è nato e cresciuto al Grave perché è stato abbandonato davanti ai cancelli dell'istituto, quando aveva solo pochi anni di vita. Il suo nome gli è stato dato dalla tutrice del Grave che ha deciso di dargli lo stesso nome di una stella, più precisamente una delle stelle che compongono la cintura di Orione. Nica e Rigel vengono adottati, con grande disappunto di lei, dalla stessa famiglia e da qui si snoda la trama; e tutto ciò che ne comporta. Allora mi sento di iniziare con il dire che in questa storia vi sono punti di vista alternati. Non vi parlo di capitoli scritti a turni dal punti di vista di lei o di lui, no no, sarebbe stilisticamente troppo semplice. Qui leggiamo 12 capitoli (149 pagine) seguendo i pensieri di Nica e poi, boom, nel tredicesimo piombiamo nella testa di Rigel. Ci tengo inoltre a precisare che questi POV sono scritti in terza persona, mentre gli altri (quelli di Nica) sono riportati in prima persona. Ci ritroviamo così ad avere davanti una scelta stilistica estremamente opinabile e ingiustificata da parte dell'autrice di farci conoscere i pensieri di Rigel per vie traverse, vai a capire perché.
Voi penserete che quindi dal capitolo 12 in poi ci saranno i punti di vista alternati. Invece no perché i pensieri di Rigel compaiono sino alla fine con una casualità estrema, talvolta anche più volte all'interno dello stesso capitolo, senza seguire alcuna logicità. Non si scrive così. Bisogna scegliere: o la terza o la prima persona, non entrambi perché vuoi fare l’alternativa.

Ci sono anche frasi di autori del calibro di William Shakespeare all'inizio di ogni capitolo, o meglio, quasi, ogni capitolo. Perché ogni tanto compaiono citazioni proprio dell'autrice: Erin Doom. Immaginate la mia faccia quando ho visto che magari nel capitolo prima c'era una citazione Pablo Neruda o di Honoré de Balzac, e dopo una di Erin Doom.
Altra scelta stilistica che mi ha fatto storcere il naso: i puntini di sospensione. Sono stati uno dei miei incubi peggiori durante la lettura, un uso esagerato e spesso assolutamente non necessario dei puntini di sospensione che ci portiamo avanti dal prologo all'epilogo, con un' insistenza talvolta angosciante, soprattutto nei dialoghi. Per non parlare dei pensieri e dei concetti ridondanti fino all'inverosimile. Il più frequente? il parallelismo tra Rigel e il lupo. Vi giuro che quando ero arrivata ad uno degli ultimi capitoli di questa storia, ho davvero pensato di impazzire. Il fatto che Rigel fosse il lupo della storia. Infatti il fulcro del libro è la favola. L'autrice riporta sin dal prologo la leggenda che da il nome alla sua opera, tuttavia sembra proprio che l'attenzione sia più focalizza su un'altra storia. Una storia che parla di lupi e bambine, sì perché qui Nica parla di se stessa come la bambina della fiaba, mentre Rigel è il lupo. Non sto scherzando quando vi dico che questo concetto martella il lettore dall'inizio alla fine, con frasi tipo: " << Tu che sei così aggrappata al tuo lieto fine, hai abbastanza coraggio per immaginare una favola senza lupo? >> ; " Perché in tutte le favole il lupo muore, ma non in questa";" Ora, io vi invito a fare una breve mente locale di tutte le favole che conoscete in cui l'antitesi è il lupo.
Avete pensato a Cappuccetto rosso vero? Questo comprova la mia tesi secondo la quale il fatto che in questo libro venga ribadito più e più volte che in tutte le storie c'è il lupo cattivo, non ha senso. In quasi tutte le favole, infatti, soprattutto le più famose, c'è la strega cattiva, ma di storie in cui si parla di lupi io ne ho sentite ben poche da bambina. Non so voi. Se lo scopo di Erin Doom era quello di portare il lettore a capire che Rigel è il "cattivo" della fiaba, beh, direi che ha scelto l'esempio sbagliato. Questo mi porta automaticamente a parlarvi di quelli che sono i personaggi di questo libro. Parto con il dirvi che i protagonisti sono il fulcro di tutto e ogni cosa qui ruota attorno alla loro storia d'amore, ogni singola cosa, parola di marmotta, anzi, di lupetto.
Dunque Nica è praticamente Biancaneve: parla con gli insetti e gli animali, è buona fino a risultare spesso stupida ed inverosimile e sorride sempre, giuro che non sono io a dirlo ma è proprio così. Infatti Nica porta il nome di una specie di farfalla, i suoi veri e defunti genitori erano due biologi e hanno scelto per lei questo nome. Ovviamente, poteva una persona che porta il nome di una farfalla essere invece che delicata, dotata di uno spigliato senso dell'umorismo, oltre che il carattere forte e deciso di chi non si fa mettere mai i piedi in testa? Certamente no. Nica ha due grandi occhi grigi che dai bambini del suo istituto venivano definiti "del colore del cielo che piange; grandi, splendenti, come diamanti grigi"

Che bambini c'erano in questo istituto? Bambini che sanno cosa sono dei diamanti grigi...ok. Preparatevi perché è pieno di dialoghi senza senso, o meglio, inverosimili. Dialoghi in cui le persone parlano come dei fantocci o dei libri stampati, quasi senza alcuna differenza rispetto a quello che viene riportato nella prosa. Cosa che personalmente mi ha un po' infastidita perché è veramente poco credibile che qualcuno parli così, soprattutto dei diciassettenni. Tornando a Nica, oltre la sua gentilezza assurda, un'altra sua caratteristica è l'amore che nutre per gli insetti e gli animali in generale. Tanto da parlare con loro e confidarsi con le "sue creaturine" come se potessero capirla. Questo è un tratto caratteristico che la distingue e viene ribadito più e più volte quanto sia strano. Personalmente non la trovo una caratteristica così peculiare, io parlo con i gatti che vedo per strada anche se non li conosco, ma a sarò strana pure io a sto punto. Ad ogni modo, Nica prova un amore così forte verso gli animali da prendersene cura se sono in difficoltà. Nonostante a volte questo le procuri delle ferite sulle dita che lei si preoccupa sempre di coprire con i suoi amati cerotti colorati. Tenete a mente questa cosa perché poi ci ritorneremo. Lei mi ricorda un po' una mia amica che si è laureata in veterinaria che ha salvato un corvo perché aveva l'ala spezzata e l'ha portato a casa con grande disappunto di sua nonna. Nica è così: se un animale soffre, lei lo deve aiutare, è più forte di lei. Inoltre è gentile con chiunque, anche chi la tratta di merda. Ha un viso d'angelo ed è un angelo, ovviamente. Così buona da dare la nausea, così buona da non essere vera, così buona da non riuscire a difendersi mai. Ha incollato addosso il ruolo della donzella in pericolo e se lo trascina dietro per tutto il dannato libro e ovviamente a correre in suo soccorso è sempre il famigerato lupo, Rigel, oppure una delle sue due amiche: Miki. Lei ovviamente è il soggetto delle fantasie perverse di tutti i ragazzi che compaiono all'interno di questo libro, eccezion fatta forse per un paio di comparse verso fine libro. Il protagonista non è escluso da questa cerchia di perversioni mentali, mi spiace. Ecco chi mi ricorda! Giselle! quella di Come d'incanto, ve la ricordate? Ma se possibile, più buona ed innocente, è possibile?

Passiamo a Rigel, lui è...come posso descrivervelo? Avete presente Light Yagami? Bello, intelligente, affascinante, simpatico, talentuoso, elegante, atletico. Se qualcuno di voi ha visto Death note sa perfettamente di cosa parlo. Ecco lui è la sua versione sfigata. Mi spiego, a Rigel vengono affibbiati un sacco di aggettivi, soprattutto misterioso e purtroppo per me più si ribadiva quanto lui fosse misterioso e affascinante e meno lo diventava. Inoltre si dice spesso che lui sia sarcastico e simpatico, in realtà fa battute solo a fine libro e non mi hanno fatto manco ridere, però magari questa è una pecca mia. Forse io ed Erin abbiamo due concetti di simpatia troppo distanti. Dicevo, lui è il bel tenebroso di turno. Ha l'aspetto di un angelo caduto e il carattere del demonio praticamente, tralascio quanto sarebbe stato interessante vedere un ragazzo dall'aspetto così tetro con un carattere dolce ed affabile, purtroppo siamo destinati a leggere di ragazze angelo e ragazzi demone in eterno. Ecco, mentre Nica l'ho veramente odiata, lui mi ha fatto a tratti tenerezza perché purtroppo è senza personalità. Lo dico per un motivo ma non potendovi farvi spoiler, astengo dal dirvi il perché. Vi posso solo dire che nella sua testa lui è la reincarnazione del diavolo. C'è un motivo valido? SPOILER: no. Poi è bello in maniera esagerata, tanto che chiunque lo veda rimane completamente incantato da lui rasentando la fantascienza, lo giuro. Cose dell'altro mondo, nella parte spoiler entrerò più nel dettaglio sull'argomento, ma ora non mi dileguo troppo sul topic. Poi vabbè lui si chiama Rigel Wilde ed è subito nomi censurati della Mediaset tipo Joey Wheeler di Yu-Gi- Oh.

Tutti gli altri personaggi sono poco più che figurine e spesso e volentieri non hanno una funzione all'interno della trama, al punto tale che se venissero rimossi non cambierebbe assolutamente nulla. Tornando alla trama c'è decisamente troppa carne al fuoco. Presto scopriamo che sia Nica che Rigel hanno qualche scheletro nell'armadio, qualcosa che nascondono e di cui hanno paura come del mostro sotto il letto (e non solo loro). Tuttavia, come vi ho già accennato questa storia ruota completamente attorno alla storia d'amore fra i due protagonisti, i traumi sono solo una sorta di effetto collaterale, un plot device tramite cui rendere la narrazione più interessante, infatti non vengono affrontati nella dovuta maniera. Gli argomenti introdotti sono buoni e avrebbero potuto essere interessanti, ma purtroppo sono trattati peggio che all'acqua di rose o addirittura non trattati affatto. Ci sono dei buchi di trama grossi come dei crateri e un'introspezione psicologica trattata con i piedi, detto onestamente. Mi spiace, ma per quanto mi riguarda certi argomenti delicati se introdotti devono essere affrontati nella dovuta maniera e questa non la è, mi rincresce dirlo perché avevo aspettative elevate, ma è così. Comunità LGBT introdotta a caso e trattata male; traumi che non vengono visti come tali; violenze non denunciate; manie ossessive non viste come tali; molestie sfruttate come espedienti poracci per il nulla più assoluto; introspezioni psicologiche inesistenti. Non è così che si parla di temi delicati e io sono stanca delle persone che non trattano i disturbi mentali nella dovuta maniera o dei libri che ridicolizzano le figure professionali e quelle adulte.
Lui che è un maniaco, perché ha chiaramente un'ossessione per lei a tratti inquietante, drammatico anche oserei dire. Sono stanca dei libri ambientati nella realtà, ma che di verosimile hanno ben poco. BASTA.
Mi sono dileguata fin troppo per la parte non spoiler, se siete interessati vi consiglio vivamente di proseguire con la lettura della recensione anche nella parte spoiler. Fidatevi che vale il vostro tempo e vi risparmia la lettura di ciò che viene riportato in questo libro e che mi ha fatta incazzare e non poco svariate volte. Preparatevi, allacciate le cinture, si parte con gli spoiler e tutto ciò che mi ha DISTURBATA di questo libro.

SPOILER:
Dunque il libro inizia con l'affidamento preadottivo di Nica e Rigel. Sin dai primi capitoli capiamo quanto poco sia felice Nica del fatto che con lei sia stato adottato anche lui. Infelicità che sembra ricambiata, dato che non appena i due mettono piede nella loro nuova casa Rigel si preoccupa subito di imporre a Nica di non entrare nella sua stanza. Tutto ciò fa molto " l'ala ovest è proibita”.
Presto ci viene detto da Nica che Rigel, a differenza sua, non è rimasto orfano ma che è stato abbandonato dai suoi genitori davanti alle porte del Grave. Ci viene riferito subito che lui è stato amato profondamente dalla tutrice che lo ha trovato e che addirittura, fosse trattato da lei come un figlio. Tanto che è stata proprio lei ad insegnargli a suonare il pianoforte e viene descritto come un ragazzo impeccabile, bello e bravo con voti sempre eccellenti. Il bambino che tutti vorrebbero. Però Nica ci dice che lei ha sempre visto sotto quella facciata, perché con lei si è sempre comportato in modo peculiare.
“Era iniziato tutto un giorno come gli altri, senza che nemmeno mi ricordassi precisamente quando. Mi era passato accanto e mi aveva fatta cadere, procurandomi delle sbucciature alle ginocchia. Mi ero portata le gambe al petto, spazzando via l'erba, ma alzando gli occhi non avevo visto tracce di scuse sul suo volto. Lui era rimasto lì, in piedi, lo sguardo inchiodato al mio all'ombra di un muro di crepe.
Rigel mi strattonava bruscamente i vestiti che indossavo, mi tirava le punte dei capelli, scioglieva i fiocchi delle mie trecce e tra le ciglia umide vedevo un sorriso crudele tagliargli le labbra prima che scappassi via. […] Mi spingeva e strattonava, e io finivo per avere le maniche slargate, ma mai un segno sulla mia pelle, come se non volesse lasciarmi addosso le prove della sua colpa"
Certo ti sbucciava le ginocchia ma non ti lasciava mai un segno sulla pelle, okay Nica. Ci sto credendo. Già qui io ero abbastanza indispettita da sta cosa perché certi atteggiamenti non mi fanno impazzire, però non ci ho dato particolarmente peso perché era solo pagina 14. Ho pensato che con il tempo le cose sarebbero migliorate ed avrei capito...sto ancora aspettando che questo mio pensiero venga soddisfatto. Spoiler: è sempre peggio. Ad ogni modo, proseguendo con la lettura, vediamo i due protagonisti frequentare il primo giorno nella loro nuova scuola e la nostra cara Nica, appena varca le porte dell'istituto scolastico si schianta contro un altro studente. Ci sono quaderni che cadono per terra e lei si china subito a raccoglierli con tutta la premura del mondo, scusandosi con il ragazzo in questione, per poi andare in segreteria per parlarne con la preside assieme a Rigel. Tenete a mente questo episodio perché tra poco ci ritorneremo. Dunque, nell'ufficio la preside si preoccupa subito di complimentarsi con Rigel per i suoi risultati scolastici e per quanto tutto nel suo fascicolo scolastico sia impeccabile. In seguito, ai due viene affidato uno studente che faccia loro da guida all'interno dell'istituto scolastico. Qui, facciamo la conoscenza di una delle due amiche di Nica all'interno di questa storia: Billie. Si tratta di una ragazza sempre allegra, dalla parlantina facile e una profonda passione per la fotografia, tramandatale dai suoi genitori che svolgono la professione di fotografi per riviste come quella del National Geographic. Billie si preoccupa subito di presentare a Nica la sua migliore amica: Miki. Miki è burbera e scontrosa, ma sotto il suo aspetto da Raven di Teen Titans, nasconde un cuore tenero.

Nella mia testa, le due amiche di Nica erano esattamente come Stella e Raven. Miki sempre con il cappuccio alzato sulla testa e quell’aria da odio il mondo; mentre Billie così allegra ed entusiasta della vita da sembrare una bambina dopo aver assunto troppi zuccheri.

Appena le presentazioni vengono fatte, tuttavia, le tre ragazze si accorgono che gli studenti sono particolarmente interessati a qualcosa che sta accadendo vicino agli armadietti.
Vi ricordate il ragazzo contro cui Nica si è andata a scontrare appena entrata a scuola, in perfetto stile Bella Swan? Bene, è stato coinvolto in una rissa e le sta prendendo di santa ragione dal ragazzo nuovo: Rigel.
“ << Si picchiano! C’è una risa agli armadietti! >>
<< Si picchiano? Chi? >>
<< Phelps e il ragazzo nuovo! Cristo, quello gliele sta dando di santa ragione! A Phelps! >>
<< ….Chi mai sarebbe tanto pazzo da fare a botte con Phelps? Solo un incosciente…>>”
Qui scopriamo quindi che, cito testualmente, Rigel sta “massacrando di botte” l’altro ragazzo. A tal proposito, vorrei fare un’osservazione. Dunque, durante la narrazione ci viene detto più volte quanto Nica sia magra, probabilmente sotto peso, perché al Grave non mangiavano molto. Il che mi fa domandare due cose: primo, come fa Rigel ad avere la forza di fare a botte e di massacrare qualcuno che è chiaro sia piuttosto forte? Visto che viene detto chiaramente che solo un incosciente farebbe a botte con lui. Aveva la palestra al Grave? Faceva gli addominali legandosi al letto come Leon? (viene anche detto che questo tizio, Phelps, era appena tornato dalla sospensione per via di una rissa e che quella con Rigel fosse la terza in cui veniva coinvolto); secondo, Rigel dove ha imparato a picchiare? Al Grave c’era anche Rocky Balboa che gli ha fatto da mentore come con il figlio di Creed? Siamo a pagina 26 e già non si capisce un cazzo. Bene.

Vabbè, comunque intervengono i professori che mettono fine a questa rissa e vengono spediti entrambi dalla preside. Preparatevi perché questa è la prima di una lunga serie di risse. A essere precisi, Rigel viene coinvolto in qualcosa come sei scazzottate in 450 pagine. Perciò siate pronti! Perché ne vedremo delle belle. Ah, quanto mi mancavano i picchiatori seriali.
Tra l’latro, Nica e la sua amica Billie origliano la conversazione nell’ufficio della preside che, ovviamente, se la prende solo con l’altro ragazzo. Affermando che Rigel “ non avrebbe mai iniziato una cosa di tale gravità”. Questo ragazzo è già visto come uno stinco di santo, meraviglioso. Ma poi, ha importanza chi ha iniziato? Una rissa è una rissa, li punisci entrambi e stop, fine della questione. Soprattutto devono essere chiamate le rispettive famiglie, aggiungerei. Secondo voi Anna, la madre adottiva di Rigel, dirà qualcosa dopo aver visto che sul viso di sto ragazzino c’è un taglio all’altezza del sopracciglio? Dopo il primo giorno di scuola, per giunta? Ovviamente no.
A proposito di Anna, vorrei poter dire che il rapporto tra lei e Nica sia genuino e realistico. Peccato che se lo facessi, mentirei. Non c’è un vero e proprio sviluppo di questo rapporto, come tanti altri, soprattutto se rapportato all’ammontare di tempo in cui si instaura. Inoltre, Nica impiega relativamente poco tempo ad affezionarsi a lei come se fosse una madre. Stiamo parlando di una ragazza di diciassette anni che vive da orfana da dodici anni della sua vita. Mi volete veramente far credere che nel giro di un mese, sta ragazza veda una perfetta sconosciuta come una madre? Posso capire che lei non abbia desiderato altro per gran parte della sua vita, ma è troppo irrealistico. Chi si affeziona con tanta facilità? Dopo dei vissuti del genere poi…
Tornando alla storia, quando verso sera Nica e Rigel si trovano in cucina insieme da soli. Lei decide, nonostante lui le abbia ripetuto già almeno tre volte di stargli lontano, di avvicinarsi a lui per aiutarlo con il taglio che ha sul sopracciglio. Si mette a fare la crocerossina e imbeve un pezzo di Scottex di acqua e quando si avvicina a lui per posarglielo sulla ferita, lui si scosta bruscamente.
“ << Non toccarmi con questa casualità. Mai >>
<< Altrimenti? >>
Rigel si piegò su di me.
Inclinò il volto e il suo tono profondo arse come veleno con il mio orecchio.
<< Altrimenti…non mi fermo >>”
Io già qui avevo capito quale fosse l’andazzo. Era palese che lui fosse innamorato di Nica, ci avrei scommesso tutti i miei risparmi. Di conseguenza il mio primo pensiero è stato: Rigel è proprio tsundere! Preparatevi perché lui è una drama queen di portata estrema e più tsundere di Piton di Harry Potter. Giuro.

Ad ogni modo, nel capitolo 4 veniamo informati dell’amore che Nica prova verso tutti gli animali, insetti compresi. Veniamo a sapere, per esempio, che all’istituto una volta aveva aiutato un corvo con un’ala spezzata.
Infatti, proprio in questo capitolo, scopriamo che lei ha dovuto mettersi un cerotto azzurro sul dito perché ha salvato una vespa, ma nel processo è stata punta.
“ Ero riuscita a liberare una vespa intrappolata nella tela di un ragno, qualche giorno prima; avevo fatto attenzione a non rompere la maglia finissima, ma non ero stata abbastanza rapida e lei mi aveva punto “
Mi sembra giusto: salviamo la vespa e mandiamo a puttane la fatica che ha fatto il ragno per catturarla. Poi la domanda sorge spontanea: Come cavolo ha fatto a non rompere la ragnatela? Penso che sia una delle cose più fragili di questo mondo e lei è stata capace di lasciarla integra? OK.
In seguito, durante una cena, Nica informa i suoi futuri genitori adottivi che Rigel e lei andavano molto d’accordo all’istituto, che fossero addirittura come fratello e sorella. Tutto al fine di proteggere l’idillio che Nica sta vivendo. Quando Rigel sente questa frase, stringe il ginocchio di lei. Perché chiaramente la cosa lo ha turbato e lei con la scusa di dover andare in bagno, scappa. Lui la segue e ci viene presentato questo scambio di battute che termina con una frase da parte di Nica che mi ha fatto abbastanza ridere.
“ << Non dovresti scappare così. Farai arrabbiare i nostri genitori >> << È un gioco per te? Solo un gioco? >>
<< Hai fatto tutto tu, falena. È così che speri di ottenere la loro approvazione? Mentendo? >>
<< Stai lontano >>
<< Ecco com’è il nostro rapporto…>> mormorò con voce acre.
<< Devi lasciami in pace! Se Anna e Norman vedessero…se loro vedessero…>>
<< Se vedessero che mi disprezzi così tanto…che da me non fai altro che scappare…che non è perfetto come credono…potrebbero cambiare idea, vero? >> << Un giorno capiranno chi sei veramente >>
<< Ah, sì? E chi sono? >>
<< Sei il fabbricante di lacrime >>
Rise di me, il fabbricante di lacrime, con quelle labbra maliarde e i denti scintillanti, e quel suono mi rimase addosso anche quando mi allontanai per il corridoio. “
Lui giustamente ride, perché qua pure io stavo cringiando da far schifo. E lei scappa. Perché qui è tutto un gioco del gatto col topo tipo Tom e Jerry. A volte lui scappa e lei lo segue, a volte il contrario. E per arrivare ad un punto preciso ci si impiega una vita e mezza.
Ad ogni modo, scopriamo nel capitolo seguente che Nica ha paura di qualcosa, grazie alla descrizione di un breve incubo. Quindi capiamo anche che qualcosa nel buio la spaventa abbastanza da portarla a voler dormire con la luce accesa.
Il giorno seguente, Nica si trova con le sue due nuove amiche a scuola e la loro attenzione viene attirata da un gruppo concitato di ragazze che si trova all’entrata dell’aula di musica.
“ Qualcuna di loro allungava la testa per vedere dentro, altre si coprivano la bocca con le mani nascondendo sorrisi complici. Sembravano uno sciame di mantidi religiose “
Ma le mantidi religiose non sono insetti solitari? Vabbè, fa niente. Ovviamente chi c’è all’interno dell’aula di musica? Capitan America? No, Rigel che prova degli accordi al pianoforte.
“ Era splendido. Sembrava un cigno nero, un angelo capace di sprigionare suoni misteriosi e ultraterreni.
<< Che gran pezzo di figo…>>
<< Per uno così io in punizione ci andrei tutti i giorni…>>
Lo guardavano come se fosse un dio, si lasciavano ammaliare dal principe delle favole ignorando che fosse il lupo. Il demonio, in fondo, non era il più bello di tutti gli angeli? “
Ricordate quando vi dicevo che TUTTE le ragazze sbavano dietro a Rigel? Ecco, questo è il primo di una lunga serie di esempi di ciò che vi dicevo. Vi giuro che ogni volta che qualche essere umano di sesso femminile lo vede, sembra essere ammaliato da lui come un serpente davanti ad un flautista. Io capisco sia bello, però rega la decenza dove la mettiamo? Un po’ di contegno, per favore.
Proseguendo con la narrazione, una volta tornati a casa da scuola i due iniziano ad ignorarsi bellamente. A tal proposito vorrei dire che tutte le conversazioni che hanno sti due avvengono lontano da occhi altrui. Qui sorge spontanea un’altra osservazione. Lei ha detto a Norman e Anna che sono come fratello e sorella. Perciò com’è possibile che nessuno faccia domande, o abbia qualche sospetto che lei abbia mentito nel constatare che, in realtà, questi due non si parlano mai e si evitano come la peste? Hanno il prosciutto sugli occhi? Girano con le bende sugli occhi come Sandra Bullock in Bird Box? Vabbè, fa niente.
Comunque ad un certo punto, lei deve andare in bagno quando sta per aprire la porta, qualcuno all’interno la apre al posto suo. Chia sarà mai? Babbo Natale? Rigel, ovviamente. Sì perché questa scena si ripete più volte durante la narrazione e io ero sempre lì che pensavo: Oh, mai una volta che lei apre la porta del bagno e ci trova Norman che sta facendo pipì, o Rigel che fa la cacca. No, sempre lui che ha appena fatto la doccia o si deve fare la doccia. Bello e dannato come Edward Cullen.
“ << Devo passare >> lo informai rigida
<< Avanti >> mi invitò senza spostarsi
<< Perché fai così? >>
<< Così come? >>
<< Lo sai benissimo…Lo hai sempre fatto. Lo fai sempre. Non te lo lascerò fare Rigel. Non rovinerai le cose…mi hai sentita? >>
<< Dillo ancora >> mormorò piano
<< Non ce la farai >>
<< Ancora…>> sussurrò venendo verso di me
<< Non rovinerai le cose…>>
Più lo ripetevo più lui si faceva vicino.
<< Ancora >>
<< Non rovinerai le cose…Non…>>
<< Non te ne accorgi neanche quanto suoni delicata e innocente la tua voce >> […]
<< Il cuore ti batte come un pazzo >> mormorò sull’arteria della mia gola, pulsante del mio battito cardiaco.
<< Per caso hai paura di me, falena? >>
<< Rigel…per favore smettila >>
<< Oh no, no Nica., Tu devi smetterla. Questo tono da usignolo ferito…non farà altro che peggiorare le cose >>”
Qui chiaramente lui sta facendo fatica a tenerselo nei pantaloni e se ne va perché gli stanno impazzendo gli ormoni. Posso dire che il fatto che lui sia chiaramente eccitato dall’innocenza di lei mi inquieta? Magari Rigel è amante del BDSM. Una cosa è certa: lui è troppo tsundere.
Nel capitolo 6, Nica dice questo riferendosi ad Anna, la sua madre adottiva:
“ Era una vera mamma e, anche se non avevo il coraggio di farglielo sapere, mi stavo già affezionando a lei come se fosse già mia “
Posso dire che la facilità con cui dopo 56 pagine lei la chiami mamma o la veda, per meglio dire, come tale mi mette a disagio?
Comunque altra scena in cui Rigel fa la scimmia fra 3…2…1…Via!
Dunque, Anna chiede a Nica di riportare i vestiti stirati in camera di Rigel. Lei ovviamente ha già l’ansia perché lui le ha ordinato di tenersi alla larga dalla sua stanza. Ricordate? L’ala ovest è proibita. Perciò la reazione di lui, quando la vede è più o meno questa:

Poi si sussegue uno scambio di battute imbarazzante:
“ << Cosa della frase “ non entrare nella mia stanza” non ti è chiaro? >>
<< Me lo ha chiesto Anna. Mi ha chiesto una cortesia. Le sto solo facendo un favore…>>
<< Fallo a te il favore. Levati di torno, Nica >>
<< Era solo una gentilezza. Possibile che tu non riesca a capirlo? >>
<< Una…gentilezza? Io non voglio…la tua gentilezza. Io ti voglio fuori dai piedi >>
[…] Era una creatura restia, enigmatica e ombrosa. Un vero lupo. Aveva il fascino della notte, e gli occhi remoti e freddi come le stelle di cui portava il nome. E io…io dovevo smettere di sperare che le cose cambiassero.”
Ma quale lupo? Io direi una scimmia piuttosto. Sentite, fatelo voi a me il favore: Nica, tu mandalo a cagare come farebbe chiunque dotato di un po’ di buon senso; mentre tu, Rigel, sempre dritto e poi a destra per andare a fanculo.
In tutto ciò, lui le dice giustamente che la gentilezza è un’ipocrisia se rivolta a chiunque, e lei non capisce cosa lui stia dicendo. Questo perché lei non connette mai i puntini e vive nel mondo dei Balocchi assieme a Biancaneve e Pinocchio. Così lui le dice:
“ << Io sono il fabbricante di lacrime per te. Sappiamo entrambi cosa intendevi. “ Non rovinerai tutto”, mi hai detto…Io sono il lupo della storia, non è vero? Allora dimmi, Nica: come la chiami una gentilezza verso qualcuno che vorresti solo vedere sparire se non…ipocrisia? >>
Lei comunque non ce la fa perché è già tanto se ha mezzo neurone che funziona, poi vedrete perché lo dico.
Segue poi la prima connotazione temporale di questo libro e scopriamo che siamo a febbraio. In questo capitolo, la nostra cara Nica, mentre sta andando a scuola con Rigel vede una lumaca che percorre la strada tra le macchine che sfrecciano sull’asfalto. Quindi questo genio di Biancaneve cosa fa? Si butta in mezzo alle macchine per prenderla, rischiando di diventare una frittella. Secondo voi chi la salva dalla morte certa? Rigel, ovviamente.
Donzella in pericolo è il motto di questo libro.
In seguito, assistiamo ad una conversazione tra Nica e la sua amica Billie (quella con la parlantina, non quella che assomiglia a Raven)
“ << Sai che giorno è lunedì? >>
<< È…il quattordici? >>
<< E non ti dice nulla? >>
Mi sentii piuttosto ottusa perché, guardandomi intorno, capii che qualsiasi ragazza della mia età sapesse perfettamente che giorno fosse lunedì. Ma io non ero come le mie coetanee, ero cresciuta in un contesto particolare che mi aveva reso estranee anche le ricorrenze più banali.”

Scusa, non ho capito. Ma sai cresciuta in un istituto per minori senza famiglia, non a Narnia. Non c’erano i calendari, dove sei cresciuta? OK. Quindi se andiamo da Nica e le chiediamo che giorno è il quattro luglio, lei è confusa. Tra l’latro viene pure detto che lei andasse alla scuola pubblica nel periodo in cui era la Grave, quindi come fa a non sapere che giorno sia il 14 febbraio? Io boh, evidentemente secondo Erin Doom gli istituti come il Grave sono tipo le prigioni in Turchia.
Ad ogni modo, qua l’amica di Nica ci informa che a scuola loro celebrano il giorno di San Valentino in maniera peculiare. Infatti ci dice che: “ ogni anno un comitato allestisce un padiglione speciale dedicato alle rose. Ogni studente può regalare una rosa in forma anonima a chiunque voglia e ogni sfumatura ha un significato diverso “.
Evito di chiedermi chi paga per tutte ste rose perché è meglio. Dato che se vado dal fioraio, una la pago 5 piotte.
Nica in tutto ciò salva una lumaca che stava strisciando sui jeans di un ragazzo. Questo ragazzo diventerà poi suo “ amico”, poi vedremo. Preparatevi alle assurdità e a incazzarvi.
Prima di passare oltre, vorrei lasciarvi leggere perché dico che Rigel è il soggetto delle fantasie perverse di – quasi – ogni essere umano di sesso femminile di questo libro.
“ Emanava un’oscurità inspiegabile, oltre ad essere bello come un dio, e ogni ragazza nonostante tutto avrebbe voluto lasciarsi inghiottire da quel mistero pericoloso che sprigionavano i suoi occhi”
Sì, Rigel è parente di Apollo praticamente. Ho letto un libro parecchio tempo fa in cui il protagonista era davvero il figlio di Apollo e vi giuro che nemmeno lui era idolatrato in questa maniera così esagerata. E parliamo di uno che era un semi-dio.
In tutto ciò, Nica va a casa di Billie e quando entra nella sua camera nella sua mente descrive la stanza e dice:
“ Ecco che sulle pareti scoppiarono centomila lucine scintillanti, e io trattenni il fiato; serpenti di lucine si inerpicavano sui muri creando un vero e proprio labirinto di fotografie “
Centomila? Centomila lucine? Questa in camera ha un campo elettromagnetico. Quanto paga di bollette della luce la nonna di sta ragazza? Sorvoliamo
Finalmente al capitolo 8, Nica e Anna iniziano a costruire un barlume di rapporto e vanno insieme a fare shopping, per passare del tempo tra loro e legare un po’. Soprattutto perché Nica ha solo vestiti grigi. Vi dico questa cosa perché è uno dei pochi momenti tra Anna e Nica e perché succede una cosa che non ho capito. Praticamente, ad un certo punto vengono raggiunte da Rigel e Norman. Vi risparmio la parte in cui il ragazzo della lumaca (quello di cui vi ho parlato poco prima) incontra Nica dentro un negozio e quel troglodita di Rigel, essendo innamorato di lei a sua insaputa, fa di tutto per mettere a disagio sto ragazzo e allontanare Nica, dicendole che devono andare via.
Passo direttamente alla parte in cui lei si prova un vestito che ha una cerniera sulla schiena. Anna la aiuta ad allacciarlo. Però, dopo aver constatato quanto sto vestito stia bene addosso alla nostra Biancaneve, mentre Nica è dentro al camerino per toglierselo, Anna si allontana per rispondere a una telefonata. Così chi la aiuterà ad abbassare la cerniera del vestito? La fata turchina? Ovviamente Rigel, non poteva essere altrimenti. Solo che la cosa è esilarante perché lei in tutto ciò sente solo una mano che abbassa la zip, ma non vede a chi appartenga, nonostante lei sia dentro al camerino e per antonomasia in tutti i camerini ci sia uno specchio proprio davanti all’entrata del camerino stesso. Giuro che viene menzionato che ci sia anche in questo. Quindi le dinamiche tramite cui lui non venga visto da Nica sono ignote, a meno che lui non sia Dracula di Bram Stoker. Spoiler: non lo è.
Tra l’altro dopo c’è pure una conversazione tra Anna e Nica a riguardo:
“ << Allora tutto bene? >>
<< Sì, grazie…senza di te non sarei riuscita a toglierlo >> ( in tutto ciò mi sono dimenticata di menzionare che Nica sia convinta sia stata proprio Anna ad aiutarla ad abbassare la cerniera)
<< Oh, perdonami Nica, mi hanno chiamato al telefono e me ne sono dimenticata” Non hai fatto fatica, vero? Sei riuscita ad aprirlo? >>
<< Sì…grazie a te >> Dissi ancora. La confusione con cui mi guardò mi stranì ulteriormente”
Cosa ti stranisce? Ti sta dicendo chiaramente che non è stata lei ad aiutarti! Una persona si prenderebbe male e inizierebbe a chiedersi chi cazzo l’ha aiutata a spogliarsi! Lei invece no, perché per Biancaneve va tutto bene ed è tutto normale.

Comunque dopo questa scena, mentre Nica e Anna si trovano davanti alla cassa per pagare. La commessa consiglia a Nica degli abbinamenti per il vestito che ha comprato e le appoggia in vita una cintura. Qui la vediamo iniziare a provare un palese senso di nausea e rifiuto, tanto che respinge la commessa con violenza fino ad indietreggiare da lei con gli occhi sgranati. Intanto lei sente la tachicardia farsi strada dentro di lei, perciò capiamo che le paure di Nica abbiano qualcosa a che fare con le cinture. Io già qui avevo l’ansia di scoprire cosa si nascondesse dentro ai suoi ricordi. Tuttavia lei riesce a riprendere il controllo di se stessa e giustifica la sua reazione con un calo di zuccheri.
Nessuno fa domande? Già una che è rimasta orfana a cinque anni e ha vissuto per dodici anni in una sorta di orfanotrofio, dovrebbe andare dallo psicologo a prescindere. Giusto per accertarsi che non ci siano problemi reconditi. Ma dopo una reazione del genere io una chiamata allo psicologo la farei di corsa. O almeno qualche domanda. Invece niente. OK.
Passiamo quindi al giorno di San Valentino, conosciuto ai lettori di questo libro come Garden Day. Giorno in cui, ovviamente, Rigel riceve una rosa rossa da una certa figa pazzesca che è palese sia una delle ragazze più popolari della scuola. Sta ragazza gli consegna la rosa di persona, ma lui la rifiuta e Nica pensa questo:
“ Tutte lo desideravano ardentemente come se fosse irraggiungibile, un principe nero di una favola senza nome. In fin dei conti Rigel era di una bellezza rara, sottile come una lama e altrettanto letale. E anche quando andava via, si lasciava sempre dietro uno strascico di bisbigli “
Lui non è parente di Apollo. Lui è Apollo.
Comunque, durante una lezione due membri del comitato entrano in classe con dei cestini di vimini per consegnare le rose. La mia mente mi ha subito riportata a Mean Girls: You go Glen Coco!

A fine lezioni, Nica trova una rosa nera dentro al suo armadietto e per fortuna riesce a collegare i puntini e a capire che non è un regalo di Milord, ma di Rigel. Perciò ha una sorta di presa di coscienza e realizza una cosa. Quando lei è andata a casa della sua amica Billie, quella che ha il campo elettromagnetico in camera,
Comunque, a fine lezioni Nica trova una rosa nera nel suo armadietto e per fortuna lei riesce a collegare i puntini e capisce che a regalargliela è stato Rigel. Perciò ha una sorta di presa di coscienza e realizza una cosa. Quando lei è andata a casa della sua amica Billie, quella che ha il campo elettromagnetico in camera, questa le ha scattato una foto. Più precisamente una polaroid e poi gliel'ha regalata, ma incredibilmente il giorno dopo lei non l'ha più trovata. Perciò, appena vede la rosa, Nica la prende e corre a casa per andare in camera di Rigel a cercare questa foto, prima che lui torni da scuola. Ovviamente lei viene sgamata e qui assistiamo ad un altro momento stile bella e la bestia
“ << Ti avevo detto…di non entrare nella mia stanza >> […]
<< Entri nella tana del lupo, Nica, e poi pretendi che non ti sbrani >>
<< Sei stato tu? Sei stato tu a regalarmi questa? >> I suoi occhi caddero sul fiore, secchi e privi d'espressione, e il suo sopracciglio guizzò in alto.
<< Io? Regalare... un fiore... a te? >>
Qua lui poi inizia a staccare ad uno ad uno tutti i petali, con grande dispiacere di lei che inizia a ribellarsi fino ad aggrapparsi al suo braccio, fino a quando cadono tutti e due sul letto di lui. E lei pensa:
”Nel riflesso dei suoi occhi vidi le mie labbra dischiuse, il fiato che mi gonfiava ritmicamente il seno e il rossore che mi mordeva le guance [...]"
Ma in che modo tu vedi tutto questo nel riflesso delle pupille di lui? Quante diottrie hai?
Vabbè comunque nel capitolo dopo abbiamo una conversazione che mi ha fatto imbestialire e non poco. Praticamente, succede che Nica ruba dal laboratorio di scienze un barattolo che contiene uno scarabeo perché la sua indole da Biancaneve non può sopportare che questo rimanga rinchiuso così. Perciò a fine lezione lei va nel cortile della scuola e lo libera, viene poi vista da due ragazze che completamente a caso iniziano a bullizzarla. Al punto tale che le danno un calcio allo zaino e quando lei fa per riprenderlo una delle due le pesta una mano.
Lei in tutto ciò non dice e non fa niente, perché ovviamente ha la stessa spina dorsale delle meduse. Perciò in suo soccorso arriva Miki, ve la ricordate? L'amica che sembra Raven di Teen Titans. Questo perché, come vi ho già detto, è pieno di scene in cui Nica si trova in difficoltà e qualcuno deve aiutarla perché lei è la perfetta donzella in pericolo. Qui c'è uno scambio di battute che mi ha fatta imbestialire.
“ <<Nica >> una voce si intromise tra noi. Era Miki
<< Che stai facendo? >> chiese con durezza
<< Oh, ma guarda chi c'è. Il centro sociale fa un convegno, non lo sapevo. Che tenerezza! Vi organizzo un tè? >> (questa è una delle due bullette che parla)
<< Ho un'idea migliore. Perché non vi levate dal cazzo? >> rispose Miki con tono deciso.”
Qui arriviamo al peggio del peggio perché sentite cosa ha da dire una delle due bullette a Raven solo perché si mette le felpe larghe e gira sempre con il cappuccio alzato:
“ << Non hai qualche vena da andare a tagliare? >>
<< Certo >> Proruppe Miki.
<< Ho la lametta proprio qui, perché non iniziamo con le tue? >>”

Scusa, non ho capito. Come?
Wow ma che simpatica Erin Doom che ci fa questa ironia becera sull'autolesionismo. Scusa dovrei ridere? Ci sono tante cose su cui puoi ironizzare, ma su queste no. Non lo accetto, soprattutto in libro che sembra voler far di tutto per prendersi seriamente, fallendo, tra l'altro, miseramente.
Facciamo dell'ironia sulle persone che si tagliano perché c'è la ragazza dai lunghi capelli scuri che fuma e si trucca tanto? Perché la ragazza in questione si nasconde nelle felpe larghe con il cappuccio e allora questo diventa automaticamente lo stereotipo tipico di chi si auto lesiona? Ma ce la facciamo? Al prossimo giro facciamo anche qualche battuta sui campi di concentramento, visto che ci siamo. O perché no? anche sulle persone che si suicidano. Tanto, ormai.
Andiamo avanti perché altrimenti divento davvero cattiva, ma mi sa che è inevitabile, visto che più si prosegue e più peggiora la situazione. Vi ricordate il ragazzo della lumaca? Ecco, Nica ha una lezione in comune con lui e lei ha dimenticato sul banco il suo libro e dato che lei al suo interno ha scritto assieme al suo nome e cognome anche l'indirizzo di casa, lui si presenta alla sua porta per restituirglielo. Lui si presenta e le fa sapere che si chiama Lionel e mentre i due si conoscono, chi arriva alle spalle di Nica che è intenta a parlare sulla soglia della porta di casa? Ovviamente Rigel che mette in scena un atteggiamento da padre e padrone, o meglio, da King Kong che deve rivendicare la sua supremazia di re dei gorilla:
“ << Ti sei perso? >>
<< No, io...in realtà passavo di qui. Sono Lionel. Vado anche io alla Burnaby >>
<< Lionel mi ha riportato un libro che mi sono dimenticata >>
Fui certa di sentire lo sguardo di Rigel sulla nuca.
<< Ma che gentile >>
<< Io sono un suo compagno di laboratorio. E...tu? >>
<< Non lo indovini? >>
Lo disse in quel modo così tuo, quel modo sagace che instillava il dubbio, come se il fatto di trovarlo lì in casa con me potesse essere aperto a diverse interpretazioni. “
Lei ovviamente in tutto ciò secondo voi interviene per dire che è tecnicamente suo fratello? O per chiedere a Rigel con gentilezza di levarsi dai coglioni e farsi i cazzi suoi? Ovviamente no, sta zitta e aspetta che Rigel chiuda la porta in faccia a Lionel perché a lui non sta bene che qualcuno di sesso maschile parli con la ragazza di cui è palesemente innamorato. Lei è Biancaneve, ve l'ho detto. Così buona da risultare una deficiente. Perché lei ha in testa questa cantilena che le ripeteva la madre, ormai defunta : “ È la delicatezza, Nica. La delicatezza, sempre “
Vabbè, comunque lei fa amicizia con Lionel. Infatti un pomeriggio scappa spaventata da un calabrone nel giardino di casa e a momenti cade per terra come un sacco di patate. Se non fosse che due mani la afferrano e queste mani appartengono a Lionel che passava vicino a casa sua e, sentendola gridare, è entrato in giardino perché era preoccupato. Quindi la salva lui. Ennesima scena di lei che interpreta la parte della donzella in pericolo. E niente, loro parlano mentre mangiano un ghiacciolo e lei pensa:
" Era bello per una volta poter fingere di essere semplicemente normale. Niente istituti, niente tutrici, niente materassi a molle che graffiavano la schiena
Praticamente Nica è cresciuta in un orfanotrofio anni 20'. Poi lei torna a casa e guardando Rigel lei pensa:
" Mi sforzai di ricordare come aveva distrutto la rosa, come mi aveva scacciato dalla sua stanza, come mi aveva sempre ammonito di stargli fuori dai piedi. Ricordai la derisione, la durezza e il disprezzo che tante volte gli avevano intriso gli occhi e mi spaventai delle sensazioni che nonostante tutto non ne volevano sapere di lasciarmi in pace. "Avrei dovuto disprezzarlo. Desiderare di vederlo sparire. Eppure…eppure..."
Qua abbiamo i primi sintomi della Sindrome di Stoccolma.
Ad ogni modo lei lo guarda suonare il piano di nascosto e assiste ad una scena che mi ha messo onestamente i brividi. In questa casa c'è un gatto di dieci anni che si chiama Klaus e questo è quello che succede:
“ A un certo punto, Klaus saltò sul pianoforte. Si avvicinò a Rigel e lo annusò a testa bassa, come se credesse di conoscerlo. Rigel ruotò il viso verso il gatto, poi allungò una mano e lo prese per la collottola per metterlo giù. L'istante dopo le dita affondarono brutalmente nel pelo e Klaus si dimenò soffiandogli addosso, ma non servì a nulla: Rigel si alzò di scatto e lo scaraventò via, graffiando i tasti del pianoforte e rovesciando il vaso di fiori, che cadde a terra con un frastuono assordante."

Cosa scusa? Ma ha lanciato il gatto? Ma tutto okay? No ma lui non sta bene, sta assumendo sempre di più il profilo del perfetto serial killer e tra poco vi dimostrerò perché, in realtà, io sia certa che lui sia un aspirante Michael Myers. Ne abbiamo conferma subito dopo, perché Nica inizia a rivangare un ricordo riguardante una conversazione avuta con Peter, un altro bambino presente al Grave.
“ << Mi fa paura >>
<< Chi? >>
Peter non rispose. Era timido, ossuto, e aveva sempre terrore di tutto.
<< Lui…Ha qualcosa che non va >>
<< Che intendi? >> domandai incerta.
<< È violento. Fa a botte e ferisce chiunque per il gusto di farlo. Ogni tanto lo vedo…Strappa l’erba a manciate. Sembra fuori di sé. La raschia come un animale. È feroce e rabbioso, non sa fare altro che del male. Fa paura >>
<< Tu non hai nulla da temere. Non gli hai fatto mai niente…>>
<< Perché tu? Che cosa gli hai fatto? >>
Mi mordicchiai le cuciture dei cerotti, senza sapere cosa rispondere. Rigel mi faceva piangere e disperare, ma io non sapevo il perché. […]
<< Tu non lo vedi >> sussurrò Peter con voce da spettro. << Tu non lo senti ma io…ero in stanza con lui. Non sai quante cose ha fatto a pezzi senza un motivo. Si svegliava nel cuore della notte e mi urlava di uscire. Lo vedi come sorride, a volte? Lo vedi quel ghigno che fa? Non è come gli altri. È squilibrato e crudele. È cattivo Nica…Tutti dovremmo stare lontani da lui. “
Quindi Rigel la fa piangere e disperare. Dovrebbe tranquillizzarmi la cosa? Tanto per sapere. A me sta cosa inquieta, anche perché lo dice anche un’altra persona che lui è matto frascico. Quindi la cosa è problematica.
Nica e Rigel nel capitolo seguente, hanno l’ennesimo batti becco perché praticamente lui sembra non sentirsi molto bene e lei gli appoggia una mano sulla spalla e gli chiede se si senta bene.
“ << Quante volte ti ho detto di non toccarmi? >>
<< Io volevo solo…assicurarmi che stessi bene >>
<< Perché? Oh, già, perché sei fatta così. È nella tua natura >>
<< Smettila >>
<< È più forte di te vero? Vorresti aiutarmi? Vorresti…aggiustarmi? >>
<< Smettila, Rigel! Sembra che tu faccia di tutto per…per…>>
<< Per? >>
<< Per farti odiare >>
<< E mi odi, falena? >>
<< Sì >> “
In seguito a questa meravigliosa conversazione lui esce di casa e quando torna è completamente fradicio a causa della pioggia e lei si accorge che Rigel ha le nocche spaccate perché, con ogni probabilità, ha fatto a pugni. Ne abbiamo conferma quando lei riceve un messaggio da Lionel in cui le manda la foto del suo viso tumefatto dalle botte. Lionel accompagna la foto da un messaggio in cui afferma che sia stato Rigel a ridurlo a quel modo.
Lei allora lo pseudo aggredisce verbalmente sino a quando lui la " spintona bruscamente indietro" e le morde il labbro.
Qui arriviamo ad uno dei capitoli che mi ha psicologicamente turbata di più: il tredicesimo, ergo, il primo capitolo in cui abbiamo il lusso - o forse no - di stare nella mente di Rigel. Come ho già detto qui, il metodo di narrazione cambia dalla prima alla terza persona. Inoltre all'inizio del capitolo c'è scritto: PLAY ▶ “ Nuvole Bianche ", Ludovico Einaudi.
Già qui mi erano cadute le palle perché una roba del genere proprio non si può vedere. Ad ogni modo, Rigel dice questo:
“ La prima volta che l’aveva vista, aveva cinque anni. […]
Si era girata verso di lui.
E un tumulto vibrante aveva fermato la terra, fermato il suo cuore: a travolgerlo era stato il uno sguardo mai visto. Due cerchi d'argento più sfolgoranti del cristallo. Occhi abbaglianti d'un grigio incredibile [...]
Lo aveva guardato in viso, e addosso portava gli occhi del fabbricante di lacrime.”

Aspetta, aspetta, aspetta. Si è innamorato di lei a cinque anni? Ma va tutto bene? Mio nipote sta per compierne cinque e non sa manco da che parte è girato, a momenti. Volete farmi credere che Rigel invece si è innamorato? Ha la sindrome di Benjamin Button?
Proseguendo con la lettura, entriamo nella mente del serial killer praticamente:
“ Gli avevano detto che l’amore vero non finisce.
Avevano detto la verità.
Era stato inutile provare a scollarselo di dosso. Gli si era appiccicato contro le pareti dell’anima come polline di un miele che non aveva mai chiesto, lo aveva invischiato e impiastricciato senza più lasciargli via di scampo […]
Più la guardava e più non riusciva a smettere di guardarla. […]
La guardava scorrazzare a piedi nudi nell’erba incolta […] E Rigel si chiese come potesse qualcosa di così gracile e insulso avere la forza di fargli tanto male. Aveva rifiutato quel sentimento con l’ostinazione del bambino che era, lo aveva sotterrato sotto organi e pelle cercando di soffocare sul nascere quel seme da estirpare “
Fatemi capire, quindi si è innamorato di lei guardandola? Erin Doom sta iniziando a costruire il profilo psicologico di Joe della serie Netflix You, praticamente. Rigel si innamora di Nica osservando ciò che fa e idolatrandola da lontano, in silenzio. Mi sta iniziando ad inquietare questa cosa…

Andando avanti, è sempre peggio:
“ Il tarlo aveva attecchito ancora di più Aveva scomodato le vene e messo radici. Sembrava spingerlo verso di lei, toccando nervi che lui nemmeno sapeva di avere, e Rigel aveva sentito le mani fremere quando l’aveva spinta la prima volta.
L’aveva guardata cadere e non aveva avuto bisogno di vederla graffiarsi per divorare quella certezza, per berla con avidità. “ Le favole non sanguinano”, si era convinto dopo che l’aveva guardata correre via. “ Le favole non si graffiano le ginocchia”, e tanto bastava per spogliarla di ogni dubbio, brivido e ombra. […]
E il tarlo aveva germogli ora, e petali come denti, e ogni volta che lei rideva affondava un po’ più giù, artigli nel cervello e zanne nello spirito.
E allora Rigel la spingeva, la strattonava, le tirava i capelli così lei smetteva di ridere. Trovava soddisfazione solo per un momento, quando lei lo guardava con iridi spaventate e colpa di pianto – lo faceva sorridere il paradosso di veder disperarsi gli occhi che avrebbero dovuto far piangere il mondo. “
Okay, quindi lui la spingeva e strattonava per punirla in qualche modo del fatto che lo abbia fatto innamorare di lei? Ma Rigel, va tutto bene? Vieni, tesoro, andiamo a fare una visitina dall’analista. Va tutto bene, tranquillo.
Ma stiamo scherzando? Dovrei in qualche modo trovarla romantica questa cosa? No, ditemi voi, eh. Fare del male a qualcuno per punirlo del fatto che ci ha fatto innamorare non è amore, è psicopatia e basta; soprattutto perché se una persona veramente la ami non le fai del male e non la bullizzi costantemente. Anche perché la stessa Nica afferma che al Grave lui la faceva pianger e disperare. Smettiamola di spacciare la violenza per amore perché è concettualmente sbagliato. C’è gente che ci muore per ste cose.
Possiamo avere un po’ di serietà, per cortesia? Non tanto, giusto un briciolo. Non mi interessa che fosse un bambino ( soprattutto perché anche nel presente, a diciassette anni, non mi pare che le cose siano cambiate di molto) , tu hai una psicopatia latente se gioisci nel fare del male ad una bambina o ad una ragazzina. A maggior ragione se affermi di amarla e se, negli anni, comunque la bullizzi verbalmente/psicologicamente, chiaro? Bene, andiamo avanti:
“ Aveva sempre saputo che qualcosa non andava in lui.
Ci era nato con quella consapevolezza Se lo era sentito fin da quando ne aveva memoria; se lo era spiegato così, Rigel, il motivo per cui lo avevano abbandonato. […]
E non lo voleva sapere come lo avrebbe guardato lei, con quel suo animo così limpido e puro, se avesse saputo del malessere disperato che si portava dentro.”
Qua capiamo che lui si senti tipo alla stregua di Hitler per qualche ragione. Quando ci verrà rivelato riusciremo ad empatizzare con lui e capire davvero perché si creda il male del mondo? Spoiler: no.
Anzi; ve lo dico subito così posso contestualizzare le altre paturnie e pippe mentali di Rigel senza dover aspettare uno degli ultimi capitoli. Spoiler: lui soffre di mal di testa cronici. Andrò più nel dettaglio sull’argomento quando arriverà il capitolo in cui questa cosa viene rivelata, ma almeno adesso sapete perché lui parla di un malessere disperato che si porta dentro. Malessere di che cosa? Bro, soffri di mal di testa, non hai un disturbo della personalità multipla, che magari può farti sentire veramente a disagio con gli altri. Soffri di mal di testa. Il tuo malessere direi che è piuttosto il fatto che tu ti sia innamorato di una persona guardandola e che la punisci perché ti se innamorato di lei. ( In realtà ci sarebbe un motivo per cui secondo me lui dovrebbe considerarsi una persona di merda, però ci arriveremo più avanti. È solo un’opinione personale, ovviamente, perché in realtà lui si sente un disastro per i mal di testa, giuro. Poi entreremo bene nel dettaglio di questa cosa, promesso).
Questo capitolo, come vi ho detto, è uno di quelli più inquietanti e gravi. Perciò devo farvi capire sino a che livelli di sociopatia latente si arriva, quindi proseguiamo:
“ A tredici anni le ragazze lo guardavano come se il sole fosse lui, ignare del mostro che si portava dentro.
A quattordici erano girasoli che lo seguivano ovunque andasse, sguardi adoranti e brame crescenti.
Ricordava il languore di Adeline, anche se lei era più grande. La dedizione con cui lo toccava, con cui si piagava davanti a lui – e durante quei momenti Rigel vedeva capelli lunghi e riflessi castani, occhi grigi che con quel desiderio non lo avrebbero mai guardato. […]
E Rigel aveva nutrito il tarlo con ragazze che avevano sempre una sfumatura di lei, una scintilla, un profumo. […]
Il bisogno di lei si era fatto ancora più insopportabile, e Rigel aveva sentito il rancore spezzargli in cocci i pensieri, affinare aculei e spine dentro il suo petto.
E allora Rigel sfogava su Nica la frustrazione di ciò che provava, la chiamava con quella storpiatura del suo nome, falena; la mordeva con parole affilate sperando di ricavarsi un posto nei suoi pensieri, di farle un briciolo del male che lei faceva a lui ogni singolo giorno – lei che lo aveva rovinato, lei che non capiva, lei che mai avrebbe potuto capire. “

Dovrei trovare romantico il fatto che lui vada a letto con ragazze che gli ricordano Nica? È inquietante, Erin, non so me dirtelo. Mi dispiace, ma io qui ci vedo qualcosa di estremamente disturbante e sbagliato. Per non parlare del fatto che lui sfoghi su di lei la frustrazione che prova e che è causata dalla sua scelta di non confessarle ciò che prova. Pronto? Polizia?
Fammi capire: fai le cose, caro Rigel, e poi ti lamenti del risultato? Lo hai scelto tu di “ amarla” da lontano, eh. Non mi pare ti abbia costretto nessuno, perciò diamoci un attimo una svegliata e piantiamola di fare tutto sto vittimismo. È come tirarsi ripetutamente delle martellate sui piedi e poi lamentarsi di avere le ossa rotte.
Ma poi cosa ti sfoghi su di lei a fare? Che senso avrebbe questa cosa, perdonatemi? Rendiamoci conto che lui la sta punendo perché soffre ad amarla, se non è psicopatia questa, non so cosa possa esserlo. Questa cosa è problematica. Non c’è niente di romantico in tutto questo, ma cosa sto leggendo? Amore criminale? Sto leggendo il copione di un episodio di Criminal Minds? Forse è questo quello che sta succedendo.
Per non parlare del fatto che lui afferma di farle del male, di ferirla in qualche modo, in maniera tale da ricavarsi un posto fra i suoi pensieri. Non mi sembra molto sana come cosa, detto in tutta onestà.
Facciamo una prova. Immaginatevi un vostro compagno/a di scuola ( cambiamo anche lo scenario, giusto per far capire che in quietante in qualsiasi caso) passi le giornate a guardarvi e che così si innamori di voi. Immaginatevi, poi, che questa persona si limiti a questo: a osservarvi. Sino a decidere di bullizzarvi un po’, così almeno sa che in qualche modo voi penserete a lei. Lo sentite il brivido lungo la schiena? Bene. Io ho la sensazione di essere una spettatrice di un episodio di True Crime.
In tutto ciò Rigel va avanti a dichiarare il suo sviscerato amore per Nica e a farci capire cosa abbia fatto per lei negli anni, come l’abbia difesa a spada tratta, in silenzio, lontano da occhi indiscreti, dai suoi occhi.
“ Era stato in quel periodo che al Grave che arrivato il ragazzino nuovo. […]
<< Credi che Adeline farebbe anche con me quello che fa con te? >>
<< Vorresti farti un giro? >>
<< Perché no? Oppure Camille >>
<< Camille ha le pulci >>, aveva insinuato Rigel.
<< Oh allora Nica. Quel suo visetto innocente mi fa venir voglia di farle tante di quelle cose…Neanche te lo immagini cosa mi scatena. Credi che si dimenerebbe? Oh, sarebbe così divertente…Scommetto che se le ficcassi una mano tra le cosce non avrebbe nemmeno la forza di respingermi >>”
Non l’aveva sentita la cartilagine che gli graffiava le nocche. Non le aveva sentite le dita, la ferocia con cui avevano raschiato voracemente l’aria e avevano rovinato quel pomeriggio di sole.
Ma si sarebbe sempre ricordato il rosso del sangue sotto le unghie dopo averlo tirato giù per i capelli.”
Lui è entrato in modalità Super Sayan senza accorgersene e lo ha menato. Questo ci porta a quota quattro risse nell’arco di 155 pagine, carino. Mi sono dimenticata di menzionarvi che lui mette le mani addosso anche ad un ragazzo a scuola che lo accusa di averci provato con la sua fidanzata.

Qua abbiamo il primo esempio di un’altra roba che mi ha dato troppo sui nervi: tutti i ragazzi che compaiono in questo libro sono dei trogloditi, tranne lui. Ah, no. Compreso lui. L’unica differenza è gli altri in qualche modo sono pure peggio, tipo questo ragazzino che fantastica sullo stupro come se fosse una cosa eccitante. Bell’idea che ha l’autrice degli adolescenti di sesso maschile, complimenti.
Siccome questo è una sorta di capitolo di redenzione per Rigel, lui sente il bisogno di informarci anche che si è fatto adottare appositamente per stare appresso a Nica. Un gesto disperato perché la prospettiva di vederla andare via era per lui insopportabile. Tu sei malato, fatti curare figlio mio. Perché queste non sono cose normali da fare. È talmente ossessionato da lei che si fa adottare per starle vicino! Per cosa poi? Per romperle le palle e dirle tutti i giorni che non può entrare nella tua stanza, che non ti deve toccare e che ti deve stare alla larga. Ma il senso, dov’è esattamente? Non ho parole.
Ciliegina sulla torta, indovinate? Scopriamo perché questo scemo ha messo le mani addosso al ragazzo con cui ha fatto a botte il primo giorno di scuola. Ve lo ricordate? Quello contro cui si è scontrata Nica. Anche lui, ovviamente, è un depravato e un molestatore di prima categoria. Non avevamo dubbi. Infatti, dopo aver visto Nica, parlando con un amico dice questo e Rigel sente la conversazione:
“ << Hai visto come mi ha guardato? >>
<< No, come ti ha guardato? >>
<< Come se mi stesse implorando di raccogliermi altro…Fidati questa ce lo ha dipinto in faccia. Lo grida con gli occhi. Quelle che sembrano le più santarelline in realtà sono proprio quelle che non diresti mai. Oh, andiamo, vediamo quanto ci metto. Io dico una settimana. Se mi apre le gambe prima il prossimo giro alcolico lo offri tu >> “
Certo, questa è una tipica conversazione tra adolescenti. Questo l’ha vista per trenta secondi e si è già creato una fantasia porno su Nica. Certo. E ovviamente il piccolo, caro, Rigel lo ha picchiato perché questo tizio ha parlato male della sua amata. Sì, va bene Erin. Lui è uno stinco di santo ma nessuno lo sa. È solo una persona fraintesa, non uno che ha chiaramente bisogno di un TSO al più presto.
Di seguito abbiamo una serie di paranoie ossessive su Nica che a me hanno solo dato altri dettagli per costruire il problematico profilo psicologico di Rigel:
“ Si era accorto troppo tardi di amarla di un amore nero, infame, che uccide lentamente e logora fino all’ultimo respiro; e lo sentiva il tarlo che spingeva, che sussurrava parole da dire, gesti da osare, a volte a stento riusciva a tenerlo indietro.
Lei era troppo preziosa per essere rovinata. […]
Nica, a distanza di un respiro, e in quella follia avrebbe voluto dirle che lui la vedeva ogni notte, che nei suoi sogni erano ancora dei bambini e lei aveva sempre un dettaglio luminoso, una luce che la rendeva perfetta.
Che lei era perfetta, perché lui non sapeva immaginare niente di più puro.”
Lui non si capisce di cosa sia innamorato, dato che non le parla mai se non per sminuirla o per farla sentire di merda. L’ha idealizzata completamente e si è innamorato dell’idea che si è fatto di lei. Ha chiaramente una visione distorta di quella che è la persona di Nica. Vede in lei una perfezione fittizia che possa riparare il fatto che lui si senza rotto dentro. Questi non si sono mai parlati, non hai mai condiviso nemmeno un gelato in compagnia, non hanno mai parlato dei loro sentimenti, piuttosto che delle loro paure o dei sogni che hanno. Avrei potuto capire se loro fossero stati quantomeno amici e lui fosse stato zitto per paura di rovinare il loro rapporto, ma non hanno mai condiviso niente! Il fatto che siano cresciuti nello stesso istituto non basta per andare a giustificare un innamoramento del genere. Non è realistico n’è tantomeno normale provare un sentimento così devastante su queste basi.

Andando avanti, Rigel ci spiega cosa sia successo con Lionel e il motivo per cui hanno fatto a botte. In sostanza, quando Rigel è uscito di casa dopo aver morso il labbro di Nica, vede Lionel nei pressi di casa sua perciò iniziano a parlare:
“ << E c’è un motivo, Lionel, per cui te ne sta in questo quartiere come una specie di maniaco? >> “
Il bue che dice cornuto all’asino! Siamo seri? Questo si è innamorato di una ragazza guardandola da lontano sin da quando erano bambini e va a dire al tipo che si aggira nei pressi della sopra citata ragazza che lui è un maniaco? Questo si che mi fa ridere, non le battute sull’autolesionismo. Brava Erin, questo è umorismo.
“ << Credi che non lo sappia? Credi che lei non me lo abbia detto? Tu non sei suo fratello! Non sei niente, proprio un bel niente. Hai finito di girarle attorno come se avessi qualche diritto su di lei! >>
E questo invece? Questo che diritti aveva? Questo cosa ne sapeva di ciò che lo legava a Nica? Cosa credeva di sapere?”
Dimmi, Rigel, cosa ti lega a Nica? I dispetti da bimbo ferito che le fai o tutta l’ossessione che hai per lei? Saranno mica tutte le conversazioni profonde? Ah, no…
“ << E tu, invece, tu che la conosci da un giorno hai diritti su di lei, vero? >>
<< Si, io sì. Mi ha scritto tutto il giorno, dicendomi che non ti vuole più vedere. Mi cerca. Mi cerca, e non fa altro che dirmi che non ti sopporta. Odia dover vivere con te, doverti vedere tutti i giorni. Ti odia profondamente! E…>>
<< Oh, ti parla così tanto di me? Ma che gran peccato perché di te non parla mai. Mai. Sicuro di esistere? >>
<< IO ESISTO ECCOME! Lei mi cerca sempre! E quando tu ti sarai finalmente levato dai piedi…>>
Rigel aveva gettato la testa all’indietro ed era scoppiato a ridere, […]
Perché lo aveva sempre saputo Rigel, che le spine generano altre spine, che ciò che si portava dentro era troppo sozzo e malandato per poter essere voluto da un animo docile e pulito come il suo.”
Questo è un dialogo tra scimmie. Se volete vi procuro una clava. Credo che Shrek sia più romantico, giuro. Almeno quel film ha qualcosa di educativo da insegnare, Qua sembra che si stia parlando di un casco di banane, non di una persona. Poi sembra che a Erin, all’improvviso si sia bloccato il caps lock.
Ma vi sembra un modo di scrivere questo? In caps lock? Non è il Mondo di Patty, cazzo. Non sta iscrivendo sul tuo diario segreto, Erin.
Rigel, tesoro, mi spieghi di cosa stai parlando? Malandato di cosa? Soffri di emicrania, bro, non hai ucciso qualcuno. Per cortesia, anche meno.

Ad ogni modo scopriamo che il primo ad attaccare è stato Lionel. No, non sto parlando di una partita di Risiko. Nessuno ha mosso i suoi carri armati dalla Cina alla Mongolia, anche se qui qualche mongolo effettivamente c’è. È Lionel a tirare un pugno a Rigel e da lì parte la scazzottata sotto la pioggia e questo ci porta al capitolo seguente. Dovete sapere che quando il nostro lupo torna a casa dopo la rissa, lui e Nica si ignorano bellamente e che sono rimasti a casa da soli perché i genitori adottivi sono in un’altra città a partecipare a qualche convegno sugli scarafaggi o una cosa simile. Perché Norman di professione fa il disinfestatore.
Ad un tratto, a Nica viene sete (siamo tornati nella sua testa, mi sembrava giusto farvelo sapere) e quando scende al piano inferiore per prendere un bicchiere d’acqua, trova Rigel svenuto sul pavimento della cucina con una febbre da cavallo. Perciò, lei presa dal panico chiama Anna, che è rimasta bloccata nella città in cui si trova a causa di una tempesta di neve, per dirle che Rigel è privo di sensi. Giustamente, Anna viene assalita dall’ansia, ma trova comunque i nervi saldi per dire a Nica cosa deve fare per fare scendere la febbre di Rigel. In seguito, riaggancia il telefono informandola che cercherà di trovare un modo per tornare.
Nica dopo la telefonata, indovinate cosa fa? Riesce a trascinare Rigel mezzo svenuto su per le scale in modo da farlo stendere sul letto in camera sua.
Viene detto per tutto il libro che lei è mingherlina e quasi sotto peso, mentre lui è alto più di tutti gli altri personaggi maschili all’interno del libro praticamente. Quindi come cacchio fa lei a portarlo a peso morto su per le scale? Si è fatta dare la ricetta degli spinaci che mangiava Braccio di ferro?

“ Mi piacerebbe dire che me lo caricai in spalla e lo portai dignitosamente su per le scale…Non fu così nemmeno lontanamente “
A me invece piacerebbe sapere con chi stai parlando. Così, eh. Giusto per capire. Ma metterlo sul divano, no? Era troppo facile?
“ Riuscii in quell’impresa titanica Con un gesto esausto gli incuneai la testa contro l’addome e gli impedii di scivolare di nuovo a terra: mi piegai rovinosamente sotto il peso delle sue spalle e vacillai su gambe tremanti.
Strinsi i denti per l’affanno. (Ad una certa cadono sull’ultimo gradino delle scale, però poi lei lo riacchiappa. Tenete a mente questo dettaglio perché tra poco ci servirà)
Salimmo a fatica mentre lui sembrava reggersi a stento in piedi […]
Lo trascinai verso la sua stanza, e con affanno sovrumano, con l’ultimo sforzo che sentivo di chiedere ai miei muscoli, riuscii a sollevarlo sul materasso e infilarlo sotto le coperte”
Lei lo mette a letto e da brava infermiera gli da le medicine e lo lascia la calduccio, poi finisce per addormentarsi con lui nel letto per poi svegliarsi il giorno dopo con lui che la abbraccia mentre dorme. Qua succede una cosa che mi ha fatto stare male dal ridere, perché lui in uno stato di dormiveglia, chissà come le fa un succhiotto. Non sto scherzando, le fa un succhiotto, mentre sta mezzo dormendo.
Certo, a chi non è mai successo di fare un succhiotto in stato di semi incoscienza alzi la mano.

Sapete quante volte mi è successo con la febbre di limonarmi il materasso? Una volta, pensate ho persino sollevato il mio gatto credendo che fosse Simba per via dei brividi da influenza, ho anche pronunciato il suo nome con fare solenne. Poi è arrivato Zac Efron a casa mia e abbiamo fatto una sveltina, tutto ciò mentre io dormivo. Incredibile, vero?
“Avevo trovato un piccolo arrossamento quando mi ero guardata allo specchio e speravo con tutto il cuore che con i capelli sciolti non si notasse.
Da qui in poi, Nica inizia a sviluppare una vera e propria attrazione nei confronti di Rigel e nella mia testa tutto ciò lo giustificavo in due modi: primo, lui è figo da fare schifo; secondo, il succhiotto ha risvegliato in lei tutti gli ormoni adolescenziali da diciassettenne quale è e fondamentalmente inizia ad avere certe voglie.
Il giorno dopo, succede infatti che Nica trova Rigel in cucina che deve prendere le medicine per la febbre, perciò si avvicina a lui e gli chiede se lui si ricordi qualcosa di ciò che è successo la notte precedente:
“ Mi sentii avviluppata a quella domanda come se ne dipendessero le sorti del mondo.
Perché…per me qualcosa era cambiato.
Avevo visto Rigel fragile per la prima volta, lo avevo toccato, sfiorato, avvicinato. Mi ero presa cura di lui. Lo avevo trovato umano e disarmato, inerme e indifeso, e persino la bambina dentro di me aveva dovuto abbandonare l’idea invincibile del fabbricante di lacrime e vederlo per ciò che era. Un ragazzo che respingeva il mondo.
<< Ti ricordi qualcosa di quello che è successo? >> Qualunque cosa…sarebbe andata bene qualunque cosa…Tutto pur di non vederlo tornare il lupo che mi teneva sempre lontana…Non capivo cosa mi spingesse in quel modo verso di lui, era come una forza inspiegabile, silenziosa e potente.
<< Oh, beh…Qualcuno deve avermi portato in camera. Immagino di dover ringraziare te per il livido che ho sulla spalla. >>”
Qua iniziamo con la sindrome della crocerossina. Ah che belli questi amore che si basano su succhiotti involontari e infermiere mancate. Nica, ti presento la voglia di scopare, si chiama così questa cosa che ti spinge verso di lui. Non vorrei rompere il tuo idillio, Biancaneve, ma non ti rendi conto che è un ingrato di merda? Vuoi dirgli qualcosa per cortesia? Qualcuno lo può mandare a fanculo, per piacere? Con gentilezza, però, mi raccomando eh. Quale persona non sentirebbe l’istinto primordiale di mandarlo bellamente a quel paese, visto il modo in cui si comporta? Siamo finiti nel mondo delle fate, non c’è altra spiegazione. Vorrei ricordare alla gentile clientela che, in tutto ciò lui la bullizza da quando erano bambini.

Vabbè, fa niente. Lei in tutto ciò è posseduta dallo spirito di Tessa Young e sente il bisogno di ricordare a Rigel che di pastiglie ne deve prender due e quando si accorge che lui non ha abbastanza acqua nel bicchiere, fa per prendere il bicchiere che lui ha in mano e gli sfiora le dita. A quel punto, lui “ritrae bruscamente la mano e scatta in piedi” così il bicchiere cade sul pavimento.
A quel punto, penserete voi, lei si rende conto che lui è un cretino e dopo averlo mandato cordialmente a stendere lo lascia lì a pulire. Invece no, lei si china per raccogliere i vetri e pulisce il pavimento per lui.
Allora: intanto tu, Rigel, ti dai una calmata perché sti scatti che fai tutte le volte che lei ti tocca anche solo per sbaglio sono veramente preoccupanti; quanto a te, Nica, ma un po’ di orgoglio personale no?
Poi saltiamo direttamente nella testa di lui e io ho già l’ansia. Lui pensa che avrebbe voluto controllarsi ma che il fatto che lei lo abbia toccato senza preavviso lo ha destabilizzato al punto di non riuscirsi. Ma che problemi hai? Poi la guarda mentre raccoglie i vetri da per terra, mentre gli chiede per la terza volta se si ricordi qualcosa della notte precedente e pensa questo:
“ Cosa doveva ricordare? C’era qualcosa che si doveva ricordare? E Rigel divenne improvvisamente consapevole di averla in ginocchio davanti a sé. Così, con quegli occhi grandi e un’innocenza che gli spezzò il respiro. Si sentì bruciare di nuovo, stavolta in un punto molto al di sotto del petto. Il tormento gli chiuse le labbra a filo doppio, e lui sentì il bisogno di sottrarsi a quella visione: senza una parola strinse la mandibola e la superò “
Sì, Rigel. Ti devi ricordare di andare dall’analista perché c’è qualquadra che non cosa nella tua testa e nei pensieri disturbanti che fai. Lui si eccita perché lei è innocente e perché è inginocchiata davanti a lui. Ma va tutto bene? Che cazzo di perversione hai in testa? Lui prende e se ne va perché chiaramente non riesce più a tenerlo nei pantaloni. Quotato 1 a 1 che lui adesso va in camera sua e si fa una pugnetta con la foto che le ha rubato.

In tutto ciò, prima che lui lasci la stanza, lei gli confessa di non odiarlo. Sindrome di Stoccolma, ve l’ho detto. Lui le risponde che non deve mentire al fabbricante di lacrime. Sì, okay.
Quando lui ormai s’è dato, lei resta a raccogliere i vetri e pensa:
“ Io non riuscivo a spettare quel filo sottilissimo che ci legava da tutta la vita. E non potevo tornare indietro…Non dopo quella mattina, quando mi aveva impresso addosso sensazioni che mi avevano segnata molto oltre la pelle. “
Nica a te il succhiotto ha fatto uno strano effetto, ti ha fatto esplorare nuovi orizzonti. È chiaro, anzi, cristallino. In tutto ciò io mi chiedo come sia possibile che i genitori adottivi non dicano niente, dopo che questo è la seconda volta che fa a botte con qualcuno e torna a casa con delle ferite sul viso.
Nel capitolo seguente, Biancaneve deve disinfettare il taglio sul sopracciglio che Rigel si è procurato nella rissa con Lionel e dopo essersi avvicinata a lui, gli accarezza la tempia. Voi penserete che, almeno questa volta, lui avrà un comportamento consono e non entrerà in modalità super sayan (Rigel, fidati che ti sto facendo anche un complimento paragonandoti ad una razza umanoide di guerrieri killer. Forse Vegeta è più delicato e meno problematico di te). Invece no, mi sarebbe piaciuto, lo giuro, ma no. Questo è quello che succede:
“ D’istinto…il mio dito scivolò sulla sua pelle e gli carezzò la tempia. Rigel trasalì. Spalancò le palpebre e i suoi occhi saettarono su di me. Mi artigliò la manica e si alzò d’impeto. Il mio fianco sbatté contro il bordo del tavolo: prima ancora che potessi capire, mi ritrovai il braccio sollevato sopra la testa e il suo sguardo inchiodato al mio, sovrastata dal suo corpo. […] Lo sentii stringere lentamente la presa sulla mia manica; le dita stritolarono il tessuto e i suoi occhi caddero sulle mie labbra. “
Da dove comincio? Lei è cretina, perché questa è l’ennesima volta in cui lo tocca, pur sapendo che lui ha sti scatti da psicopatico quando lo fa. Lui invece è matto fracico. Gli ha sfiorato la tempia e lui la prende e la sbatte contro il tavolo. Mi chiedo secondo quali dinamiche lui fa uno scatto del genere e invece di prenderle direttamente il polso riesce a prenderle solo la manica. Forse l’autrice voleva rendere la scena più sobria facendo evitare a Rigel di afferrare direttamente il polso di Nica. Ci è riuscita? Direi di no, visto che lui mi inquieta sempre di più. Addirittura le solleva il braccio e la sbatte contro il tavolo, ma dovrei trovare la cosa romantica? Mi dovrei in qualche modo emozionare leggendo il modo in cui lui si comporta? Si mette anche a stringere la presa! Io chiamo la polizia e gli faccio fare un TSO. Questo lancia i gatti, rega! Chiaramente non sta bene, ha bisogno di aiuto una persona così. Da uno bravo, aggiungerei.

Nica in tutto ciò, invece di dargli una testata sul naso e chiamare qualcuno per farlo aiutare, sta zitta. OK.
Ad ogni modo, in seguito, Nica ci informa che Lionel nell’ultimo periodo l’ha cercata tantissimo: al cellulare, a scuola tra una lezione e l’altra. Tuttavia, si sente a disagio quando sta con lui, perciò ha cercato di prendere le distanze, ma ci viene detto che nel momento in cui lei ci ha provato, lui ha iniziato a cercarla con più insistenza di prima. C’è qualcuno che di cervello sta bene in questo libro, o sono tutti degli aspiranti Michael Myers? Chiedo per un amico. Lei comunque non è che prende Lionel da parte e gli dice “ accanna con sto comportamento perché mi inquieti”, no. Decide di rispondere all’ennesima chiamata che riceve da parte sua e quando lo fa, lui le dice di affacciarsi alla finestra perché si trova sotto casa sua.
Io chiamo il telefono azzurro.
Lui le chiede di uscire, lei rifiuta perché deve studiare e a quel punto Lionel se ne va. Scherzo, Lionel insiste sino a quando Nica è costretta ad accettare (forse questo libro è un saggio scientifico in cui si vuole comprovare che l’uomo deriva dalla scimmia). Dopodiché, i due fanno una passeggiata e Lionel invita Nica a casa sua, la porta nello studio di suo padre e le fa vedere una collezione di insetti sotto vetro. Le indica addirittura la farfalla di cui lei porta il nome, dicendole: “ Si chiama come te!”. Ora, Lionel sa benissimo che Nica prova un amore platonico nei confronti degli animali e degli insetti, voglio dire, le ha tolto una chiocciola dai pantaloni. Inoltre, una delle prime volte che hanno passato il pomeriggio insieme, se non addirittura la prima in assoluto, quando hanno finito di mangiare ghiaccioli, lei gli ha detto che avrebbe tenuto i bastoncini per steccarci le ali dei passeri quando si fanno male. E in tutto ciò lui le mostra una collezione di insetti morti. Che ritardi deve avere uno per fare una roba del genere? È un po’ come portare un vegetariano ad una battuta di caccia. Non c’è un personaggio con più di due neuroni nemmeno cercandolo con il lanternino. Tutti scemi.
In seguito, una volta tornata a casa, Nica e Rigel hanno l’ennesima discussione. Anche qui, io continuo a chiedermi come facciano i genitori adottivi a non accorgersi che questi due non si parlano mai, non escono mai insieme e che se si parlano litigano. Risposta: perché sono delle figurine tipo calciatori Panini.
Comunque, nel loro battibecco, Nica si “arrabbia” e arriva a rivelargli il succhiotto che lui le ha fatto sul collo mentre aveva la febbre.
“ << Lo hai fatto tu, quando avevi la febbre. Nemmeno te lo ricordi >>
<< Non si può certo dire che fossi in me…Non avrai davvero creduto che volessi farlo a te? Di certo stavo facendo un bel sogno prima che tu mi interrompessi…La prossima volta, Nica, non svegliarmi >>.
<< Mi sembra quasi un’armatura questa tua cattiveria. Come se qualcuno ti avesse fatto del male e tu non sapessi come altri difenderti >> Le mie parole lo avevano centrato. Non avrei più creduto alla sua maschera. Più Rigel la indossava, più capivo che non voleva mostrare agli altri ciò che c’era sotto. […] forse un giorno avrei capito il meccanismo complicato che muoveva la sua anima. Forse un giorno sarei riuscita a comprendere il mistero che dava voce a tutti i suoi gesti. Di una cosa però ero assolutamente certa. Fabbricante di lacrime o no…Nulla mi faceva tremare il cuore come lui. “
Ma non puoi mandarlo a fanculo e basta? Ti sta praticamente dicendo che gli fai schifo! Ma no, facciamo della psicanalisi alla buona su di lui, sperando che non abbia qualche attacco di rabbia. Credo ci sia ben poco da capire, lui è tsundere fino al midollo e poi si lamenta che solo nei suoi sogni o nei suoi pensieri più proibiti “invece di cappare da lui” tu “gli corri incontro”. La definizione perfetta di tsundere: Rigel.
Aggiungerei che è pure una drama queen di dimensioni spaziali.

Qua arriviamo ad una delle parti che mi ha fatto più ridere. In sostanza, Anna e Norman hanno invitato a pranzo una coppia di amici che ha una figlia di nome Asia (ricordatevela perché più avanti ci tornerà utile).
Asia rimane molto sconvolta quando vede che Anna ha adottato Rigel e Nica, inoltre si preoccupa subito di far notare il suo disappunto ignorando platealmente la presenza di Biancaneve e rispondendole male.
Tipo:
“ <<Se vuoi darmi la giacca te la appendo…>>.
<< So dov’è l’attaccapanni >>, mi interruppe brusca. “
Se io rispondo così a casa di gente che ci ospita, mia mamma mi tira un cartone che mi fa fare il giro del mondo in ottanta secondi. Qui, come al solito, nessuno dice niente. Ormai lo avete capito, no? A parte Rigel e Nica qui sono tutti lì di contorno. Sono un po’ come le foglie sopra i mandarini: carine, danno un tocco di colore, ma non servono a niente.
Comunque ciò che mi ha fatto ridere non è questo, ma il fatto che a tavola sia presente una salsiera che contiene il condimento per l’arrosto. Nica vorrebbe assaggiarla, ma si trova dall’altra parte del tavolo vicino a Rigel. Perciò lei si mette a guardare lui mentre traffica con sta benedetta salsiera e succede questo:
“ Il composto denso scendeva dal cucchiaio tra le sue dita; con l’altra mano riportò la salsiera al tavolo. Poi…si accorse di essersi sporcato il pollice. Lo vidi portarselo alla bocca con il pugno semichiuso, facendo scivolare il dito sul labbro inferiore, carezzandolo poi con la lingua. Chiuse la bocca attorno al polpastrello e poi lo fece scivolare lentamente fuori, leccandone via la salsa. Mentre tornava a posare il cucchiaio sollevò gli occhi su di me: spiccarono da sotto le sopracciglia, profondi e affusolati, e si accorsero che lo stavo guardando.
<< Nica…Ti senti bene? Sei arrossita, cara >> ”
Qua stavo morendo perché mi sonno immaginata Nica che canta I’m a Slave 4 U di Britney Spears, con tanto di boa sulle spalle e top verde. Comunque mi è sembrata la scena di una commedia adolescenziale dei primi anni 2000 e ho riso per tipo dieci minuti. Gif Aggiungerei anche: Nica, tesoro, ti stai bagnando, cara?

Il pranzo prosegue senza intoppi e i genitori di Asia iniziano a fare qualche domanda a Rigel, spinti dall’interesse che suscita in loro il nome che porta.
“ << Allora, Rigel! Il tuo nome è davvero singolare. Se non erro, c’è una costellazione…si, beh, che si chiama allo stesso modo? >>
<< Non si tratta di una costellazione. È una stella >> rispose misurato.
<< Affascinante! Un ragazzo che porta il nome di una stella…La persona che te l’ha dato ha fatto davvero una scelta curiosa! >>
<< Oh, indubbiamente…Non ha mancato di ricordarmi con quel nome le mie origini remote >> […]
<< Non è per questo >> Non lo avevo sussurrato. Mi morsi la lingua. Troppo tardi.
<< Ha scelto quel nome…perché quando ti hanno trovato avevi più o meno una settimana. Sette giorni…E Rigel è la settima stella più luminosa del cielo. Quella sera brillava più di tutte le altre notti >>.
Va bene, Nica. E tu lo sai perché…? Lei è arrivata all’istituto che aveva cinque anni, quindi parecchio tempo dopo Rigel, quindi chi gliel’ha detta questa cosa? Una lucertola? Soprattutto perché nel primo capitolo dal punto di vista di Rigel ci viene detto che Nica sorrideva sempre, persino quando aveva le punizioni della tutrice impresse sui polsi. Quindi non mi pare che lei con la tutrice ci prendesse il tè delle cinque. Perciò come fa a sapere sta cosa?
Dopo questo pranzo, Nica aiuta un topo in giardino e rimane s scorrazzare sotto la pioggia con un vestito bianco addosso. Quando torna in casa origlia per errore una conversazione tra Asia e sua madre, in cui la ragazza esprime tutto il suo disappunto nell’aver visto che Anna ha adottato due ragazzini. Nel momento in cui queste due stanno per uscire dalla stanza in cui si trovano, Nica, per paura che la vedano, sgattaiola dentro al bagno. Secondo voi il bagno era vuoto? Ci trova Norman in accappatoio appena uscito dalla doccia? Ovviamente no, ci trova Rigel con addosso solo un paio di pantaloni avvolto dal vapore perché si è appena fatto una doccia.
“ Le spalle forti, dai muscoli definiti, sembravano marmo sotto la pelle chiara, e vene evidenti gli percorrevano i polsi lunghi fino agli avambracci. Le ossa del bacino si tuffavano oltre l’elastico della tuta in una V perfetta, e le mezzelune dei pettorali disegnavano un petto ampio, solido e virile, da perdere la testa. […]
Il vestito bagnato mi disegnava la forma del bacino, aderiva alla curva dei fianchi, al mio seno intirizzito, alle cosce fradice a cui era appiccicato con una trasparenza che mi mandò in panico”.
Qua torniamo al film adolescenziale anni 90’/primi 2000 e io sto già volando. Quindi lui è a petto nudo con i capelli ancora bagnati, mentre lei ha un vestito bianco fradicio addosso, credo di aver visto un porno che cominciava nello stesso modo. Lui non si capisce come faccia ad avere un fisico così statuario. Magari la tutrice, oltre ad insegnargli a suonare il piano gli ha anche regalato una serie di attrezzi da palestra per fargli passare il tempo. Magari al Grave, a nostra insaputa, c’era Filottete che ha allenato Rigel per le sue imprese eroiche, credendo che avrebbe potuto renderlo fiero quanto Ercole. Sto valutando di ribattezzare Rigel Megafusto, ma non se lo merita perché non ha nemmeno un briciolo del carisma e della dolcezza di Ercole.

Ad ogni modo, lui le ordina ringhiando di uscire dal bagno, ma lei ha l’ansia di essere vista da Asia e sua madre, così blocca la porta del bagno con il suo corpo e, in seguito, succede questo:
“ << Tu…Tu lo fai apposta…Tu ti prendi gioco di me… >> […]
Affondò il volto tra i miei capelli, nel punto dietro l’orecchio, e poi…inspirò profondamente. Il suo petto si dilatò mentre inalava il mio odore.
Lui serrò i denti. Di scatto strinse i miei capelli e mi reclinò il volto all’indietro, strappandomi un respiro sorpreso. Stavo ansimando e non me ne ero nemmeno accorta.“
La sta annusando? Lei già ansima tipo Anastasia Steel quando vede quel pazzo di Christian Gray ed è palese che tra un po’ si bagnerà ulteriormente. Lui sicuro sta facendo fatica a tenerselo nei pantaloni, perché se si è eccitato vedendola in ginocchio davanti a lui, figuriamoci adesso che è fradicia con un vestito bianco addosso.
Lei in tutto ciò pensa:
“ Il destino ci aveva legati così stretti che ormai non riuscivo più a formulare un pensiero che prima non lo avesse toccato. Ormai non scappavo nemmeno più quando era sul punto di mordermi. La colpa era sua perché dentro mi aveva lasciato impronte che non potevo più cancellare. Sensazioni che non sapevo gestire.” Non ho idea di cosa Nica stia parlando, giuro. Loro non si sono mai parlati, non hanno mai condiviso niente, sono anni che lui la bullizza e tutte le volte che lei anche solo lo sfiora lui ha i suoi scatti da psicopatico. Essere cresciuti nello stesso istituto non basta come base su cui erigere un amore. Che mi state a pià per culo? Nica, tu hai solo voglia. Dai retta.
Vabbè, fa niente. Ad un tratto, una goccia d’acqua cade dai capelli di lui sul viso di lei, colandole sul viso come se fosse una lacrima e lei ci dice ciò:
“ Rigel la guardò scendere, e qualcosa dentro il suo sguardo si spense. Le sue iridi si adombrarono come diamanti impolverati e persero la loro lucentezza. Tornammo bambini. Nei suoi occhi vidi quel momento ripetersi tantissime volte, a tutte le età diverse: io davanti a lui, a versare le lacrime che mi causava”.
È proprio romantica questa cosa, sì sì. Non c’è assolutamente niente di disturbante o sbagliato nel fatto che entrambi pensiate a tutte le volte che tu, Nica, hai pianto per colpa sua. No, va tutto bene. Tu non hai la sindrome di Stoccolma e lui non è un sociopatico. OK.
Nel capitolo successivo, scopriamo che Rigel ha preso un brutto voto in un test e quindi Anna propone ai nostri protagonisti di studiare insieme, dato che Nica invece è andata bene al test. Io devo smetterla di chiedermi come sia possibile che nessuno in questa casa si accorga che questi non si parlano mai e che quando sono nella stessa stanza ci sia una tensione che si può tagliare con un coltello. Insomma, loro inizialmente cercano di evitare questa cosa, ma alla fine accettano. Perciò finiscono nella stessa stanza e qui succede che Nica aiuta Rigel sino a quando lui non riesce a svolgere perfettamente i suoi esercizi. Vi risparmio la parte in cui lei lo guarda con occhi adoranti mentre lui scrive sul quaderno e passo direttamente oltre. Prima che Rigel lasci la camera di Nica, lei gli chiede perché le abbia detto che è lei ad essere il fabbricante di lacrime.
“ << Cosa intendevi? Quando hai detto che io sono il fabbricante di lacrime? >>
<< Dimenticalo >>
<< Perché? >>
<< Non dirmi che ci hai creduto. Davvero pensavi che dicessi sul serio? Ci hai pensato per tutto questo tempo, falena? >>
<< Non farlo >>
<< Non fare cosa? >>
<< Questo. Non fare così >>
<< Così è come sono >>
<< No. Così è come ti comporti. Cosa intendevi? Rigel…>>
<< Dimenticalo >>
<< Nica>>
<< Rispondimi >> “
Lei in tutto ciò gli ha afferrato il polso per evitare che lui scappasse, questo è quello che ci dice Rigel (assistiamo a questa conversazione dal suo POV). Dopo l’ultima battuta di Nica, lui decide di ribellarsi e si strappa via. Con questo scatto, cambiamo di nuovo testa e torniamo tra i pensieri di Nica.
“ Un attimo prima ero aggrappata al suo braccio, l’attimo dopo invece percepii la parete alle mie spalle. Il respiro gli scuoteva il petto, e l’avambraccio era appoggiato sopra la mia testa permettendogli di dominarmi. “
Sti scatti che lui fa quando lei lo tocca mi metto un’ansia addosso che voi non avete idea. Come i clown in scatola, avete presente?

“ Il suo pollice scattò sulla mia bocca, come a fermarla dal sussurro che l’aveva fatta tremare. Con un movimento lento…sfiorò il mio labbro inferiore. Il polpastrello affondò nella carne cedevole della mia bocca, strusciandola, bruciandola, facendola vibrare.”
Cosa sto leggendo esattamente? Sto morendo dal ridere, ma cos’è? Lui le sta massaggiando le labbra con il pollice, ma perché? Poi, scusate tanto, ma lui non era quello che rompeva le palle ogni minuto perché non voleva che lei lo toccasse? Lui invece può praticare sti massaggi alle labbra e annusarla come fanno i cani. OK. La coerenza. Vedete perché vi dico che lui è troppo tsundere?
Nel capitolo seguente, abbiamo finalmente un momento in cui Nica e Anna fano qualcosa insieme. Dal capitolo in cui hanno fatto shopping praticamente non è successo nulla fra loro. Pensate che legheranno in qualche modo? Che, magari, parlano di quello che è il passato di Nica per essere più vicine o qualcosa di simile (considerando che Anna non sa nemmeno la passione che Nica nutre per gli animali)? No, loro annusano i tulipani insieme.
“ << Di cosa sa? >>
La fissai confusa. << Come? >>
<< Di cosa profuma? >>
<< Di…tulipano? >>
<< Oh no, no, avanti…I fiori non odorano mai di fiori! Di cosa sa? >>
Annusai per bene, sostenendo il suo sguardo ispirato.
Sembrava…sembrava…
<< Caramelle…caramelle al lampone >>
<< Il mio odora di bustine di tè e…di pizzo…sì, di pizzo di nuova fattura >>
<< Bolle di sapone >>
<< Talco per bambini >>
<< Marmellata di frutti di bosco… >>
<< Cipria! >>
<< Zucchero filato >>
<< Zucchero filato? >>
<< Si…zucchero filato! >>
<< Hai ragione. Sa proprio di zucchero filato“

Cosa cazzo sto leggendo? Che droga devo assumere per credere che un tulipano profumi di pizzo? Ma poi che odore ha il pizzo? Questo rapporto tra madre e figlia si sta basando su shopping compulsivo e fiori annusati. Wow, sono commossa. Poi vabbè Anna che si stupisce del fatto che Nica senta in un tulipano l’odore di zucchero filato mi ha fatto troppo ridere. Almeno lo zucchero filato ha un odore, a differenza del pizzo, però lei si stupisce comunque.
Nel capitolo 20, abbiamo ormai le certezza che Rigel abbia qualche tipo di problema. Non che non lo avessimo ancora capito, eh. Ma qui si fa riferimento al problema che poi si rivelerà essere il mal di testa di cui vi ho parlato.
“ << Il bambino mostra i primi sintomi evidenti. La sua incapacità di relazionarsi con gli altri è soltanto uno dei segnali. E per quanto riguarda il resto…>>
Rigel smise di ascoltarlo perché quel “resto” era ciò che più faceva male. Perché era così? Perché non era come gli altri? Non erano domande per un bambino ma non poteva fare a meno di porsele.
Forse avrebbe potuto chiederlo ai suoi genitori. Loro però non c’erano. E Rigel lo sapeva il motivo. Il motivo è che i disastri non piacciono a nessuno. I disastri sono scomodi, inutili e ingombranti. “
Certo, il medico si mette a parlare delle problematiche del minore con il minore in questione davanti a lui. Ci sto credendo, guarda. Il fatto che lui si consideri un disastro, quando a instillargli nella mente un pensiero simile non è stato nessuno, mi destabilizza. Voglio dire, la tutrice lo trattava come se fosse stato figlio suo, lo accudiva e lo trattava come un principe. Come fa sto bambino ad odiarsi così tanto? Poi credere che i tuoi genitori ti abbiano abbandonato perché soffri di mal di testa è veramente imbarazzante. Approfondimenti psicologici abbozzatissimi.
In questo capitolo, inoltre, viene introdotto un altro argomento molto delicato. Nica va a casa di Billie assieme a Miki. Ve la ricordate? La ragazza che sembra Raven di Teen Titans. Si trovano lì per studiare e ad un tratto Billie si addormenta sul letto. A quel punto, Nica esce dalla stanza per prendere un bicchiere d’acqua e questo è quello che succede:
“ Prima di proseguire, però, tornai ad aprire la porta che mi ero chiusa alle spalle.
<< Miki, scusa. Vuoi dell’acqua che t…>>
Non finii mai la frase. Le parole mi morirono in bocca. Con gli occhi sgranati, vidi solo la cascata di capelli neri persi tra quei riccioli. E lei piegata in avanti, con le labbra posate su quelle di Billie >>”
In sostanza, Miki è lesbica ed essendo sempre stata innamorata di Billie la bacia mentre dorme, nonostante sappia perfettamente che lei è etero. Pronto? Questa è una molestia, non mi interessa che a farla è una ragazza. La cosa è comunque troppo grave. Ma stiamo scherzando? Questa sta baciando una persona incosciente, contro la sua volontà! Io veramente non ho parole.
Comunque Miki scatta in piedi come una molla perché Nica l’ha vista e per farvela breve Nica le dice che se vuole parlarne lei è pronta ad ascoltarla.
“ << Perché non glielo dici? >>
<< Lei non mi ricambia >>
<< Non lo puoi sapere… >>
<< Non mi serve sapere. A lei non piacciono…le ragazze. Non oso immaginare come mi guarderebbe >>
<< Billie ti vuole bene. Non ti guarderebbe in nessun modo >>
<< Non capisci…Il punto è proprio questo. Sono la sua migliore amica. Il nostro rapporto…è qualcosa di importante. È una delle cose più solide su cui entrambe possiamo contare. Dirle la verità…significherebbe sconvolgerlo. E a quel punto tornare come prima sarebbe impossibile. Non posso pensare di perderlo, Di perdere lei. Io non…posso rinunciarci >>”
Miki quindi prova a spiegare a Nica come si sente e cosa prova per la sua migliore amica, la paura che sente del pensare di poter rovinare il rapporto che le lega. E Nica risponde così:
“ << Esiste un bruco >> “

Io qua stavo morendo, lo giuro. Ho riso fino alle lacrime quando ho letto sta frase. Cristo, ma questa ti sta confessando le sue paure e i suoi sentimenti e tu che fai? Parli dei bruchi? Ma cazzo! Dubito poi che la spiega zione scientifica per cui questo bruco non muti sia che “non ci crede abbastanza”, non ne ho la certezza perché sull’argomento non so nulla però mi sembra strano. Magari mi sbaglio
“ Esiste un bruco diverso da tutti gli altri. Sai…I bruchi lo sanno che devono trasformarsi. Arriva un momento in cui fanno il bozzolo e poi mutano in farfalle. No? È molto semplice…Ma questo bruco…Beh, lui non lo sa. Non sa che può diventar farfalla. Se lui non si sente di fare la crisalide…Se lui, ecco…non ci crede abbastanza…non si trasforma. Non crea il bozzolo. Resta bruco per sempre. Magari…è vero: a Billie non piacciono le ragazze. Però…forse potresti piacerle tu. Forse a volte ci sono persone che ci colpiscono e ci restano dentro indipendentemente dal loro…involucro esterno. Sono importanti per noi e non possono essere sostituite da nessuno. Forse Billie non ha mai pensato a te in quel modo…forse non lo farà mai ma…è anche vero che tu sei l’unica persona che lei vuole accanto sempre. E se tu non glielo dici…se non ci provi neanche, Miki…non potrai mai scoprire se per lei può essere lo stesso. E allora le cose non cambieranno mai. E allora Billie non ti vedrà mai davvero. E allora tu rimarrai bruco…per sempre >>.”
La quantità di puntini mi fa credere di star guardando un quadro di Seurat. Istruzioni poco chiare. Cosa stai cercando di dire Nica? Deduco che tu intenda che se non parla apertamente di ciò che prova, Miki rimarrà per sempre attaccata all’amore che prova per Billie e non riuscirà ad andare avanti, giusto? Spero tu voglia dire questo perché altrimenti la cosa del bruco non me la spiego. Tuttavia, questa è una deduzione mia, non c’è scritta da nessuna parta questa cosa che sto dicendo. Poi mi sembra che voglia un po’ dare false speranze a Miki. Anche, la parte dell’involucro esterno, non l’ho capita. Si sta parlando di orientamento sessuale, non di patatine, non puoi ridurre tutto all’involucro esterno. Qua si sta proprio confondendo l’amicizia con il romanticismo. L’amore che provi per una migliore amica è proprio diverso dall’amore che provi nei confronti del tuo ragazzo o della tua ragazza. Indipendentemente dal sesso a cui appartieni. Avrei apprezzato la cosa molto di più, se Nica avesse detto a Miki che anche se Billie non ricambia i suoi sentimenti, in quanto persona etero, sarebbe giusto che lei le parlasse del suo orientamento sessuale e dei sentimenti che ha sviluppato per lei. Aggiungendo anche che, in ogni caso, baciare una persona mentre dorme non è rispettoso nei suoi confronti.

Ad ogni modo la conversazione muore qui perché poi Billie si sveglia. Quando tonano tutte in camera, Billie inizia a fare domande a Nica riguardanti il Grave e il modo in cui è cresciuta. E qui capiamo qualche cosa in più che, più avanti dovrò riprendere. Quindi state sul pezzo:
“ << Eri lì da dodici anni? Prima che arrivasse…Anna? Domandò Billie.
<< Quando sono arrivata ne avevo cinque >>
<< Anche Rigel era lì da tanto tempo? >>
<< Si. Rigel…era lì prima di me. Non ha mai conosciuto i suoi genitori. Il nome che porta glielo ha dato la tutrice dell’istituto >>
<< Era lì da prima di te? Allora devi conoscerlo molto bene >>
No. Non lo conoscevo. Ma di lui sapevo tutto. “
Nica, stai depensando. Cosa vuol dire che non lo conosci ma di lui sai tutto? Ma poi non è nemmeno vero, lei di lui non sa un emerito cazzo e più si va avanti, più la mia tesi viene comprovata. Vorrei ricordare alla gentile clientela che loro si sono sempre evitati come la peste, escluso il bullismo di lui. Quindi sta cosa che lei sa tutto di lui non è vera per niente, sapere che la tutrice gli voleva bene e gli dava i biscotti sotto banco, non conta. Il fatto che sia stato abbandonato, nemmeno e neanche quando è il giorno del suo compleanno. Spere queste cose non significa sapere tutto di una persona, stacce.
Qua la situazione inizia a degenerare perché Billie fa domande sulla tutrice e qui Nica inizia a sentirsi particolarmente nervosa, senza tuttavia renderlo ovvio. Perciò noi capiamo subito che i suoi incubi e la paura che ha per le cinghie hanno a che fare con la tutrice. Iniziamo a sgravare.
“ << La vostra tutrice sarà stata molto triste per la vostra partenza. In fondo vi ha visti crescere. Vi conosceva fin da piccolissimi >>
<< No. Miss Fridge non ci conosceva da tutto quel tempo >>
<< Scusa…ma non hai detto che è stata lei a dare il nome Rigel? >>
<< No. È stata la tutrice prima di lei >>
<< E quanti ani avevi quando è arrivata Miss Fridge? >>
<< Dodici >>
Sentivo il mio corpo sul punto di esplodere: arrivava il sudore, l’agitazione, i rantoli, il cuore che si strappava, il terrore che mi impediva di respirare. Nascosi, trattenni e ingoiai, implorai qualcuno di fermare tutto, ma gli occhi di Miki mi stavano fissando e il malessere mi stritolò. Tutto pulsò e io sentii di nuovo quella voce artigliarmi l’anima come un mostro.
<< Sai cosa succede se lo dici a qualcuno? >> “
Il calvario di Nica si interrompe perché Miki rovescia di proposito del succo sul tavolo e il discorso muore lì. La notte Nica gira per casa perché non riesce a dormire e viene beccata da Anna che, giustamente le chiede perché non riesca mai a dormire, dato che qualche volta quando va in bagno di notte vede la luce della sua camera accesa nel corridoio. Questo sarebbe stato un buon momento in cui permettere a Nica di legare finalmente con Anna, condividendo con lei le sue paure e ciò che la turba. Invece no, ovviamente. Comunque, devo dire che è molto carino come dopo 265 pagine questo trauma che Nica si porta dentro stia diventando il fulcro della storia. Vediamo quanto dura, eh.
“ << Nica…non riesci a dormire? >>
C’era garbo e gentilezza nella sua voce, ma per la prima volta non riuscii a lasciarmi sfiorare.
Sentivo piaghe lì dove lei cercava i miei occhi.
Cicatrici che non smettevano di sanguinare.
Sentivo incubi dove altri avevano sogni, stanze buie e odore di cuoio. Sentivo che dovevo essere brava.
<< È tutto a posto, Anna. A volte non riesco a prendere sonno. Non c’è nulla di cui preoccuparsi >>
I bravi bambini non piangono.
I bravi bambini non parlano.
I bravi bambini nascondono i lividi e mentono solo quando gli viene detto di farlo. “
Qua nessuno ti sta dicendo di mentire, però abbozziamo, dai. Te la posso dare quasi buona, Nica. Però già qui, la sua psiche iniziava a puzzarmi di strano. Avevo torto? Spoiler: no.
Ad ogni modo, Nica mentre torna in camera incontra Rigel nel corridoio e i due hanno una conversazione interessante, la devo riportare per forza perché nel capitolo successivo la devo riprendere.
“ << So perché non dormi >>
Il mio sguardo rimase sulla porta, svuotato.
<< Tu sei l’unico che non lo sa >>
<< Sbagli >>
<< No >>
<< Sì…>>
<< Lei ti amava! >>
Proprio io che vivevo di delicatezza, cedevo sotto il peso della paura in un modo spaventoso. Era colpa di lei. Era colpa delle crepe con cui aveva segnato la mia infanzia e quella di molti altri. L’infanzia che aveva donato a Rigel, il figlio delle stelle, a discapito di tutti noi.
<< Tu non hai mai potuto capire >>”
Vi prego ditemi che lui non sapeva davvero cosa le faceva la tutrice. Vi. Prego. Vedremo nel prossimo capitolo che succede. Ho già l’angoscia. Finalmente comunque lei dimostra di avere un barlume di spina dorsale, la medusa si sta evolvendo! Quanto dura? Poco, molto poco.
Arriviamo finalmente a uno dei capitoli che mi ha fatto valutare di iscrivermi ad un poligono di tiro per sfogare la rabbia. Dunque, mentre a casa di Nica ci sono di nuovo ospiti: sempre Asia e i suoi genitori; ad un tratto alla porta bussa qualcuno. Non un qualcuno a caso, ma un detective che dice di voler parlare con Nica e Rigel perché ha delle domande da rivolgere loro riguardo il Grave. Vi risparmio la pagina intera che il detective impiega per presentarsi e dire cosa voglia, perché è ridicola. I poliziotti si presentano subito, un po’ di realismo per favore, non siamo in un film di spionaggio degli anni 70’.
“ << Detective Rothwood, Signor Milligan. Dipartimento di Houston >> (vorrei precisare che questa è la prima volta che viene menzionato il nome della città in cui si svolge questa storia: siamo a pagina 269)
<< Le informazioni che cerco riguardano una faccenda delicata che di recente è pervenuta alla nostra attenzione. È stata aperta un’inchiesta, sono qui per raccogliere testimonianze e cercare di fare luce. Pochi giorni fa è arrivata una denuncia alla contea di Houston. A sporgerla è stato un certo Peter Clay. Un ex residente dell’istituto di Sunnycreek, ora adulto. La denuncia in questione riguardava alcuni tipi di punizioni non in linea con le direttive dell’istituto. Punizioni corporali, signora Milligan. Sevizie e percosse nei confronti dei bambini. Margaret Stoker è attualmente accusata di maltrattamenti e abusi aggravati contro minori”
A questo punto Nica sclera e scappa per paura delle domande che le vuole fare il poliziotto, o meglio, per paura dei suoi ricordi riguardo gli abusi che ha subito.
“ Peter aveva parlato e ora tutti avrebbero visto. Dovevo nascondermi, coprirmi, scappare, ma le gambe erano piombo e il mio corpo pietrificato. La mente si riempì di ricordi – il rumore del metallo, del cuoio sotto le dita - e le unghie che grattavano e grattavano e grattavano senza alcuna pietà. […]
Le cinture, l’impotenza, il buio e le urla. […] No, no no, non guardatemi così, sarò brava, sarò brava, sarò brava, lo giuro. Ora sapevano quanto ero brutta, rotta, inutile e rovinata, e improvvisamente tutti mi guardarono come mi guardava Lei, tutti avevano i suoi occhi, il suo sguardo, il suo biasimo e il suo disprezzo. “
Dopo essere scappata sotto la pioggia si nasconde e ad un certo punto, mentre sta per perdere i sensi, delle braccia la sollevano e la portano via. Inutile dirvi che a raccoglierla è stato Rigel. All’improvviso sembra che lei abbia proprio il trauma inciso nelle vene, curioso. Davvero curioso, se si considera che sino ad adesso lei è stata Biancaneve. Se si escludono i pochi incubi, in cui tuttavia non si dice nulla di specifico e il fatto che lei ha avuto quel mezzo sclero al negozio di vestiti e l’altro a casa di Lionel, non c’è stato assolutamente nulla che dimostrasse quanto lei fosse profondamente segnata da ciò che ha vissuto.
Approfondisco ciò che penso a riguardo, dopo avervi detto cosa succede nella mente di Nica mentre è svenuta.
“ Ricordavo quel volto come la pelle ricorda un livido. Lo ricordavo perché avevo provato a volerle bene, come se la mia seconda possibilità fosse lei. Era stato il mio rimpianto più grande. Io amavo il cielo e lei lo sapeva. Lo sapeva, esattamente come sapeva che Adeline odiava i rumori forti e Peter aveva paura del buio. Era lì dove eravamo più rovinati che lei arrivava. Usava le nostre debolezze, e quelle erano le parti dove anche i più grandi di noi restavano un po’ bambini. Come bambole avevamo cuciture di ogni forma e paura, ma lei riusciva sempre a trovare un filo, a sfilarci pezzo per pezzo. Ci puniva perché ci comportavamo male. Perché era ciò che i bambini cattivi si meritavano, l’espiazione per la loro colpa. Io non sapevo quale fosse la mia: il più delle volte non sapevo nemmeno perché lo facesse…”
Qua iniziamo a scoprire che cosa esattamente facesse questa tutrice e che, inoltre, Nica non era l’unica a subire gli abusi della donna. Diventa chiaro che lei, come tanti altri, hanno subito delle violenze fisiche e psicologiche di una gravità estrema.
“ Mi trascinava in avanti e io potevo vedere già la porta della cantina, le scale strette che scendevano in una voragine scura. Quel letto senza materasso e le cinture che mi avrebbero bloccato i polsi per tutta la notte. I miei incubi avrebbero avuto le sembianze di quella stanza per sempre. Ma lei…Lei era il mio incubo più grande. […]
Il letto vibrava sotto il clangore delle maglie metalliche.
Le mie gambe tremavano e il buio si chiudeva su di me, calando come un sipario. Attorno ai miei polsi le cinture scricchiolavano mentre mi dimenavo, scalciavo, graffiavo febbrilmente il cuoio. Gli occhi bruciavano di lacrime e il mio corpo si contorse, reclamando un briciolo della sua attenzione.
<< Sarò brava! >>
Le unghie raschiavano e si spaccavano nella disperazione di riuscire a liberarmi.
< Sarò brava! Sarò brava, sarò brava, lo giuro! >>
Lei uscì dalla porta alle mie spalle e l’oscurità inghiottì lo stanzino. “

Qui, mi sento quasi in dovere di intervenire. Queste sono cose veramente gravi, cose che possono segnare in modo indelebile la mente di un adulto, figuriamoci quella di un bambino. Degli abusi simili, hanno delle conseguenze gravi sulla mente, scatenano dei traumi che rimangono radicati nel cervello per sempre. Certo, attraverso la terapia, si possono rendere le cose più facili e sopportabili; tuttavia, cose del genere vengono portate dietro dal soggetto per tutta la vita. Ora, qui stiamo parlando di una persona che ha subito questo genere di abusi dall’età di cinque anni, sino a quella di dodici. Converrete con me che la credibilità che Nica sia alla stregua di Biancaneve, sia davvero vacillante. Inoltre, non stiamo parlando di una bambina che ogni tanto riceveva dei ceffoni pesanti (altrettanto grave), no, parliamo di qualcuno che veniva legato ad un letto senza materasso con delle cinghie in uno scantinato e lasciato lì per tutta la notte. Più di una volta, per sette anni. Avete idea di che conseguenze può avere una cosa simile sulla mente umana? I bambini vittime di abusi simili, sviluppano una deformazione a livello affettivo. Parlo di problemi di fiducia gravi, in questo caso (quello di Nica), strettamente legati alle figure adulte femminili. Parlo di sviluppo di sentimenti apatici, di difficoltà a provare ed esprimere emozioni.
Nica non ha mai ricevuto un supporto psicologico, non è mai stata da un professionista. Dovrebbe avere una grave depressione, certe persone che da bambine hanno subito abusi sviluppano dei disturbi della personalità. Questa ragazza ogni tanto fa incubi, fatica a dormire la notte e quando vede una cintura inizia a sudare e avere un accenno d’ansia. Non ha nemmeno dei veri e propri attacchi di panico, sono sempre cose che riesce a controllare. Io soffro di attacchi di panico e vi posso assicurare che tenerli sotto controllo è estremamente difficile, figuriamoci se causati da un trauma simile che non è mai stato affiancato da sedute psichiatriche periodiche.
Nica invece è Biancaneve. Non ha nemmeno un accenno di depressione, fa amicizia con una facilità estrema e inizia a vedere Anna come se fosse sua madre a pagina 56, nel capitolo 6! Quando non è nemmeno febbraio. Quanto tempo è passato dal suo trasferimento in quella casa? Due settimane? E prova già tutto questo amore nei confronti di Anna? Questo non è credibile. Ho scherzato e riso fino ad adesso, ma su ste cose veramente io mi incazzo profondamente. Se una persona non è in grado di affrontare e gestire un trauma, non lo introduce nel proprio libro. Parla d’altro.

Nica dovrebbe avere tendenze dissociative nei confronti della società, proprio per la mancanza di fiducia che può comportare un trauma simile. Dovrebbe avere delle difficoltà nella percezione e nella comprensione delle emozioni altrui. Quindi parliamo di gravi complicazioni nel socializzazione e nel fidarsi delle persone che incontra, questa mancanza di fiducia dovrebbe portarla ad interpretare, negli altri, come negative anche amozioni che non lo sono. È una sorta di iper vigilanza costante. Per quanto riguarda la difficoltà a sviluppare empatia, invece, questo comporterebbe una visione completamente distorta di quelle che possono essere le conseguenze delle proprie azioni. Spesso, infatti, si sviluppano comportamenti delinquenziali nei soggetti che hanno subito questo tipo di traumi, proprio perché hanno problemi a livello emozionale ed empatico. L’empatia, in sostanza è ciò che ci aiuta a comprendere il significato delle regole, in mancanza di questa, le conseguenze possono essere molto gravi.
In ogni caso, non c’è bisogno di uno psicologo per capire che una ragazza che ha subito un trauma simile non può essere Biancaneve a livello caratteriale e che, soprattutto, non può semplicemente avere ogni tanto difficoltà a dormire, per via degli incubi e un po’ d’ansia quando vede le cinture. Basta avere un po’ di sale in zucca.
Mi dispiace, ma avere una protagonista con un trauma simile che ha la personalità di una fatina, non è credibile.
Ma andiamo avanti:
“ Lei che avrebbe dovuto essere più buona, più paziente, e più amorevole di una madre, sembrava fare di tutto per essere l’esatto contrario”
Capite perché vi dico che lei dovrebbe avere delle gravi mancanze per quanto riguarda l’aspetto della fiducia che ripone negli altri, soprattutto di donne adulte? Bene.
“ Nessuno si accorgeva di quello che faceva. Nessuno vedeva il male sulla nostra pelle. Ma io preferivo uno schiaffo alla cantina. Preferivo una botta alle cinture sui polsi. Preferivo un livido a quella gabbia di ferro, perché sognavo di essere libera, e i lividi non arrivavano dentro, i lividi restavano fuori e non ti impediscono di volare. […]
<< Sei stata tu? >>
Tremai. Il terrore mi paralizzava. Un cane randagio era entrato nell’istituto e aveva devastato il suo ufficio, sparpagliando le sue carte. E lei in quel momento era furiosa […] Mi catturò per la maglietta e mi colpì rapida e violenta, il pugno come una sassata sulla base della schiena. Trattenni il fiato e la vista si appannò. Crollai a terra, il rene in fiamme, il dolore re una scarica su tutto il corpo. Fitte insopportabili mi provocarono altre lacrime e mi chiesi se la sera avrei trovato del sangue nelle urine.
<< Ecco perché nessuno ti vuole >>, sibilò. << Sei una disubbidiente, sporca, piccola bugiarda. E qui che restano quelli come te! >> […]
<< Che ha fatto alle dita? >> chiese un giorno una signora. Il suo sguardo era puntato sulle mie unghie spezzate.
<< Oh…niente >> la tutrice si avvicinò con quel sorriso che era una piaga, che faceva gelare il sangue.
<< È…sapete, quando gioca all’aperto non fa altro che scavare nella terra. Scava in continuazione, rivolta l’erba, cerca pietre…Le piace tanto. Vero? >> Avrei voluto urlare, confessare, ma il suo sguardo mi risucchiò l’anima. […]
E quella notte il letto sussultò, tra gli urli, e i calci, e le cinture che mi stringevano i polsi. Di nuovo il buio calò su di me, per punirmi di aver attirato l’attenzione, tra lacrime e urla che sarebbero rimaste lì dentro per sempre “

Io non so nemmeno da dove cominciare. Ho talmente tante cose da dire che mi trovo quasi a corto di parole. Quasi.
Analizzando quanto letto in precedenza, io avrei delle osservazioni da fare. Dunque, ci è stato detto che in questo istituto si trovavano diversi bambini, di tutte le età. Ne deduco che sia un posto parecchio grande, perciò mi chiedo come diamine sia possibile che l’unica figura adulta presente all’interno di questo posto, sia la tutrice. Possibile che al Grave esistesse solo una persona che si occupava di questi bambini/ragazzini? Niente giorni di riposo o altri adulti che l’aiutassero? Si occupava lei di tutto e di tutti, certo. Sapeva praticare la tecnica di sdoppiamento superiore come Naruto. Per forza, perché altrimenti non ci sono altre spiegazioni.

Poi, viene detto in uno dei primi capitoli che, in ogni caso, Nica andava alla scuola pubblica. Erin Doom vuole davvero farmi credere che nessuno abbia mai denunciato niente, anche solo ad un insegnante? È un posto pieno zeppo di bambini il Grave, come diamine è possibile che l’unico a sporgere denuncia sia stato questo ragazzino, Peter, di cui parla il detective quando bussa alla porta di casa di questa famiglia? Stiamo parlando abusi che venivano perpetrati da anni, sette se consideriamo quanto tempo ha visto la tutrice Nica. Se andiamo a ritroso, sono addirittura dodici, se si considera che sta donna era presente nell’istituto quando Rigel è stato abbandonato. Probabilmente, sono anche di più se pensiamo che, per l’appunto, questa tutrice era già lì all’arrivo di Rigel. Comunque arrotondiamo a dodici anni. Mi volete far crede che in dodici anni nessuno ha mai denunciato niente? Ma il realismo? Anche ragazzi che hanno raggiunto la maggiore età, una volta usciti dal Grave – perché in dodici anni e più deve essere successo per forza – sapendo questa cosa non hanno mai denunciato niente. La credibilità di questa cosa è inesistente. Non è possibile. Anche solo bambini che a scuola erano terrorizzati anche dalla propria ombra, dovevano aver in qualche modo attirato l’attenzione di almeno una figura adulta. Perciò, qualcuno avrebbe dovuto scoprire sta cosa in dodici cazzo di anni. Per la teoria delle probabilità, in questa fascia temporale, quanti bambini saranno stati adottati? Facciamo un calcolo approssimativo di tre all’anno (e sono fin pochi). 3 x 12 fa 36. Tra questi 36 minori deve esserci stato qualcuno che ha vuotato il sacco alla famiglia adottiva, per forza. Si tratta di statistica. Quindi non è possibile che questa donna abbia trascorso dodici e più anni della sua vita a perpetrare questo tipo di abusi, senza che nessuno sapesse nulla. Per non mettere in mezzo, di nuovo, quelli che sono usciti dopo aver raggiunto la maggiore età. Viene detto più volte che a subire questi abusi non fosse solo Nica ma che, al contrario, tutti venivano puniti in questa maniera. Raga, non siamo nel paese dei Balocchi eh, per piacere. Erin ci vuole far crede che la prima e unica denuncia sporta venga messa in atto dopo diciassette anni, se non consideriamo il periodo precedente all’arrivo di Rigel al Grave? OK.

Stiamo parlando di cose gravissime e qui non c’è bisogno di avere chissà quale quoziente intellettivo per arrivarci, basta un cervello funzionante per capire che questa cosa non ha il minimo senso. Per non parlare del fatto che il Grave viene descritto come se fosse un orfanotrofio degli anni 20’ o comunque un posto in cui erano relegati solo orfani. Negli Stati Uniti, questo tipo di istituti sono come le comunità in Italia. Il che significa che al suo interno si trovano orfani, ma anche ragazzi che hanno situazioni famigliari complesse come genitori incarcerati o tossico dipendenti ai quali è stata tolta la custodia dei minori, perché considerati incapaci di crescerli. Significa che entrano a far parte del cosiddetto “foster care system”. Per farvela breve, quindi, i minori in questione entrano a far parte di un programma in cui vengono registrati e viene cercata per loro una famiglia affidataria in modo che non trascorrano la loro vita in istituto. In tutto ciò sono sempre affiancati da un assistente sociale. Io veramente non so cosa dire. Secondo voi la cosa migliora? Ovviamente no.
“ Ogni volta la porta si apriva di nascosto […] e dei passi nell’oscurità raggiungevano il letto. Dita tiepide trovavano la mia mano, la stringevano dolcemente e il pollice tracciava cerchi di carezze che non avrei mai dimenticato. E allora tutto svaniva…Allora quel dolore sfumava tra le lacrime, e il mio cuore rallentava. […] Cera solo quella carezza. Solo quell’unico tocco. “
Secondo voi chi sarà mai stato a tenere la mano di Nica in questi momenti? Il Grinch? Ovviamente Rigel, ma su questo argomento ci torno tra poco.
Nel capitolo seguente, Nica si sveglia e a quanto pare ha la febbre. Evito di chiedermi come sia possibile che questa sia uscita sotto la pioggia e che dopo essere svenuta si svegli con la febbre, dato che non sono passate nemmeno ventiquattro ore e passo direttamente oltre. Nica parla con Anna e le riferisce che avrebbe voluto essere perfetta per lei e Norman, indi per cui non ha detto nulla del trauma. Non sto a ribadire di nuovo quanto il fatto che lei un trauma, fondamentalmente non ce l’abbia. In tutto ciò lei pensa:
“ La sensazione delle cinture sulla pelle mi aveva segnata a tal punto da crearmi quello che viene definito “ panico per associazione” . A volte persino un abbraccio troppo stretto, l’impossibilità di muovermi o la semplice sensazione di impotenza bastavano a farmi precipitare nel mio terrore. Ero rovinata e lo sarei sempre. “
Questa cosa chi te l’ha detta, cara Nica, considerando che non hai fatto mai una seduta dallo psicologo? Te la sei autodiagnosticata leggendo un saggio di psicologia spicciola? Questa non sa quando è San Valentino, però sa che cos’è il panico per associazione. Sì, okay.
Si prosegue con Anna che riferisce a Nica che la prima cosa a colpirla di lei quando l’ha vista è stata la sua delicatezza e lei le risponde che è il suo lieto fine. Dopo essere stata visitata dal dottore, Anna e Nica parlano ancora. Anna propone a Nica di parlare con una figura professionale del suo trauma, Nica risponde che riuscirebbe a parlarne solo con lei, ma Anna insiste e alla fine Biancaneve accetta.
In seguito, penserete che, in ogni caso, Anna faccia qualche domanda a sta ragazza riguardo gli abusi che ha subito, no? Soprattutto se consideriamo che la ragazza in questione ha appena ammesso di volerne parlare con lei, giusto? Invece no. Anna non le chiede nulla e passa direttamente a raccontare a Nica la storia del suo defunto figlio, Alan, che voleva fare il pianista di professione. Tutto molto carino e coccoloso, giuro. Solo una domanda: ma il trauma? Niente? Okay, va bene. Queste stanno ad annusare fiori e fare shopping, però quando c’è da parlare di qualcosa di veramente serio, nulla, vuoto siderale.
A questo punto arriva uno dei top momenti del capitolo: Nica che parla con Asia. Ve la ricordate? L’amica di famiglia che odia Nica e le risponde sempre male. In sostanza, Nica vede Asia e le riferisce che non rinuncerà mai al suo amore per Anna; così le due iniziano a discutere.
“ <<Asia, io non rinuncerò ad Anna>>
<< Come hai detto? >>
<< Hai sentito. Io non mi farò da parte. Tu non sai quanto io abbia desiderato una famiglia. Ora che ce l’ho…Ora che ho questa possibilità con Anna e Norman…io non voglio rinunciarci. Lo so che capisci cosa intendo >> mi avvicinai piano cercando di trasmetterle le mie buone intenzioni.
<< Asia, io…non voglio prendere il pos…>> (quando un discorso viene interrotto a casa mia si mette il trattino, ma okay)
<< Non. Dirlo. Non ti azzardare a dirlo >>
<< Non voglio prendere il posto di Alan >>
<< ZITTA! >> (Mannaggia, si è bloccato di nuovo il capslock. Erin io la farei controllare la tua tastiera…Non è il tuo diario segreto) << Non osare. Non osare parlare di lui. Credi di sapere qualcosa? Credete di poter venire qui e cancellare tutto quello che è stato di lui? Non più una foto, non più un ricordo, nulla di nulla? Voi non sapete niente di Alan >>
<< Tu eri innamorata di lui. È per questo che non sopporti di vedermi qui…Perché io ti ricordo costantemente che lui non c’è più. Che Anna e Norman sono andati avanti a modo loro, e tu invece no. È cosi, vero? Non glielo avevi detto. Non gli hai mai detto ciò che provavi, lui non lo ha mai saputo. Se n’è andato prima che tu potessi trovare il coraggio di confessarglielo. È questo il tuo più grande rimpianto…è questo che ti porti dentro, Asia. Non riesci ad accettare che lui non sia più qui e per questo mi odi. Ma non riesci ad odiare Rigel, perché lui te lo ricorda troppo >> “

Scusa se mi permetto, Nica. Ma la delicatezza? Ce la meni da 290 pagine che “ è la delicatezza, Nica. La delicatezza, sempre “ e poi te ne esci con ste cose? Cristo santo, l’ha vista due volte Nica sta ragazza, due di numero. Non si sono mai parlate né niente, però Nica ha l’illuminazione divina e riesce a fare tutte ste deduzioni. OK. Poi, permettetemi, ma se fosse davvero così, non mi sembra proprio la maniera di parlare ad una persona che ha subito un lutto simile e che vive con un rimpianto del genere. Fossi stata ne panni di Asia, io le avrei tirato un ceffone. Giusto per farle capire che non si deve permettere. E infatti, cosa succede?
“ La sua rabbia scoppiò furibonda e la sua mano sferzò l’aria. Vidi il luccichio dei suoi anelli, poi lo schiaffo esplose come un tuono. Avevo serrato le palpebre, ma l’istante dopo mi resi conto che non aveva colpito me. Qualcuno mi aveva tirato via. Alzai gli occhi e ciò che vidi mi sconvolse. Rigel aveva il viso voltato di lato, quel filo di compostezza nella sua schiena si era spezzato all’altezza delle spalle, lì dove il capo pendeva da una parte in un’ondata di ciocche scure “
Momento, momento, momento. Aspettate un attimo, bloccate la giostra un secondo. Voi non potete capire quante domande ho da fare. Intanto la prima cosa che ho da chiedere è: ma Rigel è Edward Cullen? In base a quali dinamiche lui ha il tempo di: entrare nella stanza, levare Nica dalle palle e mettersi davanti a lei per “salvarla” da questo schiaffo che sarebbe stato meritatissimo?

Tra l’altro, viene detto un sacco di volte che lui è parecchio più alto di lei. Ora, analizziamo un attimo la scena. Mettiamo caso che Nica è alta un metro e sessanta; mentre Rigel è uno e ottantacinque. Pensateci un secondo, se Asia stava tirando uno schiaffo a Nica, essendo lei più bassa, mettendosi davanti, lo schiaffo Rigel avrebbe dovuto prenderlo sulla spalla. Quindi come fa a prenderlo in viso? Ma poi, con che velocità è successo tutto questo? Le opzioni sono due: o Rigel è parente dei Cullen, oppure, Asia stava tirando sto schiaffo a velocità bradipo. Perché altrimenti non si spiega.
Vabbè, fa niente. Proseguendo, Nica torna a parlare con Anna e scopriamo che Rigel ha parlato al detective di tutto ciò che faceva la tutrice. Gli ha raccontato delle botte, degli schiaffi, di Nica e gli altri che venivano legati in cantina e tutte cose. Ci viene riferito che, per questa ragione, il detective s’è già dato e non ha più bisogno di parlare con Nica. Scusa, come? Stiamo parlando di un detective, per la miseria, qui è stata sporta denuncia. Un detective deve parlare con tutte le parti interessate per svolgere la sua indagine, non si accontenta solo di una campana che, per altro, non ha mai subito le percosse. È un po’ come quando uno fa un incidente in macchina, anche se una delle parti lese finisce in ospedale, non è che i poliziotti non fanno domande perché ci sono dei feriti. Magari possono andarci un po’ più piano con l’interrogatorio, ma le indagini e le domande vengono svolte da prassi in ogni caso. Porca vacca, ma il realismo? Torniamo a bomba sul perché vi dicevo che le figure professionali, o gli adulti in generale, in questa storia, siano resi ridicoli.
Poi, parlando del rapporto che Rigel aveva con la tutrice del terrore, ci viene detto ciò:
“ Lei che gli regalava un biscotto ogni volta che riusciva ad eseguire un accordo.
<< Sei il figlio delle stelle. Sei un dono…Un piccolo, piccolo dono >>
Il detective non poteva sapere che la tutrice non avrebbe mai potuto avere figli, e Rigel, così solo e abbandonato, era stato l’unico che l’avesse mai fatta sentire come se potesse essere solo suo. “
E tu, Nica? Tu come la sai questa cosa? Te l’ha detta la tutrice un pomeriggio, mentre bevevate il vostro tè delle cinque? Mi chiedo anche come sia possibile che, a sto punto, che questa tutrice non abbia adottato Rigel. Sarebbe stato credibile. Per non parlare di quanto questa storia sarebbe stata infinitamente più interessante se sti due imbecilli si fossero semplicemente innamorati in questo istituto in maniera sana e non malata, e se poi fossero stati adottati, magari ad età diverse, da due famiglie differenti. Basando così l’intero libro su loro che si cercavano, oltre che a trattare il trauma come dio comanda. Ma no, parliamo di fiori che odorano di pizzo e biscotti regalati sotto banco.
Torniamo a bomba sul profilo comportamentale e psicologico di sti due. Rigel è scontroso, apatico, asociale, burbero e malfidato. È stato cresciuto con amore e ha ricevuto l’affetto di una donna che lo amava come se fosse stato figlio suo, non esiste che lui abbia un carattere del genere. Mentre Nica, dall’altra parte, è stata cresciuta a suon di schiaffi e cinghiate, senza amici ( ne aveva solo una, di nome Adeline, di due anni più grande di lei che tuttavia è stata trasferita in un altro istituto ), con un ragazzino de merda che la bullizzava tutti i giorni fisicamente psicologicamente, però è Biancaneve. Sempre pronta a socializzare, ad aiutare tutti, empatica, sensibile, delicata e pronta a regalare amore a tutto e tutti. Questi due avrebbero dovuto avere il carattere invertito, per risultare realistici. Che siano così, non è possibile. Sarebbe stato anche figo da vedere: lei con sti occhioni grigi, le lentiggini, i lunghissimi capelli castani, mingherlina e con il viso d’angelo che ha il carattere di un demone; mentre lui con gli occhi scuri, i capelli neri, il viso burbero dai lineamenti affilati e questa stazza che mette quasi in soggezione che, in realtà, è una persona delicatissima e dolce, pronta a prendersi cura ed aiutare sempre gli altri. Sarebbe stato molto più interessante di sta roba irrealistica.
Ad ogni modo, Nica e Rigel parlano e la conversazione va così:
“ << Io la odiavo. Odiavo quello che vi faceva, non l’ho mai sopportato. Ogni singolo giorno…io ti sentivo…Vi sentivo sempre >>
<< So perché non dormi >> mi aveva detto, e io gli avevo dato una risposta ingiusta. Avevo sempre creduto che Rigel godesse di quelle attenzioni, che non si curasse di ciò che succedeva. […] E mi sentii in colpa. Capivo di più i suoi sguardi, gli atteggiamenti, capivo perché aveva sempre quell’aria spenta mentre suonava il pianoforte. “
Allora, intanto, se Anna ti ha appena detto che è stato lui a dire tutto al detective, come cacchio è possibile che tu sia così stupita nel scoprire che lui sapeva ciò che succedeva a te e agli altri. Poi, arriviamo al peggio: ti senti in colpa? Ma tu dovresti incazzarti porca troia! Ma stiamo scherzando? Lui ti ha bullizzata per anni, per la miseria!

Facciamo una prova: mettetevi nei panni di una ragazza che per sette anni della sua infanzia ha subito violenza psicologica e fisica da una persona che in teoria si doveva prendere cura di lei, e che, in tutto ciò, una ragazzino del cazzo vi abbia bullizzato costantemente. Vi tirava i capelli e i vestiti, vi faceva cadere, vi faceva piangere sempre e vi sminuiva costantemente, andando a peggiorare ulteriormente le vostre condizioni psicologiche. Ora, già così la situazione sarebbe grave perché ogni persona normale, pur escludendo le percosse della tutrice, svilupperebbe automaticamente un odio nei confronti di questo ragazzo. Però aggiungeteci che, il ragazzo in questione, vi venga a dire che lui ha sempre saputo le violenze che subivate. Di conseguenza, invece di aiutarvi ed esservi amico, vi bullizzava anche se era al corrente di ciò che vi succedeva. Voi come reagireste? Chiunque gli tirerebbe un ceffone. Una qualsiasi persona, guarderebbe questo ragazzo e gli direbbe: “ tu sei uno stronzo e una emerita testa di cazzo. Io non ti voglio più vedere, piuttosto che dividere la casa con te preferisco tornare in un istituto”. Invece Biancaneve cosa fa? Gli accarezza la guancia. Con Asia ha fatto la peggio sclerata di tutto il libro, però a lui fa le coccole. OK. Lei ha la sindrome di Stoccolma, rega.
Vi lascio un attimo e continuo in un altro posto perché qui la situa si fa lunga. Ci vediamo nella parte due!
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Parli di questo libro in modo bruttissimo: prima dici che i piace il modo di scrivere dell’autrice e poi dici tutt’altro. Certo, ci sono degli errori nel libro, ma sembra da come lo hai descritto che sia uno schifo. La maggior parte degli errori poi sono delle stupidaggini. 👎