Recensione Fabbricante di lacrime di Erin Doom parte 2
- Darth Fener
- 27 gen 2021
- Tempo di lettura: 90 min
Bentornati in questo girone infernale senza fine. Vi vorrei ricordare di recuperare qualche snack perché, fidatevi, ne avrete bisogno dato che da qui in poi si degenera sempre di più. Buona lettura.
In tutto ciò, ricordiamo, che lui professa di amarla – nella sua testa – da quando aveva cinque anni. Ma dovrei trovarla romantica io sta cosa? Che bella dimostrazione d’amore, caro Rigel. Da chi hai imparato ad amare? Da Hannibal Lecter?
Se lui l’avesse amata veramente, avrebbe cercato un modo per aiutarla. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per farla stare meglio. Lui sarebbe dovuto essere quello che più di tutti cercava un modo per denunciare la tutrice. Proprio lui che non ha mai subito niente, proprio lui che ha sempre ricevuto amore e biscotti, lui che non ha mai ricevuto percosse ma solo carezze. Lui avrebbe dovuto, anche solo a scuola, almeno provare a dire quello che succedeva al Grave. Posso capire che, magari, quando era molto piccolo non ci pensasse o cose simili. Ma ad una certa devi avere una presa di coscienza, cribbio. Da bambino avrebbe potuto, intanto, alleviare i dolori di Nica standole vicino. Non molestarla di continuo, ma cazzo! Tutto questo perché, così, lui in qualche modo avrebbe avuto un posto fra i suoi pensieri. Pronto? Polizia?
In tutto ciò lui le teneva la manina mentre lei era legata. Le teneva la manina ma il giorno dopo tornava a bullizzarla e a farla piangere come se nulla fosse?

Io vi giuro, non capisco. Veramente c’è gente che trova tutto questo romantico? Erin, ma se una cosa del genere succedesse a te, tu cosa faresti? Ti metteresti ad accarezzare la guancia del tuo carnefice e tanti saluti? Non esistono persone come Nica, non esistono persone così buone o così stupide. Questo è un insulto nei confronti di tutti quelli che hanno subito un trauma, degli abusi, o sono state vittime di un bullismo simile. Se l’autrice vede davvero del romanticismo in questo, la cosa è davvero preoccupante. Qua non c’è nulla da capire, niente scritto fra le righe. È tutto così, lo vedete anche voi, non mi sto inventando niente. È tutto qui, nero su bianco. Vedete voi. Stiamo parlando anche di una storia rivolta ad un pubblico giovane! Ma cosa cazzo vorrebbe insegnare ai teenager questa storia? Che se uno vi bullizza, si è innamorato di voi guardandovi e basta e vi confessa di amarvi, allora dovete gettarvi tra le sue braccia perché siete quasi cresciuti insieme? Che cazzo di insegnamento è? Qua c’è bisogno di una seduta dallo psichiatra di gruppo, altro che favola del lupo e della bambina.
Niente, in tutto ciò arriva Adeline ( l’unica amica che Nica aveva al Grave, più grande di lei di due anni ) e bacia Rigel. Io qui ho pensato per un attimo che ci fosse il triangolo scemo e ho temuto il peggio. Poi, mi sono ricordata dell’ossessione che Rigel ha per Nica e mi sono tranquillizzata subito. Più o meno.
Questi due parlano e scopriamo che Adeline ha sempre saputo dell’amore che lui prova per Nica con cui, per l’appunto, è molto amica. E se lo è scopato comunque? Carino. Ah ,a proposito, prima che me ne dimentichi: Nica è convinta che a tenerle a la mano nello scantinato mentre era legata fosse proprio Adeline. Inoltre nella conversazione che questa ragazza ha con Rigel, abbiamo un’ulteriore conferma che lui si è fatto adottare apposta per stare vicino a Nica. Troppo malato, cazzo.
Ad ogni modo, dopo questa conversazione, si presenta a casa loro l’assistente sociale che deve controllare come si sta svolgendo il processo di adozione. Qua io ho riso, perché pensavo che qualcuno stesse rompendo la quarta parete all’interno del libro e stesse direttamente parlando al mio cervello.
Succede che Anna, ad un tratto, perde la capoccia e se la piglia con l’assistente sociale per ciò che è successo al Grave:
“ << Quello che so è che quella donna è stata licenziata quando dovrebbe essere in galera a scontare ciò che si merita >>
Ricordavo il giorno in cui Margaret era andata via. Dei visitatori avevano notato dei lividi su alcuni di noi e avevano informato il Centro Sociale. Margaret era stata licenziata immediatamente e l’incubo era finito da un giorno all’altro. […]
<< Dove erano le ispezioni? Come è possibile che nessuno se ne sia accorto? >>
Perché lei era brava. Era brava a lasciarci i lividi dove non si vedevano. Era brava a farci male nei punti nascosti. Era brava a trasformarci in bambole che non dicevano niente.
<< Mi chiedo come abbia fatto ad andare avanti per anni. Mi chiedo come abbiate fatto a non vederlo, a non capirlo, mi chiedo…>>
<< Anna >> Le posai una amano sul braccio. Scossi la testa. Se la stava prendendo con la persona sbagliata. Non era colpa dell’assistente se Margaret era un mostro. Non era colpa di nessuno. Qualcuno avrebbe dovuto sentirci, capirci, era vero ma…il passato non si poteva cambiare. Rivangarlo mi faceva soltanto male. “
Non so nemmeno da dove cominciare, giuro. Allora, intanto vorrei proprio sapere in base a che dinamiche, il Centro Sociale ha scoperto ciò che succedeva e non ha fatto nulla per punire questa donna. ( Evito di ribadire che in 12 cazzo di anni, sia veramente impossibile che nessuno abbia sporto denuncia prima). Gli adulti qua hanno la stessa credibilità dei Teletubbies, sono dei fantocci alti quattro metri che saltano tra i prati e parlano con un sole che ha la faccia di un bambino.
Anna che fa le stesse domande che mi sono posta io e i miei pensieri che erano: “ eh me lo chiedo anche io, cazzo!”. Ci verranno date delle risposte secondo voi? Peccato, ritenta. La prossima volta, sarai più fortunato.
Nica che cerca di mettere pezza a questo scempio dicendo che la tutrice li colpiva in posti nascosti, come se questa fosse una giustificazione credibile. E sempre Nica che alla fine pensa che il passato ormai è passato, quindi Peace and love. C’è più introspezione psicologica negli episodi delle Winx, lo giuro.
Qua stiamo sgravando fino all’inverosimile e più vado avanti più questo scempio peggiora. Ma il cazzo di trauma, dov’è? Questa ha accettato tutto? Non ha mai avuto un supporto psicologico, Cristo! Ma io veramente mi devo incazzare come Ade e scatenare i Titani?

Queste sono cose per cui la gente va dallo psicologo per anni, periodicamente con insistenza, prima di accettare ciò che ha vissuto e vivere una vita in pace con il proprio subconscio. Invece qui, no. Qui arriva Nica che con la sua filosofia alla Biancaneve, ci dice che il passato è passato e che tanto non è colpa di nessuno. Che lei non vuole provare rabbia. Tu dovresti essere l’esatto opposto di come sei, tu dovresti essere così consumata dalla depressione, invece di fantasticare sui pettorali di Rigel e le margherite fuori casa, dovresti pensare al suicidio di continuo. Dovresti avere un comportamento antisociale così profondo che per ogni passo che qualcuno fa verso di te, tu ne fai uno indietro.
Questa è una presa in giro, ditemi che siamo su Scherzi a parte e che questo, in realtà, è un test d’intelligenza. Erin, mi prendi in giro? Perché altrimenti il problema è più grave di quanto pensassi.
Ad ogni modo, in seguito, Nica parla con Adeline e qui vediamo Biancaneve confessare alla sua amica che Anna le ha suggerito di parlare con uno psicologo. Questa è la conversazione:
“ << Anna pensa che dovrei parlarne con qualcuno. Pensa…che potrebbe aiutarmi >>
<< Credo che abbia ragione >> Adeline strinse le spalle e sospirò << da queste cose…non si guarisce da soli >>
<< Tu ci sei andata? >>
<< Un paio di volte…ci sono andata per conto mio. Non gli ho raccontato…di Lei. Non gli ho detto propriamente di Margaret, ma parlare in qualche modo mi ha fatto bene. Ma Nica…Tu eri molto più piccola quando hai iniziato a subire quelle cose. Ognuno di noi assimila le proprie esperienze in modo diverso. Soprattutto quelle traumatiche. Ognuno di noi le vive a modo suo >>”
Scusami? E di che cosa hai parlato con lo psicologo? Del kebabbaro sotto casa? Io veramente non capisco, cosa diamine sto leggendo. Già dal capitolo interamente dal punto di vista di Rigel pensavo che il libro stesse degenerando, ma più vado avanti e più la situazione peggiora. Questa è stata torturata come Nica, è andata dallo psicologo due volte e non ha manco parlato del trauma però si sente già meglio? Il fatto che Nica fosse più piccola non cambia niente, queste sono cose che ti segnano nel profondo a qualsiasi età. Raga, ma ce la facciamo? Non stiamo parlando del tuo primo amore che ti ha messo le corna, stiamo parlando di abusi gravissimi. Per non parlare del fatto che Nica dovrebbe già essere stata profondamente segnata dall’aver perso entrambi i genitori in un incidente all’età di cinque anni, aggiungete questo trauma al mucchio e pensate a cosa ne viene fuori.
In tutto ciò, Adeline dice a Nica che è venuta a far visita a lei Rigel perché due giorni dopo sarà il compleanno di quest’ultimo. Il dieci marzo. Quindi dal capitolo 9, quello del giorno di San Valentino, in cui Rigel interpreta una versione poraccia e psicopatica di Milord, non è passato nemmeno un mese? OK.
“ Ricordavo il giorno del suo compleanno perché era l’unico che la tutrice avesse mai festeggiato. Ricordavo Rigel con la candela di un dolcetto a rischiarargli il viso, da solo, seduto al tavolo della mensa. […]
<< Il giorno del suo compleanno…il giorno in cui lo hanno trovato, gli ricorda la notte in cui la sua famiglia non l’ha voluto >> confermò Adeline.
<< Rigel non è come noi. Non lo è mai stato…Noi abbiamo perso le nostre famiglie, Nica, ma loro non volevano lasciarci. Non possiamo capire cosa voglia dire essere rifiutati dai propri genitori e lasciati dentro una cesta senza nemmeno un nome >>
La diffidenza continua. L’atteggiamento disilluso. L’assenza di legami, la corazza per respingere il mondo. Il suo carattere aggressivo e restio. Rigel aveva la sindrome dell’abbandono. Era un trauma che si portava addosso da sempre. Ci era cresciuto dentro fino a fondercisi con quella realtà. I segnali c’erano. Io. Però, non ero mai stata in grado di coglierli. “

Questa tra un po’ non sa manco da che parte è girata, più avanti ne avremo altre prove ulteriori, però sa perfettamente cos’è la sindrome dell’abbandono e quali sono i suoi sintomi? Certo. San Valentino no, ma la sindrome dell’abbandono sì. Mi ha fatto ridere sta cosa, quasi tanto quanto quell’elenco di sintomi che, in realtà, dovrebbero delineare il carattere di Nica e non quello di Rigel.
Ora voglio concentrarmi su questa sindrome che è stata incollata addosso a Rigel completamente a caso. Dunque, la sindrome dell’abbandono si manifesta quando il soggetto abbandonato si ricorda dell’abbandono stesso o quando, in fase di crescita non è stato amato. Ora, ci è stato detto un numero spropositato di volte quanto Rigel sia stato amato dalla tutrice, cresciuto a suon di coccole e biscotti. Proprio in questo trafiletto ci viene riferito che il suo era l’unico compleanno ad essere festeggiato dalla tutrice. Quindi la domanda sorge spontanea: di cosa cazzo stiamo parlando?
Queste sono cose che nella vita di un bambino hanno importanza, non è possibile che Rigel ci sia nato con questo carattere così schivo e scostante. Esattamente come non è possibile che, sin da bambino, abbia nutrito un tale odio verso se stesso. Queste cose nella vita reale non esistono. Gli posso concedere qualche riflessione sull’abbandono ricevuto dai genitori ma che si metta a colpevolizzarsi così, no. Non esiste. Non sei Edward Cullen e non hai ucciso nessuno, quindi scendi dal piedistallo, per cortesia. Non ci vuole un genio o aver studiato psicologia per sapere ste cose, ma se non si sanno esiste Google. Non sono cose che richiedono anni di approfondimento, basta documentarsi, come sarebbe giusto che una persona facesse se vuole trattare certi argomenti. Rigel non è mai stato trattato da reietto da nessuno, anzi, è stato trattato come se fosse stato il figlio della tutrice. Inoltre questa donna non gli ha mai nemmeno fatto pesare il fatto che sia stata abbandonato, non gli ha mai detto che lui fosse stato lasciato dai genitori perché fosse “ un piccolo, sporco bugiardo”, come invece ha fatto con Nica per giustificare il fatto che nessuno la adottasse.

Capite perché vi dico che questi due dovevano avere i caratteri invertiti? Qualcuno lo evitava all’istituto, questo è vero. Però succedeva perché lui si comportava da stronzo e certi atteggiamenti nocivi, giustamente, a tanti non piacciono. Tranne a Nica, a lei essere seviziata piace. Tant’è che ha la sindrome di Stoccolma, come ormai abbiamo ben capito.
Passando oltre, è il giorno del compleanno di Rigel. Anna ha organizzato una cena per festeggiarlo, ma prima Nica si incontra con Lionel (il ragazzo lumaca, per chi si fosse dimenticato di lui) e quando la vede dice una serie di cose che mi hanno lasciata spiazzata. In sostanza, Nica indossa un vestito con i pois bianchi, è vestita da Minnie e io già ridevo.
“È un bel vestito. Ti sta molto bene. Sei molto carina. Non c’era bisogno che lo mettessi per venire qui >>
<< Eh? >>
<< Non che non lo apprezzi…ma non c’era bisogno di mettersi un vestito tanto carino per prendere un gelato insieme. Non dovevi, davvero. È soltanto un gelato >> “
Già qua abbiamo dei problemi seri. Chi cazzo è che parla così o che esprime a voce alta un pensiero malato come questo? Io di ragazzi ne conosco tanti e vi giuro che non mi è mai capitato che, anche solo per andare a prendere un gelato d’estate, qualcuno mi chiedesse perché indossassi un vestito tanto carino. Cosa diamine vuol dire? Io boh, che devo dire? Non capisco che visione abbia Erin Doom degli adolescenti o dei ragazzi in generale. Preparatevi perché come al solito non c’è limite al peggio.
“ << Oh, no io…lo so. L’ho messo perché dopo ho una cena. Sai, festeggiamo insieme. Oggi è il compleanno di Rigel >>
<< Quindi è per lui che te lo sei messo? >>
<< “ Per lui”? >>
<< Per il caro fratellino? Ti sei messa così carina per il suo compleanno? >>
<< Facciamo una cena a casa. Mi sembrava una cosa carina…>>
<< E tu per una cena a casa ti metti un vestito? >>
<< Lionel…C’è qualcosa che vuoi dirmi? >>
<< Lascia perdere >>

Oooh! Ma stiamo impazzendo? A parte che Lionel, fino a prova contraria, non sa un cazzo del succhiotto o di tutto il resto. Il che significa che per lui loro due sono fratello e sorella. Questo è geloso del fratello. Ma poi cosa cazzo vuoi? Lasciala in pace, macaco. Facciamo finta di credere che un diciassettenne abbia certe uscite, anzi, facciamo finta di crede che veramente lei non gli dica che è matto frascico e che chiede un’ordinanza restrittiva. Lionel, dammi retta e fatti i cavoli tuoi, che campi cent’anni.
Dopo, lui le chiede cosa ci sia nel sacchetto che lei si è portata appresso, così scopriamo che Biancaneve ha preso un regalo ad Hannibal per il compleanno. Si tratta di una sfera di vetro con la sabbia colorata dentro, tipo quelle che fanno nei banchetti in Marocco. Lionel cosa fa? Chiede se può vedere il regalo e lo fa cadere apposta con l’intenzione di romperlo. Se pensate veramente che ci sia qualche possibilità che Nica a sto punto si incazzi e lo mandi a cagare, avete preso un granchio . Infatti lei non gli dice nulla.
Fatemi capire un attimo: lei riesce ad arrivare a capire, in base ai suoi comportamenti, che Rigel ha la sindrome dell’abbandono; però, non riesce a capire che questo macaco le ha rotto il regalo apposta?
Ce la facciamo? Chiaramente no. Per l’ennesima volta. Nica non ce la fa a far funzionare i neuroni. Questo deficiente si è già menato con l’altra scimmia una volta, è palese da come ti parli di lui che non lo sopporta e comunque tu credi che questo sia stato un incidente? Olaf ha più neuroni di te, giuro.
Al compleanno di Rigel, comunque non succede nulla di eclatante. Accade solo che Nica gli riferisce che il suo regalo si è rotto e che in qualche modo si vuole sdebitare con lui. Perciò c’è questo dialogo imbarazzante in cui lei gli dice che ci deve essere per forza qualcosa che lui vuole. Così Hannibal che fa? Le lecca lo zucchero filato e rimasto sull’angolo della bocca di Biancaneve. Lei poi lo guarda aspettandosi un bacio, ma lui alla fine si allontana. Fammi capire: l’hai morsa, le hai leccato la bocca ma ti pigli male per baciarla? OK. Lei lo supplica di non andare e lui si ferma ma qualcuno ha suonato al citofono anche se è tipo tarda sera. Perciò, lei va ad aprire e indovinate chi è? Lionel, il macaco numero due.
“ << Lionel. Che stai facendo? Che ci fai qui a quest’ora? >>
<< Ho visto le luci accese. Lo so, è tardissimo, lo so Nica, ma…non riuscivo a dormire…Non potevo >>”
Questo fa gli appostamenti fuori casa sua, ma è troppo inquietante sta cosa! Qualcuno chiami la polizia, i comportamenti di sto tipo sono inquietanti come quelli di Rigel, ma in maniera diversa. Rigel discende direttamente da Ted Bundy con la sua sociopatia, mentre questo è al calibro di Jason Voorhees.
“ << Non faccio altro che pensarci, sono arrivato al limite. Non sopporto che tu viva qui con lui >>
<< È tardi, Lionel. È meglio che tu vada a casa… >>
<< No! Non ci vado a casa. E non riesco nemmeno più a far finta di niente! Non sopporto di sapertelo sempre intorno, con quel suo atteggiamento da bastardo intoccabile e tu con questo tuo…vestito. Siete stati insieme fino ad ora? È così? Che cosa ti ha chiesto del regalo, eh? Che cosa? >>
<< Non sei in te >>
<< Non vuoi dirmelo? Tu ancora non hai capito, vero? >>
<< Lionel…>>
<< Come te lo devo dire? Eh? Come? Sei davvero così ingenua? Non posso andare avanti così, è assurdo! Da quanto ci sentiamo? Da quanto? E tu nonostante tutto sembri non vedere niente! Cosa devo fare perché tu capisca? Cosa? Dio, Nica, apri gli occhi >> D’impeto le sue mani mi presero il viso: Lionel mi baciò e io sbarrai gli occhi. Poi d’istinto serrai le palpebre e lo spinsi via. “

A questo punto, Nica chiama la polizia e lo fa arrestare per molestia, aggressione e stalking. Sì, sto cazzo. Rigel ha visto la scena dalla finestra, lei se ne accorge e gli corre dietro perché lo vedere scappare. Perché lui, come ormai è chiaro che sia, è troppo tsundere.
Parliamo un attimo di sta scena perché io sono sconvolta. Questo la conosce da quanto? Due settimane? È troppo inquietante sto ragazzo! Lionel e Rigel sono andati alla stessa scuola per serial killer. Hanno entrambi imparato ad amare da Freddy Krueger. Raga, TSO per tutti, offro io.
Siamo già a quota due baci dati contro la volontà delle persone alle quali erano destinati. Vediamo a quanto arriviamo, eh. Qualcuno chiami la fottuta polizia, non vanno bene sti comportamenti. Non – vanno – bene. Lionel, si chiede cosa deve fare per far capire a Nica cosa prova. Bro, intanto ti calmi e parli come una persona normale e non come un gorilla tenuto in cattività. Poi, non la baci contro la sua volontà e non fai ste scenate da psicopatico perché sei geloso di quello che, ai tuoi occhi, è suo fratello! Ma c’è un personaggio maschile giovane normale qui dentro o sono tutti aspiranti serial killer?
Pronto? Ma la vogliamo chiamare la polizia?
Qua saltiamo a bomba nella mente di Hannibal, scusate, Rigel che si sta facendo giusto qualche paranoia. Il che mi fa ridere, se consideriamo che sono 318 pagine che lui dice a Biancaneve di stargli lontano ecc.
“ Aveva una voglia micidiale di farlo a pezzi, di spaccare la faccia a quel coglione e strapparlo via da lei”
Non lo sta dicendo perché Lionel ha molestato Nica o perché abbia ascoltato la conversazione, ma perché li ha visti baciarsi. Cosa vi dicevo? Lui è Ted Bundy: fa la bella faccia davanti a tutti, con il suo aspetto da Apollo, ma sotto nasconde una mente malata e ossessiva. Questo sta pensando di spaccare la faccia al ragazzo che ha baciato la ragazza di cui lui è innamorato da una vita, ma che, in tutto ciò, bullizza da sempre per ragioni ignote. No, Rigel, il mal di testa non conta come motivo per fare certe cose ad una persona e volerla allontanare da se. Lui ha l’età celebrale di un bambino di otto anni: ti faccio i dispetti così capisci che mi piaci. Il problema è che lui ne ha diciassette di anni.
“ Si era fatto odiare troppo. […] Nessuno lo avrebbe mai voluto, nessuno, perché era rotto, diverso, meschino ed era un disastro. Rovinava tutto quello che toccava. C’era qualcosa che non andava in lui, e ci sarebbe stato per sempre. Non sapeva nemmeno provare emozioni comuni, non sapeva nemmeno provare un sentimento dolce come l’amore senza graffiarlo e farlo a pezzi nel tentativo di respingerlo. “
Che drama queen. Lo hai deciso tu, figliolo, non te l’ha detto nessuno di comportarti così. Quindi evita di piangerti addosso perché di pena ne fai ben poca. Lui qua non è che si sta rendendo conto di avere un’ossessione per lei o di provare un amore malato. No, lui si sta riferendo al mal di testa. Io qui, non sapendo ancora nulla della sua malattia, ho pensato che lui avesse dei sensi di colpa per non avere mai aiutato Nica al Grave; oppure, che avesse davvero un qualche disturbo mentale. Povera me. Povera me, che credevo davvero che qui ci fosse qualche cosa da salvare, qualche spiraglio di luce in un baratro di cazzate. Mi sbagliavo di grosso. Lui è Laganja.

Niente, dopo le pippe mentali di Hannibal, torniamo nella mente di Nica. Lei lo ha seguito fino in camera sua e c’è l’ennesima scena alla bella e la bestia perché lui sta mezzo avendo uno dei suoi attacchi di mal di testa:
“ << Non entrare. Vattene…vattene subito. Ti ho detto di non entrare. Fuori! Sei sorda o cosa? Ti ho detto di sparire! >> Mi ringhiò addosso in maniera spaventosa. << Mi hai sentito? VATTE NICA! >>
Allungai le braccia e gli circondai il capo, poi lo tirai verso di me. Lo strinsi. Lo strinsi per spezzarmi con lui, senza capire perché anche io stessi andando in pezzi. “
Viene detto un botto di volte che lui al posto di parlare ringhia. È un cane? Ah, no, già. Lui ringhia perché è un lupo. Come ho fatto a dimenticarmene? A me lui sembra più una pecora. Considerando che non ha le palle di affrontare ciò che prova, di ammettere che si considera un disastro perché è una drama queen o anche solo di accettare e confessare i suoi sentimenti. Altro che lupo, questo è una pecorella smarrita.
“ << Non sarai più solo…Io non ti lascerò, Rigel. Te lo prometto… >> “
La situazione si fa sempre più preoccupante. Questa sindrome di Stoccolma gronda dalle pagine e la cosa mi preoccupa. Perpetra atti di bullismo nei tuoi confronti da anni, Nica. Svegliati, cazzo. Qua non c’è il cucciolino ferito, questo tra un po’ ti fa a pezzi e ti mette nel freezer. Dai retta. Oppure ti invita a cena e poi ti si mangia.
Vi rendere conto che questa cosa ha un target di teenager? Che bei insegnamenti che getta sulle menti giovani la nostra cara Erin, i miei più sentiti complimenti.
Comunque, niente. Dopo ste parole, lui inizia a baciarla un po’ dappertutto, tranne che sulle labbra. Finché lei non arriva a ricordarsi che è come Miki di Piccoli problemi di cuore. Dato che loro stanno per essere adottati e che, di conseguenza, sulla carta sono fratelli. Quindi lo allontana. Vi prego, mettetevi insieme. Salvate qualche albero, ve lo chiedo per favore. A quanti battibecchi siamo arrivati? Ho perso il conto.
Dopo che lei lo allontana, lui dice questo:
“ << Continui a illuderti…Vuoi credere nella favola, ma noi siamo rotti, Nica. Siamo scheggiati. È nella nostra natura rovinare le cose. Noi siamo fabbricanti di lacrime >>”
Ma rotti di che cosa che sei cresciuto a biscotti e marmellata?! Cresci, bro. Tutto il libro a dire che lui è super intelligente e io ancora sto cercando di capire chi tra i due è più scemo. Sono rotti perché sono orfani entrambi o perché sono cresciuti in un istituto? Non è in entrambi i casi un po’ estremo dire una cosa simile?
Vabbè, fa niente. Ad ogni modo lui la caccia via perché “torna ad essere lupo” e le dice che non sa che farsene delle promesse di lei. Io non so che farmene delle vostre cazzate, pensa un po’.

In tutto ciò lei si strugge per sta cosa:
“ Davanti a me vidi solo i suoi occhi. Le sue iridi scure, il modo in cui mi avevano guardata. La mia promessa che si spezzava nel suo sguardo, spegnendo quella luce…[…]
Mi sentivo spaccata a metà. Ero persa. Nascosi la testa tra le ginocchia e sentii la vita prendersi gioco di me. “ che pezzo sceglieresti del tuo cuore? “ sembrò sussurrarmi meschina. “ Puoi sceglierne solo uno, perché l’altro poi inevitabilmente muore. Che pezzo sceglieresti? “ “
Ed è subito sigla degli Occhi del cuore di Boris. Wow, vedo Biancaneve essere dilaniata dal dolore più qui, che quando si parlava del suo trauma. Meraviglioso. A proposito: ma il trauma che fine ha fatto in tutto ciò? Boh. OK.
Lei mentre pensa a Rigel e ai loro Piccoli problemi di cuore, riceve messaggi di Lionel a rotta de collo. Stessa cosa per le chiamate. Le ignorerà, considerando quello che le ha fatto? Si, sto cazzo. Lei risponde e per farvela breve lui la invita ad una festa e le chiede di andarci così almeno possono parlare. Lei rifiuta.
No, scherzo. Accetta e il giorno dopo va a casa di Miki assieme a Billie per trascorrere il pomeriggio con loro. Si scopre che Miki è ricca da far schifo, che abita in una magione e che si muove con una macchina guidata dall’autista di famiglia. Quando entrano nella magione, l’autista guarda il padre di Miki dice questo rispondendo all’uomo che le chiede se sono entrati degli uomini:
“ << Sì, signore. Nessun esemplare di adolescente maschile è entrato da quella porta >>”

Ma cos’è? Un film di spionaggio di serie B? Oppure stiamo girando Diario di una principessa 3? Anne Hathaway si è licenziata?
Vabbè, sorvoliamo. In questa circostanza, le due ragazze aiutano Nica a prepararsi per la festa di Lionel – vi risparmio la cosa – sino a quando Billie non decide di parlare con Miki e Nica di ciò che le è successo quella stessa mattina. Dovete sapere che Billie – quella che è stella di Teen Titans, non Raven- . Dovete sapere che tutti gli anni, durante il giorno del Garden Day, riceve una rosa bianca. Eppure lei non sa che a regalarle questa rosa è proprio Raven, aka Miki. Così si mette a raccontare di aver incontrato questo ragazzo lo stesso giorno e che parlandoci ha scoperto che va nella sua stessa scuola, sto tizio le ha detto che stava cercando da un po’ le palle di parlarle. Così lei gli ha chiesto se fosse lui a regalarle tutti gli anni la rosa bianca e sto tipo ha detto di si.
Per farvela breve Miki si incazza e inizia a dirle che non è lui a regalarle la rosa, hanno un battibecco tipo bambine di otto anni che vi risparmio, sino a quando Miki confessa a Billie che a regalarle la rosa è lei. E poi:
“ Afferrò il viso di Billie e stampò le labbra dritte sulle sue. Billie sbarrò le palpebre, gli occhi pieni di orrore e sgomento, e l’istante dopo la spinse via con tutta la sua forza”
Vi ricordate il conteggio dei baci dati contro la volontà delle persone ai quali sono destinati? Ve l’ho detto di tenere il conto. Abbiamo raggiunto quota tre, vediamo se si alza ancora.
Queste sono molestie per la miseria! Piantatela tutti quanti di baciare la gente a cazzo di cane! Ste cose le odio. Niente, queste due si chiudono in due stanze diverse e Nica va appresso a Billie e le dice ciò:
<< Quello che è successo non deve mettere in dubbio la vostra amicizia. Il vostro rapporto è sempre stato vero Billie…Più vero di quanto credi…Lei ti vuole…un bene dell’anima…>>”
Nica, le conosci da un mese, come fai a dire una roba del genere? Rega, per piare un po’ di realismo. Giusto un pizzico, eh. Non ne chiedo tanto.
Biancaneve poi va alla festa di Lionel, solo che si accorge subito che preferirebbe andare a casa per chiarire con Rigel, ma mentre è nella casa sente questa conversazione tra due ragazze di cui una è ubriaca:
<< Era bellissimo! Era un figo da paura, cazzo, e non mi credi! Non mi credi! Era il ragazzo più bello che avessi mai visto >>
<< Sì va bene, va bene. Un figo ultraterreno, alto, bellissimo, e con gli occhi “più neri della notte”…Certo come no…>>
<< Era da infarto! Uno così non può andarsene in giro con una bellezza del genere! Ho dovuto provare a toccarlo, capisci? Con quella pelle così bianca non sembrava neanche vero…>>”
Secondo voi sta ragazza ha visto Casper sotto steroidi? Ovviamente no. Era Rigel. Come vi ho già detto: è Apollo. Ad ogni modo, mentre se ne sta andando, Nica viene fermata da Lionel un po’ alticcio in cucina. Lei vuole provare a parlargli di quello che è successo, ma lui ovviamente pensa a tutto meno che a parlare, e ad un tratto succede questo:
“ Le sue labbra trovarono lo stesso le mie, coprendole completamente. Mi baciò contro il bancone della cucina, il sapore dell’alcol che si mischiava al mio respiro. La sua bocca umida inseguì la mia, quasi soffocandola, e inutili furono i miei sforzi di farlo smettere.
<< No…Lionel! >> Spinsi forte contro il suo petto, cercando di divincolarmi da qualcosa che non volevo, ma la sua mano salì al mio viso per baciarmi più a fondo. Le sue dita si ancorarono ai miei capelli per tenermi ferma e mi ritrovai incapace di muovermi.
<< Ti prego…> Lui non ascoltò. Fece l’unica cosa in grado di spezzarmi. Catturò entrambi i miei polsi. E strinse. E la realtà precipitò”
Questa è una molestia. Possibile che nel 2021 dobbiamo ancora utilizzare questi espedienti poracci nei libri per adolescenti? Basta! Qua lei riesce a liberarsi e scappa. In queste circostanze si chiama la polizia, si fa una telefonata e si denuncia la cosa. Almeno ci si prova, perché queste cose non vanno lasciate impunite. Chiaro? Se una ragazza dice no, è no. Basta con questa idea che se una dice no, in realtà sotto sotto ci sta. Il conteggio baci a quanto sta? Quattro. Quattro baci dati contro la volontà altrui in 352 pagine. Bene, ma non benissimo. Cribbio, ma un personaggio maschile con la testa a posto lo vogliamo fare, Erin? O dobbiamo fare una seduta di gruppo dallo psicologo tipo alcolisti anonimi? Cristo, non se ne salva uno.
Nica scappa e quando arriva davanti a casa, si accorge che Lionel l’ha seguita.
“ << Nica. Ma che…stai facendo? >>
<< Lasciami >> mormorai, cercando di sfuggire al suo tocco.
Indietreggiai, liberandomi dalla sua presa, lui mi riafferrò. E io sapevo che non era in lui, sapevo che Lionel non era così, ma non riuscii a non averne paura “
No, Nica. Tu non sai un cazzo, non lo conosci nemmeno. Poi, vorrei aggiungere: ma stiamo cercando davvero giustificare la molestia con la scusa dell’alcol? L’assunzione di bevande alcoliche non altera a 360 gradi la persona che sei. Sei senza freni inibitori, ma non è che cambi personalità. Non è che se io mi ubriaco sviluppo le capacità artistiche di Picasso. Se uno è aggressivo e psicotico normalmente, quando si ubriaca questi comportamenti possono peggiorare, ma non è che si sviluppano senza fondamenta. Quindi non prendiamoci per il culo e non cerchiamo di erigere giustificazioni per i comportamenti nocivi altrui, grazie.
“ << Mi stai facendo male >> sentii la voce assottigliarsi di nuovo nella paura, nel senso di impotenza, lo spavento che si gonfiava, che soffocava. Cercai di respingerlo ma lui non me lo permise: mi afferrò per le spalle, spazientito, e mi scosse con rabbia.
<< Cazzo, smettila e guardami! >>”

Porca miseria, ma puoi fare qualcosa? Un filo di istinto di sopravvivenza lo hai, Nica? O dobbiamo andare alla fiera dell’est a comprarlo? Cristo, ma dagli un calcio dove non batte il sole, fai qualcosa. Una testata sul muso, non lo so ma qualsiasi cosa è meglio di questo. Niente, la donzella in pericolo viene salvata da Rigel che esce di casa, prende sto macaco e lo sbatte a terra. Incredibilmente, lì per lì non lo mena. Fa per seguire Nica dentro casa, ma Lionel attacca. Tutto ciò fa molto scontro finale tra Gaston e la Bestia della Bella e la Bestia.
“ << Ti credi un eroe? È questo che ti credi, eh? Credi di essere il buono? >> gli urlò addosso Lionel
<< Il buono? Io…il buono? Vuoi vedere dentro di me? Ti pisceresti sotto prima di aprire gli occhi. Oh, io non sono mai stato il buono. Vuoi vedere quanto posso essere cattivo? >>”
Poi, in sostanza, Rigel schiaccia la mano di Lionel, che è ancora a terra, sotto la suola della scarpa sino a che Nica sente le ossa scricchiolare e quando si ricorda che lei è ancora lì, si ferma e i due entrano dentro casa.
Lasciano Lionel fuori e tanti cari saluti. Porca di quella miseria. Intanto, chi cazzo parla così. Tutte ste super cazzole sul buono e il cattivo, ma cos’è? Batman vs Superman? Non mi pare. Ma poi: Volete chiamare la dannata polizia? Pronto? Questo l’ha molestata! Se non fosse arrivato Rigel cosa sarebbe successo? Possibile che nessuno fa un cazzo in sto libro?
Comunque scemo e più scema, una volta tornati in casa lei inizia un discorso dicendo che lui è parte della sua favola. Quale favola? Di cosa stai parlando? Questo ti bullizza da una vita. Sveglia! Ma altro che Bella addormentata nel bosco. Nica, ti prego apri gli occhi.
“ << Non è vero che sei cattivo. Io lo so come sei dentro…e non c’è niente di brutto, o spaventoso. Tu non sei così. Io vedo in te…tutto il buono che tu non riesci a scorgere. Ognuno di noi brilla di qualcosa, Rigel…Di qualcosa che abbiamo dentro. Ho sempre cercato il buono nel mondo. E l’ho trovato in te. E non importa quale sia la verità, perché l’unica luce che vedo, ora, sei tu. Ovunque guardi, in qualsiasi istante…io vedo soltanto te >>”
Stiamo a sgravà. Io non mi esprimo sul realismo di un discorso simile, ma sul resto devo. Questa rincoglionita, perché a sto punto è l’aggettivo più gentile che mi viene in mente per descriverla, non lo conosce. Non sa assolutamente niente di lui, ma zero proprio. Lei vede il buono del modo in una persona che per 12 anni della sua vita ha perpetrato atti di bullismo fisico e psicologico nei suoi confronti. Possiamo renderci un attimo conto della gravità di questa cosa? Questo tizio la molesta da quando erano piccoli anche se sapeva che lei veniva legata negli scantinati! Pronto? Io chiamo la neuro, mi dispiace. Ma voi avete bisogno di essere internati. Lui è il perfetto ritratto della mente di un serial killer, di un sociopatico incallito. Sapete qual è la prerogativa dei sociopatici? Che piacciono a tutti. Perché sembrano estremamente affascianti e fidati.
Chi è affetto da disturbo antisociale della personalità, inoltre, instaura relazioni superficiale e artificiali volte solamente a trarne un beneficio per se stessi. Rigel dice chiaramente, più di una volta, che si è fatto adottare con l’unico scopo di restare accanto a Nica. Ecco il vostro tornaconto personale. Infatti, lo vedremo presto più nel dettaglio, lui non ha nessuno tipo di interesse nell’avere una famiglia o nell’instaurare rapporti con chiunque non sia Nica – tornerò sull’argomento e lo approfondirò nel dettaglio, in modo tale da fare una parentesi anche sul suo rapporto con Nica e l’assurdità del suo affetto per lei -. Rigel non ha amici, non ne ha mai avuti, non esce con nessuno e soprattutto non socializza con anima viva. Stiamo parlando di un soggetto che andava a letto con delle ragazze solo perché le ricordavano Nica. Questo cosa comporta? Che, come detto in precedenza, instaura rapporti superficiali per averne un tornaconto personale, incurante dei sentimenti altrui. Le persone dai sociopatici vengono proprio viste come delle pedine per raggiungere i propri obbiettivi, proprio come Anna e Norman che, agli occhi di Rigel, rappresentano solo due pedoni che gli permettono di restare accanto a Nica. Niente di più e niente di meno di questo. Più avanti, avremo un’ulteriore prova di ciò che vi sto dicendo e che va non solo a confermare la mia tesi, ma anche a peggiorare quello che è il profilo psicologico di questo personaggio.

Andando avanti, la conversazione peggiora. Avevamo dubbi? Ma quando mai!
“ << Non esistono le favole, Nica. Non per quelli come me >>
<< Non voglio qualcosa in cui non ci sei. Avevi ragione. Noi siamo rotti…Non siamo come gli altri. Ma forse, Rigel, ci siamo spaccati in pezzi per incastrarci meglio >>
Nessuno conosceva i miei demoni più di lui. Nessuno conosceva le mie cicatrici, i miei traumi, le mie paure. E io avevo imparato a vederlo come nessun altro, perché in quel cuore così diverso avevo trovato il mio “
Hannibal, Biancaneve, venite. Vi offro una seduta dallo psichiatra.
Non so nemmeno da dove cominciare. Dunque, intanto dovete piantarla di parlare di favole perché mi avete rotto il cazzo. Crescete un po’ perché questa cosa sta diventando veramente ridicola. Una volta va anche bene, però dopo 358 pagine state diventando veramente petulanti e ridondanti con sta cantilena. Poi, vorrei capire cosa significa che siete rotti. Rotti in che senso? Perché siete cresciuti in un istituto? O perché non avete i genitori? Questo è un messaggio sbagliato, non si può definire una persona rotta per una cosa del genere e se qualcuno si considerata tale per questo motivo, allora, c’è un problema. Se qualcuno vi dice che siete rotti, per una qualsiasi ragione, tagliate i rapporti. Le persone non sono dei giocattoli e non vanno definite come tali. Sapete perché non si definisce rotta una persona che ha subito un trauma o che ha qualche disturbo psicologico? Perché le persone non sono la propria malattia. E non esiste sta cazzata del siamo rotti, ma siamo rotti insieme perché così ci incastriamo meglio. È un po’ come dire: le fessure che ho tra le dita esistono per incastrarsi alle tue. No, hai le fessure tra le dita perché altrimenti nascevi anatra e andavi in giro a terrorizzare la famiglia Herondale. Chiaro? Bene.
Nica, ora tu mi devi spiegare quali demoni conosce Rigel. Quali? I tuoi traumi? Io sono nella tua testa da 358 pagine e ancora non ho capito dove cazzo lo hai messo sto trauma che millanti di avere. Lo hai perso per strada mentre giocavi alla piccola fiammiferaia? No perché ti giuro che non capisco. Voi due non avete mai parlato di un tubo, a parte i vostri battibecchi da idioti su chi sia fra i due il fabbricante di lacrime. Nica non ha mai condiviso con Rigel il suo trauma, ciò che prova o come si senta riguardo ciò che è successo, non hanno mai parlato di niente. Credo che lui non sappia nemmeno come si senta lei riguardo la morte dei suoi genitori, o il tipo di persone che erano. Pur ammesso che lei ci pensi ancora, dato che già solo fatto di essere rimasta orfana in un colpo solo a cinque anni avrebbe dovuto segnare sta ragazza nel profondo, ma di questo non se ne parla mai. Cristo, c’è più profondità in un episodio di Kiss me Licia.
“ << Una volta avevi paura di me >>
<< Una volta…non avevo ancora imparato a vederti >>
<< Io non sono una delle tue bestioline…Nica. Non puoi aggiustarmi >>
<< Non voglio farlo. Io ti voglio…così come sei. Te l’ho promesso. E non ho smesso di crederci…Non ti lascerò solo, Rigel. Permettimelo…Permettimi di restare con te >> “
Ma resta con me, ti prego, perché se siamo rotti insieme allora è il resto del mondo ad essere difettoso, e non noi. “

Io non so chi dei sue mi preoccupi di più. Lui che parla del fatto che non possa essere aggiustato perché soffre di emicrania cronica (entrerò nel dettaglio quando questa cosa verrà rivelata, lo giuro. Abbiate fede e soprattutto pazienza). Oppure lei che parla del fatto che voglia stare con lui perché sono rotti insieme.
Lei sta provando un sentimento d’amore e di riconoscenza verso una persona che ha perpetrato degli atti di bullismo nei suoi confronti. Questa è la sindrome di Stoccolma: lei sta proiettando questi sentimenti verso di lui perché non lo comprende. Investe questi sentimenti in lui credendo di poterlo salvare, perché in qualche modo è convinta che salvando lui possa salvare anche se stessa. Lei ha iniziato ad amare qualcuno che non comprende perché se così non facesse questo qualcuno, inevitabilmente, la distruggerebbe. Queste sono le ripercussioni di una relazione malata e di un tipo di violenza che a livello mentale ha sfaldato tutto. Capite? Queste sono le conseguenze degli abusi di Rigel, ma questo non è amore vero. Non si può basare una relazione sugli abusi e sull’ossessione. Questi due sono sconosciuti e manco lo sanno.
Ad ogni modo loro dopo limonano e tanti cari saluti. Arriviamo così ad un altro capitolo ridicolo, il capitolo 27: Le calze. Vi giuro che si chiama così, non me lo sto inventando io.
In sostanza, Nica sta uscendo di casa per andare a scuola e Rigel nota che lei sotto l’orlo della gonna ha un buco nelle calze.
“ << Hai un buco nelle calze. Qui >>
<< È piccolo >>
<< Ma c’è >>
<< È quasi sotto la gonna. Si vede appena…>>
<< Si vede abbastanza…da farti domandare fin dove prosegue >>
Sentii una nota di controversia nella sua voce, quasi un buco come quello, su una ragazza delicata e innocente come me, fosse in grado di scatenare strane allusioni all’immaginazione maschile. Mi sentii avvampare. […]
<< Posso sempre toglierle >>
<< …Toglierle? >>
<< Sì. Ne ho un paio di riserva che porto sempre con me…>>
<< Mh…>>”
Quali cazzo di problemi avete? Mi chiedo chi si porti sempre un paio di calze di riserva appresso. A me non sembra normale questa visione delle cose, della vita. Io non so che visione distorta e malata abbia dei maschi Erin Doom, perché qui, chiaramente, c’è qualcosa che non va. Il fatto che qui si voglia quasi far credere che un buco nelle calze scateni fantasie perverse nella mente di un ragazzo non so se mi fa ridere, o mi fa piangere. Devo ancora decidere. Ha un buco nelle calze, per la miseria, non ha addosso un costume da coniglietta di Playboy. In quale universo questa cosa rappresenta un problema così grande e, soprattutto, scatena certe fantasie nella mente dei ragazzi? A chi non è mai successo di smagliarsi le calze? A me, per esempio, visto che ho la delicatezza di una tigre lasciata a digiuno, è capitato un numero esagerato di volte. Ne ho bucate una fracca anche solo mettendole. Ma giuro che mai, mai, mi è successo che un ragazzo me lo facesse notare con malizia o che iniziasse a farsi certe fantasie vedendo un singolo buco sulla calza.
Adesso vi faccio ridere: vi ricordate quando vi ho detto che non c’è mai limite al peggio? Ecco, preparatevi. Si prosegue con Nica che arriva a scuola e si mette a parlare con Miki vicino agli armadietti e ad un tratto arriva un ragazzo.
“ << Mi servono gli appunti di scienze. Tu li hai tutti, no? Disse senza troppi giri di parole. (si sta rivolgendo a Miki)
<< Allora? Lo so che non vedi l’ora di farmi questo favore. In fondo dovresti essere contenta che qualcuno si degni di rivolgerti la parola. Se non ti vedessi sempre con queste felpe da stracciona, sai che altri favori potresti farmi? Ehi, piccola Dover. Hai un buco nelle calze, lo sai? Intrigante…>>
Cercai di tirarmi giù la gonna per coprirmi la smagliatura, ma i miei sforzi sembrarono divertirlo.
<< Uh…Così si intravede! Non lo sai? Questo lo rende ancora più eccitant…>> Gli arrivò una spallata che lo rivoltò dall’altra parte. Finì pesantemente contro la fila di armadietti, una mano a tenersi il braccio”
Ovviamente è stato Rigel a salvare la donzella in pericolo e tirare una spallata a sto imbecille. Ma tutte ste scenate per un buco nella calza? Cristo, ma sto leggendo un romanzo ambientato nel 1800? Io veramente non capisco perché ci sia tutta questa ostinazione da parte dell’autrice di far apparire i ragazzi come dei gorilla. Non ci sta un solo personaggio maschile che non sia attratto da Nica o che non sia molesto in qualche modo con lei o in generale. Porca miseria ladra, ma ce la facciamo? Sto macaco è eccitato da un buco nelle calze! Erin sarà cresciuta tra le scimmie come Tarzan, perché altrimenti non me lo spiego. Forse così l’autrice vuole far apparire Rigel come il meno peggio, oppure farci credere che lui sia l’umano tra i babbuini. Ci è riuscita? Chiaramente, no. Lui rimane il macaco numero uno.
Ad ogni modo la cosa non finisce qui, va avanti ulteriormente. Qualcuno, mi aiuti:
“ << Vuoi qualcosa in cambio, non è vero? Forse una bella scopata ti farebbe bene, non credi? E tu, Dover? Tu non li hai degli appunti? Potresti farmeli vedere…sei brava in anatomia? Io scommetto di sì…>>”
Poi Miki colpisce sta scimmia in testa con la custodia del suo violino e mette fine al mio supplizio.

Adesso mi incazzo seriamente. Ma sono tutti dei molestatori seriali in sto libro? Cristo santo! A me questa parte mi sembra un po’ avvalorare l’ipotesi stupida degli idioti che dicono che se una ragazza viene stuprata o subisce molestie verbali è a causa del modo in cui è vestita e che, di conseguenza, “ se l’è cercata”. Dio, che nervi. Tutto questo succede perché lei ha un buco nella calza e se non lo avesse avuto, questo scambio di battute non si sarebbe verificato, per questo lo dico. E questa cosa è ridicola, sembra che l’autrice voglia quasi far passare il messaggio che qualcosa di provocante addosso ad una ragazza, porti a un certo tipo di battute. Questa è una cosa indecente, soprattutto perché si sta parlando di un maledettissimo buco nella calza. È disturbante questa cosa e tanto anche.
Ma poi che palle con sta storia della donzella in pericolo. Lei non ce l’ha una bocca per parlare? Dio, ma la dignità sotto i piedi proprio. E le cose, che ci crediate o meno, degenerano sempre di più. Sì, perché poco dopo scopriamo che Rigel si trova in infermeria perché…rullo di tamburi…pizza gratis a chi indovina…

Ha picchiato qualcuno. Se avete indovinato, bravi. Voi si che mi date delle gioie. Nica di conseguenza da brava crocerossina, va a vedere come sta. Siamo a quota cinque risse in 371 pagine, complimenti.
“ Rigel era seduto nel bel mezzo dell’infermeria.
<< Ho saputo quello che è successo >> notai subito l’arrossamento sul suo zigomo bianco, accompagnato dal taglio che gli aveva spaccato la pelle. << È vero? >>
<< Cosa? >>
<< Rigel…>> << Dipende. A quale parte ti riferisci? >>
<< A quella in cui hai spaccato il naso a Jason Gyle durante la lezione di baseball >> Gyle aveva solo avuto la sfortuna di trovarsi sulla traiettoria quando Rigel aveva colpito la palla durante la simulazione. Peccato che Gyle fosse stato quello ad avergliela tirata, la palla. E dal modo in cui Rigel ci aveva schiantato contro la mazza, spedendogliela indietro con una forza che avrebbe potuto sfondare il muro del suono, il colpo, invece di finire in parabola, era finito dritto sul naso di Gyle. “
Ah, sa pure giocare a baseball? Dove ha imparato? Al Grave avevate anche il circolo sportivo o Rigel è un prodigio su tutti i fronti? Non c’è niente che non sappia fare, incredibile.
“ << Certa gente farebbe meglio a non giocare se non ha spirito sportivo. Si è trattato solo di un tragico incidente…>>
<< Non è quello che mi hanno detto >>
<< E cosa ti hanno detto? >>
<< Che lo hai provocato >>
A quel punto il professore aveva visto perfettamente Gyle saltargli addosso come un animale furioso. Rigel era rimasto fermo il tempo di farsi rovinare la pelle con un pugno, poi gli aveva sfogato addosso una scarica di colpi devastante. […]
<< Come è possibile che tu finisca sempre per fare a botte? >>”
Rigel è posseduto dallo spirito di Travis Maddox? E non è un complimento. Si fa dare i pugni e poi devasta la gente. Almeno Travis da qualche parte aveva imparato a fare a botte. Rigel è cresciuto in un maledetto istituto! C’erano i corsi di autodifesa al Grave? Non mi pare. Sarà la quinta volta che mena qualcuno e ne esce sempre praticamente illeso. Ma i genitori? Non vengono chiamati, visto che questo continua ad essere coinvolto nelle risse? Una volta può essere un caso, però dopo un po’ uno qualche quesito se lo pone, eh. Boh. Anna, invece di annusare i fiori che sanno di pizzo, possiamo portare sto babbuino a far vedere, dato che ha degli evidenti problemi?
Vi risparmio la parte in cui loro limonano nello sgabuzzino dell’infermeria e passo direttamente al capitolo seguente. Arriviamo ad una delle parti più snervanti. Vi chiederete come possa essere possibile, però è così. Ricordatevi che “ non c’è limite al peggio” è il motto di questo libro. Infatti, nel capitolo seguente assistiamo alla prima seduta dallo psicologo di questi due decerebrati. Pensate che, persino mentre questi sono nella sala d’attesa, c’è una ragazza seduta su una sedia che guarda Rigel come se fosse un pezzo di torta al cioccolato. Questo va oltre Apollo, è qualcosa di superiore.
Qui ci viene risparmiata la seduta di Nica, purtroppo, non abbiamo la stessa fortuna con quella di Rigel. Avrei voluto che non fosse stato così, vi giuro. Perché giunta a questo punto ho valutato l’ipotesi di usare questo libro come fiaccola simbolica per le prossime Olimpiadi.
Dunque, Rigel fa il suo ingresso nello studio dello psicologo e nota sulla sua scrivania le tavole di Rorshach perciò, lo psicologo gli spiega quale sia la loro funzione. Dopo, chiede a Rigel se sia mai stato innamorato e, in seguito, lo informa di essere al corrente della sua “condizione”. Ovviamente allude ai suoi mal di testa, ma qua ancora il lettore non sa nulla di quella che è la condizione di Rigel. Perciò io, da povera anima, ho pensato che lui avesse veramente un disturbo mentale. Povera me che ancora speravo in una ripresa improvvisa di sta boiata, povera me. Comunque, niente. Rigel chiede allo psicologo se, prima di iniziare la seduta, può fargli una domanda e ovviamente lui acconsente.
“ << Qual è lo scopo di queste sedute? >>
<< Favorire un miglioramento del benessere psicologico e aiutarti nella tua crescita personale >>
<< Quindi lei da per scontato che i suoi…clienti abbiano bisogno di aiuto >>
<< Beh…Dal momento che vengono da me di loro spontanea volontà…>>
<< E se non fossero venuti di loro spontanea volontà? >>
<< È un modo per dirmi che non hai scelto di essere qui? >>
<< È un modo per comprendere il suo approccio >>
<< Beh…Potrebbero scoprire che li fa sentire meglio. A volte le persone costruiscono realtà in cui credono di stare bene. Non pensano di averne bisogno. Ma dentro si sentono vuote, inutili, come una cornice rotta o un pezzo di vetro. È così. La mente ha ingranaggi complicati, non tutto è fatto per essere compreso. Rorshach stesso una volta ha detto che anche l’anima ha bisogno di respirare >>“
Io già qua non trovavo il senso di questa conversazione perché, contrariamente a ciò che vuole farci credere, Rigel non è stato costretto da nessuno ad andare dallo psicologo. Anna gli ha semplicemente detto che Nica ci sarebbe andata e gli ha chiesto se avrebbe voluto andare pure lui e sto testa di minchia ha detto sì. Fine. Non lo ha costretto nessuno, quindi già il fatto che si atteggiasse da saccente mi stava dando sui nervi, ma la cosa, ovviamente peggiora. Poi nessuno psicologo definirebbe mai un paziente come una cornice rotta o un pezzo di vetro. Mi veniva già l’omicidio addosso nell’assistere all’ennesima scena in cui una figura adula e, soprattutto, professionale, in questo libro venisse ridicolizzata ai massimi livelli. Per non parlare del fatto che gli psicologi devono far sentire a proprio agio i pazienti, quindi una persona seria non metterebbe mai in mezzo la “ condizione “ del proprio paziente. Ma andiamo avanti:
“ << Anche la sua? >>
<< Come? >>
<< Lei è umano, dottore, come tutti gli altri. Anche la sua anima ha bisogno di respirare? >> Il dottore lo fissò negli occhi, come se lo stesse vedendo soltanto ora.
<< Se io le dicessi che su quelle tavole vedo desideri, traumi o paure, lei troverebbe un modo per analizzarmi. Ma se le dicessi che non ci vedo niente, che per me sono soltanto delle stupide macchie, lei lo interpreterebbe comunque. Forse come un rifiuto. Una chiusura. Mi sbaglio forse? >> Aspettò una risposta che non arrivò. << Qualunque sia la risposta, lei ci troverà qualcosa da correggere. Non importa quale sia la realtà, chiunque entri da quella porta è destinato a una diagnosi. Forse il punto non è come si sentono quelle persone, dottore. Ma come le fanno sentire. Il punto è la vostra convinzione che abbiamo per forza qualcosa che non va, che debbano essere aggiustate perché dentro sono inutili, vuote e sbagliate…come una cornice rotta, o un pezzo di vetro >>
Il silenzio che ottenne gli fece capire di essere riuscito nel suo intento. Col cazzo che si faceva psicanalizzare. Gli era bastato da bambino. Non aveva bisogno di sentirsi dire ancora una volta che era un disastro. Lo sapeva già perfettamente. “

Io qua ho perso le staffe, ve lo giuro. Ho raggiunto un livello di rabbia che superava i 9000, come la forza di Goku quando Vegeta lo vede.
Da dove comincio? Intanto, questo testa di minchia non sa nemmeno di cosa sta parlando e soprattutto con chi. Gli psicologi non sono dei rincoglioniti che vengono pagati per pettinare le bambole. Non esiste che una figura del genere, non sappia mettere a tacere le super cazzole che escono dalla bocca di sto rincoglionito che gioca a fare il lupo, quando, in realtà, è il re delle pecore. È il suo lavoro e sicuramente non è il primo teenager che si trova davanti. I teenager per antonomasia non sono tendenti a voler parlare dei propri sentimenti o dei propri pensieri con una figura adulta, figuriamoci con uno psicologo che, mentre li ascolta, li analizza. Però il lavoro dello psicologo è proprio quello di mettere a proprio agio i pazienti e di riuscire a farli aprire. Non sono dei cretini messi su una sedia che giocano a fare Una mamma per amica. Quindi non si fanno prendere per il culo da un ragazzino di diciassette anni. Il realismo? Ma poi, sta dicendo che lo scopo degli psicologi è quello di aggiustare la gente? Qua stiamo a sgravà. Qua vedete spiegato perché all’inizio della recensione ho detto che c’è una ridicolizzazione estrema delle figure professionali e di chiunque sia laureato o si stia laureando in psicologia. Non è che in psicologia c’è la “ convinzione che nelle persone ci debba per forza essere qualcosa che non va”, si tratta di malattie della mente. È come dire che se hai un braccio rotto non vai dal medico. C’è la stessa serietà in queste cose e io sono stanca di vedere come, ancora oggi, i disturbi mentali vengano presi sotto gamba. Secondo studi recenti entro il 2022 la malattia più diffusa diventerà la depressione. Mi fa ridere che queste parole vengano pronunciate proprio dalla bocca di Rigel che dovrebbe essere il primo a cercare aiuto. Erin, che messaggio vuoi dare agli adolescenti che leggono la tua storia? Che gli psicologi sono dei cretini perditempo? Se una persona si sente vuota e sbagliata al punto di formulare determinati tipi di pensieri che per lei sono nocivi, o è affetta da un disturbo patologico problematico, è bene che questa persona cerchi un aiuto professionale in modo da poter stare meglio. Il messaggio che sta passando Rigel è aberrante, di conseguenza, la è anche la visione distorta e demonizzata che ha Erin Doom degli psicologi. Se una persona ha la polmonite, cosa fa? Si cura o si mette a sede aspettando che passi? L’autrice crede davvero che un aiuto che può arrivare dalla medicina, perché di questo si sta parlando, sia da rendere ridicolo sino a questo punto? Ci rendiamo conto delle cose che sono state scritte, oppure stiamo a parlare solo di pecore che si credono lupi e di Biancaneve che guarda le farfalle in giardino? Passare un messaggio del genere è qualcosa di aberrante, come lo è definire chi ha subito un trauma o ha trascorso l’infanzia in un istituto “rotto”. Se qui lo scopo era mandare a puttane la psiche umana e il modo in cui funziona, l’autrice ci è riuscita in maniera egregia. Perciò, le faccio i miei più sentiti complimenti.
Ad ogni modo, dopo questa seduta dallo psicologo, Rigel torna a casa e parlando con Nica dice questo:
“ << Credeva di poter entrare >> (riferito allo psicologo)
<< E questo è stato il suo errore? >>
<< No. Il suo errore è stato crede che glielo avrei permesso >>”
Senti, scendi dal piedistallo, testa di minchia. Non te lo ha detto nessuno di andare da sto benedetto psicologo, quindi finiamola con i piagnistei inutili perché mi hai onestamente rotto le balle.
Comunque sto cretino stava suonando il piano, quando Nica si è avvicinata a lui, perciò si mette a pensare che avrebbe voluto anche lei “entrare” in modo da capirlo e poi pensa: “ Nonostante ci fossimo avvicinati, c’erano momenti in cui eravamo ancora troppo distanti per capirci”.
Forse perché non avete mai parlato di niente? Forse, eh. Ipotizzo e basta. Presumo, che sia perché lui non sa un tubo di quello che senti tu perché non parli, anche se la bocca ce l’hai e perché tu, cara, dolce, Nica, di lui non sai assolutamente niente.
Ad ogni modo, i due parlano. Preparatevi ad assistere all’ennesimo dialogo senza senso:
“ A cosa pensi quando suoni? >>
<< Sono i momenti in cui cerco di non pensare >>
<< E ci riesci? >>
<< Mai >>
<< Se ti rende triste…perché lo fai? >>
<< Ci sono cose che prescindono da noi. Cose che…ci appartengono senza poter essere rimosse. Nemmeno se lo vogliamo >>”
Perfetto, l’unico barlume di personalità che aveva è andato in fumo con una frase. Io credevo che, almeno, lui usasse il pianoforte come mezzo di sfogo per le emozioni che non riesce ad esprimere. Invece, no. Manco quello. Lui suona perché lo sa fare. Vabbè che suona tre volte in tutto il libro, di cui una prova solo degli accordi, però, Cristo. Ha più spessore un foglio di carta velina.
“ << Ti ricorda…Lei? >>
<< Mi ricorda…ciò che sono sempre stato >>
Solo, potei quasi sentire, abbandonato sul ciglio di un cancello chiuso, e all’istante desiderai che smettesse di suonare.
<< Perché? Perché allora continui a suonare? >>
<< Perché le stelle sono sole >>”

Intanto mi spiegate, tra tutti e due, come fa la musica, che dovrebbe essere una cosa che ti tiene compagnia e allevia le tue paturnie ad incrementare il tuo stato di vuoto mentale. Poi, mi spiegate sa cazzo vuol dire quello che risponde lui. È un po’ come dire: “ Qual è il tuo colore preferito? “ e l’altro ti risponde “ Oggi sono andato al cinema a vedere Joker “. Vi sembra un dialogo sensato questo? No, appunto. Ecco quello tra Nica e Rigel è uguale.
Possiamo evitare di parlare per frasi fatte e rispondere ad una domanda semplice o abbiamo bisogno dell’aiuto del pubblico, Rigel? Vuoi l’aiuto di Jerry? O preferisci fare il 50 e 50? Dimmi tu.
Magari, disperati come me, a questo punto penserete che quantomeno lei ci prova a capire quello che lui vuole dire visto che, proprio come noi, lei non ha capito che cazzo viglia dire Rigel. Invece no, perché se Nica fosse stata muta, in questo libro non sarebbe cambiato quasi niente. Quindi si mettono a suonare il piano insieme per lenire i tormenti di lui e poi limonano duro. Wow, che relazione profonda. Forse c’è più scambio di confidente da Tontessa e quel pazzo di Hardin Scott.
Proseguendo, scopriamo che a Nica sono arrivati dei fiori e che glieli ha mandati Lionel, sperando che qualche rosa possa bastare per scusarsi di una molestia. Non c’è limite al peggio e io questi li fare internare tutti, dal primo all’ultimo. Qua abbiamo l’ennesima scena imbarazzante perché il bigliettino sui fiori dice ciò:
“ Avrei voluto scriverti un sacco di volte e questo mi è sembrato il modo migliore per farlo. Non ricordo bene quello che è accaduto l’altra sera, ma non riesco a scollarmi di dosso il presentimento di averti spaventata. È così? Mi dispiace…Quando parliamo? Mi manchi! “
Stiamo cercando davvero di mettere pezza a quello che è successo con la scusa dell’alcol? Io non ho parole. Bro, non è che ti hanno posseduto eh. Eri solo ubriaco e il fatto che tu non ti ricordi niente è preoccupante a dir poco, per non parlare del fatto che devi ringraziare che ti sei comportato così con una ritardata perché se fossi stata io ti svegliavi al gabbio il giorno dopo. Anche perché lui è riuscito a correre per seguirla fino a casa. Avete mai provato a correre da ubriachi? Se si, avrete sicuramente rischiato la vita facendolo. Quindi Lionel non era poi così sbronzo, dopotutto. Lei in tutto ciò sembra avere un barlume di sanità mentale decide di buttare i fiori. Io ero già lì che cantavo l’alleluia e poi lei ci ripensa. Dio, che fastidio.
“ Quei fiori non lo meritavano. Ma la verità era un’altra. C’era qualcosa, in me, che non riusciva a cancellarlo. A odiarlo, distruggerlo, strapparlo via. La parte più rovinata del mio cuore, quella che la tutrice aveva deformato […] Io non avevo mai saputo strappare. Nemmeno con tutta la delicatezza del mondo. “
Ma chi è questa? Gandhi? Padre Pio? Lei ha una serie di disturbi preoccupanti. Escludendo il fatto che sembra una presa per il culo perché, proprio per via della tutrice lei non dovrebbe fidarsi nemmeno della sua ombra. Lei ha la Sindrome di Stoccolma così radicata nel cervello che la cosa mi fa venire i brividi. Non mi stupirei se tra un po’ affermasse che, sotto, sotto, alla tutrice le voleva bene comunque. La situazione è così grave. Questa vuole essere spacciata dall’autrice come una persona estremamente buona, ma in realtà risulta solo estremamente scema.
Vabbè, fa niente. Lei riceve un miliardo e mezzo di fiori da Lionel e questa cosa a Rigel non piace, ma nemmeno a lei. Ma vi ricordate quando vi dicevo che se lei fosse stata muta, le cose qui sarebbero cambiate poco? Ecco, pensate che lei scriva a Lionel o lo chiami per dirgli che ha rotto le scatole e che se riceve un altro mazzo di fiori lo denuncia per molestia? Ovviamente no, sta zitta e continua a lamentarsi di quanto le diano fastidio i fiori, ma di come non riesca a buttarli. Che gioia.
Poi c’è un altro momento soft porn tra lei e Rigel in bagno e in fine l’ennesima cena con Asia e i suoi genitori. Qui succede che il padre di Asia vede la quantità dei fiori ed inizia a fare domande. Preparatevi:
<< Che profumo incredibile in questa casa. Sembra di masticare fiori! C’è forse qualcosa che non sappiamo? >> (chi cazzo parla così? Gesù, facciamo un po’ di distinzione tra prosa e dialoghi per cortesia?)
<< Oh, non guardate me! Questa volta non c’entro. Sono tutti per Nica >> rispose Anna.
<< Per Nica? >>
<< Nica.. qualcuno ti regala dei fiori? >>
<< Ha un ammiratore segreto. Un ragazzo che tutti i giorni le manza mazzi su mazzi…>>
<< Uno spasimante? Che tipo romantico! E chi è? lo conosci? >> “
Che ci crediate o no, questi vanno avanti per una pagina intera a parlare dei fiori che riceve Nica e lei non dice niente per informarli che, in realtà, la persona che glieli ha mandati si sta scusando per un tentativo di abuso e una precedente molestia, o che, semplicemente, lei non provi nulla per chi glieli manda. Che vi dicevo? Se fosse stata muta, cambiava ben poco. Comunque ste persone parlano dell’ammiratore di Nica a tavola finché ad un tratto Rigel, nervoso, appoggia una mano sulla gamba di lei per spronarla in qualche modo ad intervenire. Lei ovviamente sta zitta e lui incazzato si alza per andare in cucina, Biancaneve lo segue. Qua i due battibeccano per l’ennesima volta e io ho iniziato a sperare che morissero.

“ << Cosa provi per lui? >>
<< Come? >>
<< Cosa provi? >>
<< Niente…>>
<< Non ci riesci >> spinse fuori << Tu non ci riesci. Dopo tutto quello che ha fatto…Dopo tutta l’invadenza, e l’insistenza, dopo che per poco non ti ha messo le mani addosso, tu non riesci a odiarlo >>
Quelle parole furono come un graffio. Le sentii colpirmi e entrarmi nella pelle, perché…erano la verità. […]
Io non sapevo detestare…nemmeno con tutte le mie forze. Eppure me lo avevano insegnato l’odio. […]
Un cuore difettoso, che cercava negli altri la bontà che non aveva trovato in Lei. Una falena che cercava la luce in ogni cosa, anche se bruciava fino a consumarsi “
Questo è il mondo dei Balocchi. Una persona con il trauma di Nica non potrebbe mai essere così e fidarsi di chiunque. Il realismo lo abbiamo perso a pagina uno di questo libro. Poi il fatto che lei non riesca a vedere come problematico o ad odiare Lionel e il suo comportamento, è preoccupante. Anche questo sarebbe un motivo valido per fare delle lunghe sedute dallo psicologo perché è davvero problematica sta cosa. A sto punto, lei si “ arrabbia” :
“ Io non lo so che cos’è per te. Non so mai cosa prendi…Né quello che provi. Sei la persona mi conosce di più di chiunque altro, ma io di te…non so quasi niente. Ti ho detto che ti avrei voluto per ciò che sei…così come sei…Ho detto la verità. Non mi sono mai aspettata che tu ricambiassi le mie parole…né che da un giorno all’altro ti aprissi con me. La verità è che mi andrebbe bene qualsiasi cosa. Non desidero altro che poterti capire. Ma più cerco di farlo, più tu mi respingi. Più ci provo, più ho sempre la sensazione che tu voglia tenermi fuori. Lontana da te. Proprio me, più di tutti gli altri…E non capisco perché. Siamo rotti insieme, ma tu non mi lasci mai entrare, Rigel. Nemmeno per un momento “
Lei che afferma che lui sia la persona che la conosce più di chiunque altro, quando, in realtà, non hanno mai parlato del suo trauma e di come questo la faccia sentire, onestamente, mi fa abbastanza ridere. Poi la questione del “ mi piaci così come sei “ fa tanto Diario di Bridget Jones. E niente in tutto ciò noi passiamo nella mente della drama queen patentata che, ovviamente, inizia uno dei suoi piagnistei mentali. Perché anche lui ha delle capacità comunicative pari a quelle di un opossum.
“ Lei voleva entrare. Voleva entrare ma non capiva. Le avrebbe fatto soltanto del male. […] Dentro aveva solo rifiuto, paure e un’anima gocciolante tormenti. Aveva graffi e rabbia. Dolore e senso d’impotenza. Dentro era un disastro. […] Aveva paura che vedesse quanto era storto. Quanto era logoro, guasto e irrecuperabile. Aveva paura di non essere capito, di essere rifiutato, di vederla accorgersi che poteva avere di meglio. Aveva paura di essere abbandonato di nuovo “
Cosa cacchio sto leggendo? Quel “era storto” mi ha fatto troppo ridere. “ C’era un uomo storto, e ha camminato per un miglio storto. Ha comprato un gatto storto, che ha catturato un topo storto, e vivevano tutti insieme tutti insieme in una piccola casa storta”. Non potete capire che ridere quando mi sono immaginata Rigel tipo l’uomo storto di The Conjuring 2. Ma poi, tesoro, caro, piccolo Rigel. Te lo dico con delicatezza per la centesima volta: hai il mal di testa, okay? Basta con sta cantilena del “ sono un disastro”. Questo sarebbe il lupo, certo. La pecorella che sta a brucare nei prati. Lei dopo se ne va è mette fine così a questa conversazione.
Nel capitolo seguente Rigel ci racconta uno dei suoi ricordi inerenti al Grave. Ci spiega quindi che un giorno uno dei bambini ha provato a comunicare dalla finestra qualcosa ad una donna che è passata davanti all’istituto e che, questa donna, lo ha comunicato alla tutrice. Di conseguenza, in questo ricordo, vediamo la tutrice camminare tra i bambini messi in fila come un mastino napoletano per scoprire chi sia il colpevole. Ovviamente, tra i principali sospettati c’è anche Nica.
“ Peter cominciò a piangere perché lo sentiva. Lo sentivamo tutti. Lei voleva sfogarsi. Lo afferrò per i capelli e Peter trattenne un grido. Era patetico, con il naso che colava e gli occhi pieni di paura”
Devi essere veramente sociopatico per pensare che un bambino che sta per essere pestato a sangue sia patetico, complimenti Rigel. Il tuo livello di psicopatia si sta elevando ai massimi livelli e io più leggo ciò che pensi e più ritengo tu debba essere internato. Ma poi, scusa un attimo. Secondo te Peter è patetico? Mentre tu invece se il bello e dannato. Certo. Come cavolo funziona il tuo cervello, Rigel? Forse e dico forse, caro Rigel tu dovresti aver un attimo una presa di coscienza. Non tanto, eh. Non così grande da capire che sei un pazzo malato. Perché se mentre un bambino viene picchiato e preso a frustate con la cintura tu pensi che sia patetico, questo è quello che sei. Quel tanto sufficiente per capire che ad essere patetico sei tu. Quello patetico sei tu perché ti credi di essere un disastro, rotto, storto e chi più ne ha più ne metta, quando sei circondato da persone, tra cui anche l’amore della tua vita, che stanno passando le pene dell’inferno; mentre te sei lì a mangiare i biscotti, suonare il piano e spegnere le candeline di compleanno. Testa di minchia. Quindi no, Rigel. Non pretendo che tu abbia una presa di coscienza tale che ti fa capire che sei un sociopatico, ma quella sufficiente per capire che tu sei esageratamente drammatico. Sei una drama queen fatta a persona. Tra l’altro tutti a dare del codardo, del fifone e del patetico a Peter ( perché anche Nica in un dei suoi ricordi dice che Peter aveva paura di tutto) e intanto chi è stato l’unico a denunciare la tutrice? Tutto il libro a dire che Rigel è il lupo di qui, il lupo di là e poi? Il lupo di sto cazzo, perché non ha mai denunciato niente. Posso capire Nica, che magari era ancora terrorizzata (anche se un trauma non ce l’ha); ma la tua scusa qual è Rigel? Sempre lì dietro a dire che lui è il lupo e poi non ha mai denunciato niente, nemmeno una volta usciti dal Grave. Niente. Niente per vendicarti di ciò che la tutrice ha fatto per anni alla ragazza che ami e a tutti gli altri bambini dell’orfanotrofio. Voi non state bene, ma per niente.
“Solitamente non li puniva danti a lui. Si assicurava che fosse sempre in un’altra stanza, come se non sapesse ciò che faceva o il mostro che era. Ma quella volta no. Quella volta era imbestialita e non vedeva l’ora di riempirli di botte. […]
Si aggirò tra i bambini con la cintura stretta nel pugno e si avvicinò a Nica. Si fermò davanti a lei, gli occhi accesi da un’improvvisa consapevolezza. […] Le tirò un ceffone così violento che il suo piccolo collo scricchiolò. La testa le partì dall’altra parte. […] Ecco che la tutrice torse la cintura tra le mani, e Rigel sentì il cuore accelerare – la vedeva già la rabbia, gli occhi folli, la mano che si alzava, che colpiva, la cintura che lampeggiava nell’aria – e qualcosa urlò dentro “
Lui cosa fa? Prende una forbice e se la pianta nella mano per impedire che la tutrice frusti Nica con la cintura. Quando la tutrice se ne accorge, accorre ad aiutarlo e lascia perdere tutti i bambini per curarlo. Prima che lo porti a medicarlo, lui e Nica si guardano. Qua la domanda mi sorge spontanea: ma se lui era presente e con Nica si sono guardati, perché lei era così stupita quando ha scoperto che lui ha sempre saputo degli abusi? Vabbè, fa niente. Che ormai è diventato il motto di questo libro, uno fra i tanti. Comunque, io mi chiedo come sia possibile che, con le botte che tirava sta donna, nessuno sia mai finito all’ospedale.
Dopo questo ricordo, vediamo Rigel che si avvicina a Nica mentre lei sta addormentato sul divano per dirle questo:
“ << Vorrei farti entrare. Ma dentro sono un sentiero di spine >>”
Cosa vuol dire? E, soprattutto: chi parla così? Sto cretino si crede il male dell’universo perché ha il mal di testa. Vabbè fa niente. Qua arriviamo ad una delle parti peggiori. In sostanza loro rimangono a casa da soli per un giorno intero e Nica deciderà di voler fare pace. No, non il cervello. Mi piacerebbe, ma no. Con Rigel. E lei dice una cosa che mi ha fatto incazzare talmente tanto che qui io ho valutato di interrompere la lettura e di lanciare il libro dalla finestra. Qui, si tocca uno dei picchi più alti di bruttezza. Una cosa talmente offensiva che ho dovuto chiudere il libro per un po’, non ce l’ho fatta. Poi, l’ho ripreso perché dovevo sapere sino a dove si arrivava e se ci fosse davvero uno scopo a tutto quello che avevo letto. Spoiler: non c’è.
“ << La notte riesco a dormire. Non devo più tenere la luce accesa. Non mi alzo più perché non voglio addormentarmi. Non devo più tenere la luce accesa. Gli incubi non sono andati via…ma stanno sbiadendo. Sbiadiscono perché in quel nero non vedo più la cantina, ma i tuoi occhi. Tu mi stai guarendo, Rigel. Eppure, nemmeno te ne accorgi >> "

Questa cosa è gravissima. Non è possibile che una persona dica una cosa del genere e specialmente che la persona dietro tutto questo, ergo l’autrice, faccia dire una cosa simile alla protagonista. Credendo anzi tutto che questo sia credibile e in secondo luogo che non sia grave. Questa è una ragazza che ha perso entrambi i genitori all’età di cinque anni; è finita in un istituto; ha subito delle percosse per sette anni della sua vita, violenze sia fisiche che psicologiche, tipo essere legata ad un letto, presa a pugni, schiaffi e a volte anche a cinghiate, addirittura ci vi viene detto dalla stessa Nica che se qualcuno si comportava male veniva lasciato a digiuno e che la tutrice l’ha minacciata di staccarle le unghie; è stata bullizzata da un ragazzino di merda. In tutto ciò, l’unica dimostrazione che lei ha di questo trauma è che, ogni tanto, ha degli incubi per cui fatica a dormire e la spaventano le cinture. E questa dice una cosa del genere?! Questi sono traumi che una persona si porta dietro per tutta la vita, perché la psicologia funziona così. Specialmente se questo è un trauma subito durante l’infanzia. Queste sono cose che per essere superate c’è bisogno di parlare con uno psicologo, talvolta anche con uno psichiatra, fare della terapia, affrontare delle sedute periodicamente. Per anni. Non è una cosa per cui ti basta innamorarti di qualcuno per superarla, l’amore non è una medicina. Voglio che questa cosa sia chiara. Non basta l’amore per smettere di avere paura e per superare un trauma. Questa è una cosa grave, l’autrice non può davvero credere che sia così che funzioni la psiche umana, perché non basta l’amore per guarire una persona. Non basta. La depressione e i traumi non funzionano così. Non si può scrivere una cosa così problematica. Non si può far dire alla protagonista che lei sta guarendo dal suo trauma, reso malissimo per altro, perché si è innamorata di qualcuno. Questa è una grandissima presa per il culo. È un insulto, un’offesa, a tutti quelli che hanno subito un trauma nella loro vita. Questo è un libro per adolescenti! I messaggi che passa questo libro sono preoccupanti, disturbanti e sbagliati sotto ogni punto di vista. Io sono stanca della gente che mette in mezzo argomenti di una delicatezza estrema e li tratta come se stesse parlando di patatine fritte.
Ma andiamo avanti.
Lui che in tutto ciò ricomincia con la solita tiritera:
“ << Ci sono cose che non puoi guarire, Nica. E io sono una di queste. Sono un disastro. E lo sarò sempre. Ogni storia ha un lupo…Non fingere di non sapere che ruolo ho sempre avuto io nella mia >> “
Qua, ai tempi, ancora credevo che lui avesse un disturbo serio. Quanto mi sbagliavo. Una persona normale, dopo che la persona che ama dice una cosa del genere fa delle domande. Chiede spiegazioni, domanda perché questa persona faccia dei pensieri così nocivi e abbia un così bassa visione di se. Nica no. Lei gli chiede se questo è il modo in cui lui vuole essere guardato e non chiede spiegazioni, perciò lui dopo le dice che è perfettamente al corrente di quanto lei sia attaccata alla famiglia. E poi:
“ << Ho scelto te…Sopra ogni cosa…ho scelto te, Rigel. Tu non lo capirai mai, perché sai solo vedere le cose in bianco e nero. Ho sempre voluto una famiglia, è vero ma ho scelto te perché noi ci apparteniamo. Non spingermi via…Non tenermi lontana. Tu non sei il prezzo da pagare. Sei ciò che mi rende felice…. Io voglio entrare anche se dentro c’è “ un sentiero di spine” >> […]
<< Sei ti faccio entrare…ti farai del male >>
<< Non ho mai avuto paura di farmi del male >> “
Io invece scelgo Hitmonchan così vi prende a pugni lui per me. E poi fanno sesso, ma di quello ci frega poco. Questi si appartengono perché sono cresciuti nello stesso posto. OK. Poi non capisco in che parte lui la renda felice. Questi da quando si sono messi insieme hanno limonato e basta, hanno suonato una volta il piano insieme per dieci minuti prima di pomiciare e stop. Non vi ho tagliato delle parti del loro rapporto, giuro. Va proprio così la cosa. Niente gite al centro commerciale, niente passeggiate notturne per il quartiere in modo da avere un barlume di intimità per non farsi beccare dai loro genitori adottivi e rompere l’idillio. Niente ghiaccioli mangiati in giardino, niente partite di briscola a lume di candela in camera da letto o film guardati insieme sul divano di casa. Niente. Solo pomiciate e sesso di nascosto. Solo conversazioni senza senso e frasi buttate a caso. Niente confessioni riguardo al loro passato o Rigel che rivela a Nica cosa lo disturba tanto. Nulla.
Condividono più cose Christian Gray e Anastasia Steel che fanno sesso ogni cinque pagine. Il che è grave. Io comunque a questo punto della narrazione ho iniziato a pensare che il plot twist finale sarebbe stato che Rigel, in realtà, fosse un lupo mannaro e che alla fine la sbranasse davvero. Speranze vane, come sempre.
Dopo la loro notte di fuoco, questi due scemi, dormono insieme a il mattino dopo hanno l’ennesima conversazione inutile. Questi parlano sempre di cretinate, mai una volta che parlino di cose serie. Vabbè, fa niente.

“ << Ho sempre amato il tuo nome. Non è come pensi. Non ti lega alla tutrice >>
<< E a cosa mi lega? >>
<< A nulla >>
<< Semplicemente non ti lega. Sei una stella del cielo, Rigel, e il cielo, non lo metti in catene >> “
Nica ascolta Coez, è chiaro.
“ << Il tuo nome non è un peso… È speciale. Come te, che brilli solo per chi sa dove guardare. Come te, che sei silenzioso, profondo e sfaccettato come le notte. Ci pensi mai? Io porto il nome di una farfalle. Le creatura più effimera del mondo. Ma tu…Tu hai un nome eterno di stella >>
Nica, tesoro, non vorrei rovinarti la fantasia ma le stelle muoiono. Lo canta anche Giorgia in una canzone. Ricordi? Quindi, mi dispiace, ma anche Rigel morirà. Sia sto cretino che la gigante blu che brilla nel cielo. Quindi anche meno, per cortesia.
Vabbè arriviamo ad un punto di svolta. Rigel e Nica si trovano sul ponte - tenente a mente che su questo ponte stanno facendo dei lavori e che i parapetti sono stati sostituiti da delle reti da lavoro arancioni - mentre stanno tornando a casa da scuola e si baciano lì. Vengono visti da Lionel che passava di lì per portare l’ennesimo mazzo di fiori a casa di Nica, perché ovviamente lei non gli ha ancora detto di piantarla. Perciò i due macachi principali di questa storia iniziano a discutere pesantemente:
“ << Sei contento, ora? EH? Sei contento ora che te la sei ripassata per bene? Sei soddisfatto? Tu non te la meriti una come lei! Credete di passarla liscia? Ci credete veramente? Beh, vi sbagliate di grosso. Il vostro sporco teatrino finisce qui. Lo dirò a tutti. Tutti sapranno quello che fate in quella casa, che razza di famiglia siete, tutti! Vedremo poi che avrà da dirne la gente >> “
Fa sempre piacere vedere che la maturità e il quoziente intellettivo dei personaggi di questa storia sia in ogni caso pari o inferiore a quello di un bambino di tre anni. Che eleganza Lionel, vedo che l’ha presa bene la notizia della relazione fra sti due. Come vedo che ha capito benissimo che a Nica di lui non gliene frega niente. Questo si mette a dire a Rigel che lui non se la merita e manco lo conosce, per non parlare del realismo inesistente dell’amore che lui prova per Nica. La conosce si e no da un mese e non sa un cazzo di lei. Poi detto da quello che l’ha baciata contro la sua volontà e l’ha molestata davanti a casa è proprio esilarante.
Ovviamente sti due cretini iniziano a picchiarsi e quel genio di Nica, invece di chiamare la polizia e denunciale Lionel per aggressione, visto che inizia lui, cosa fa? Si mette in mezzo e prende un pugno in un occhio. Io giuro che ho letto storie con un botto di protagoniste sceme, ma come lei forse c’è solo Tessa. No, nemmeno. Perché almeno Tessa ogni tanto lo manda a fanculo Hardin. Nica no, Nica è Biancaneve. C’è più credibilità nel bastone di Jafar che nel personaggio di Nica, o in questa storia. Per quanto mi riguarda.
A questo punto, magari pensate che sti due macachi smettano di picchiarsi e aiutino lei. Invece no, mi piacerebbe ma no. Tutto questo è assurdo. Soprattutto perché Rigel dovrebbe essere innamorato perso di lei e invece di darle una mano, cosa fa? Si incazza il doppio e pesta Lionel a sangue. Ma ce la fai?
Niente, loro cominciano di nuovo a menarsi e Nica rimane a guardarli mentre piange come una rincoglionita:
“ << Basta! Rigel! Lionel! BASTA! >>”

Sto maledetto capslock mi ha rotto le balle. È sufficiente un punto esclamativo, Erin. Non stai scrivendo su un blog o sul tuo diario segreto. Vabbè la mongoloide comunque non chiama ancora la polizia; anzi, si intromette di nuovo. Vabbè a sto punto se muori, te lo meriti. Invece, no. Succede che lei viene spintonata da qualcuno e questo ve lo lascio leggere perché c’è da ridere.
“ Il mio corpo venne sbalzato all’indietro. I miei piedi incespicarono e per la violenza mi schiantai contro qualcosa che si deformò sotto il mio peso. Sotto il mio peso improvviso la rete arancione che sostituiva il parapetto (del ponte) cedette. […]
Cercai di afferrarmi a qualcosa, di spingermi in avanti, ma il peso dello zaino agganciato alle mie spalle mi trascinò all’indietro e il mio corpo si sbilanciò. Nell’urlo muto dei miei occhi spalancati, riuscii a scorgere il volto di Rigel. Lui che si voltava. Lui fu l’unico appiglio in un mondo che stava scivolando via. Vidi il suo corpo slanciarsi e allungarsi verso il mio. […] Rigel mi afferrò d’impatto […] Mentre cadevamo da quell’altezza vertiginosa, mentre il suo corpo si frapponeva sotto al mio chiudendomi le braccia intorno fino a farmi da scudo, io non riuscii a sentire altro che l’incredulità della morte. […] Prima che l’impatto ci inghiottisse in un nero violento, prima che tutto si stracciasse nel gelo, avvertii le sue labbra accanto al mio orecchio. Il suono della sua voce fu l’ultima cosa che potei sentire. […] Sentii solo la sua voce sussurrare fragilmente. Ti amo. “
Un attimo. Bloccate questa giostra infernale. Quindi: lei si mette in mezzo e viene spintonata così violentemente da scontrarsi contro la rete che sostituisce il parapetto di questo ponte e cade. OK. Fin qui, ci sono. Ma in base a quali dinamiche lui fa in tempo a saltarle dietro, afferrarla, abbracciarla e ruotare le loro posizioni in modo da avere lui l’impatto per primo e a sussurrarle anche Ti amo? Ma il realismo? Lui ha avuto un altro momento alla Edward Cullen. Non è possibile questa cosa, perché esiste una cosa caruccetta chiamata forza di gravità. Newton suona familiare? Ma poi in che mondo lei cade per prima e lui le fa fare una piroetta nel vuoto e cade prima lui? Qua c’è da ridere e dovrebbe essere una scena tragica. Ho iniziato a sperare che fossero morti e che le pagine rimanenti descrivessero i loro funerali.
Preparatevi perché da adesso in poi diventa un episodio dei Simpson. Tenete a mente che il capitolo che sto per andare a descrivervi è uno degli ultimi di questo scempio e qui viene rivelata a rotta de collo, una quantità disumana di informazioni, una dietro l’altra. Ovviamente, nessuna approfondita nel modo adeguato. Ma tanto ormai lo avete capito, no? Qua è tutto abbozzato.
Nica si risveglia in ospedale e ci viene detto mentre il medico le fa qualche domanda che il suo compleanno è il 16 aprile, e che non ha ancora compiuto diciotto anni. Quindi volete dirmi che in 357 ( calcolo effettuato partendo dal capitolo del 14 febbraio) è trascorso solo un mese? OK. Questi stanno nella stanza dello spirito del tempo di Dragon Ball. Il dottore, inoltre, ci spiega questo:
“ << Hai due costole incrinate. E quando ti hanno trovata ti era uscita la spalla. L’abbiamo rimessa a posto, ma dovrai tenere il tutore per almeno tre settimane. Hai anche la caviglia slogata >> “
Ti è uscita la spalla. Ti è uscita la spalla. È proprio questo il linguaggio che si addice ad un medico, certo. Ti è uscita la spalla. Non, ti sei dislocata una spalla, no. Ti è uscita. Qua l’unica cosa che è uscita è il cervello dei personaggi di questo libro. Vabbè andiamo avanti con sto scempio. Scopriamo che Rigel si trova nella stessa stanza ospedaliera di Nica (ma non sono divisi di solito uomini e donne? Magari sbaglio perché non ne sono certa) e che lui è messo peggio di lei.
“ << Vorrei dire che lui è stato fortunato quanto te. Ma purtroppo non è così. Ha due costole rotte e tre incrinate. La clavicola frattura in più punti, e ha una lieve lesione all’osso iliaco del bacino. Ma…il problema è la testa. Il trauma cranico gli ha fatto perdere ingenti quantità di sangue. Riteniamo che…>>
Il dottore si interruppe quando un’infermiera lo chiamò alla porta. […]
<< Signori Milligan, è arrivata. La conferma da parte del Centro di servizio Sociale…>>
<< La prego. Non lo traferite, questo è l’istituto migliore della città, non potete mandarlo via! La prego! >>
<< Mi dispiace. Non dipende da me. Ci risulta che lei e suo marito non siate più gli affidatari legali del ragazzo >>
<< Anna…Anna che sta dicendo? >> sussurrai, demolita.
<< È stata una sua richiesta. Una sua volontà… È stato irremovibile. La settimana scorsa mi ha chiesto di…interrompere il processo di adozione. Abbiamo concluso tutto in questi ultimi giorni. Lui…non voleva più restare >>”
Giuro che tutto quello che state leggendo si scopre in tre facciate di libro. Allora, andiamo per gradi perché qua altrimenti mi perdo. Intanto, dovete spiegarmi cosa cazzo sto leggendo. Se sti due deficienti – leggetelo con gentilezza, mi raccomando – hanno riportato tutte ste ferite cadendo da un ponte, vuol dire che il ponte in questione doveva essere parecchio alto. Facciamo un 15 – 20 metri? Cadere in acqua da un’altezza del genere è come cadere sul cemento, in sostanza.
Quindi mi state dicendo che questo ponte, pur essendo così alto, come parapetti sostitutivi aveva delle reti di plastica arancioni? Ennesima dimostrazione che qui gli adulti sono dei Teletubbies. Non si capisce che tipo di ponte sia, se sia un ponte transitabile solo a piedi o se ci passano anche le macchine. Anche escludendo questo dettaglio, se si sta parlando di un ponte con questa altezza, se c’è un cantiere, vuol dire che non doveva essere transitabile a piedi se i parapetti erano così cedevoli. Non è possibile che dei lavoratori lascino transitare le persone se non è sicuro. Quindi ci dovrebbe essere un’indagine da parte della polizia, per capire le dinamiche e bisognerebbe anche incorrere in cause legali. Perché questo significa che il cantiere non era a norma, non doveva essere transitabile n’è a piedi, n’è in macchina. Se fosse caduto un bambino? I lavoratori nella testa di Erin, evidentemente, come tutti gli adulti, sono degli idioti.
Proseguendo, quindi scopriamo che Rigel, oltre ad essere in pericolo di vita, non è più parte del processo di adozione. Tutto è stato fatto nell’arco di poco più di una settimana? OK.
Qua preparatevi moralmente perché tocchiamo dei picchi di fantascienza che nemmeno E.T. che fa volare le biciclette può competere.

“ << La ringrazio per la fiducia nel nostro istituto. Tuttavia, signori Milligan…devo essere sincero e informarvi che la situazione in cui verge il ragazzo è critica. La lesione cerebrale traumatica è profonda, e Rigel è in pericolosamente vicino a quello che viene definito…terzo stadio del coma. È noto anche come coma profondo. E al momento…le aspettative che abbia un regresso sono lontane. Forse, se fosse stato un ragazzo come gli altri, il quadro clinico non sarebbe stato così grave, ma…per via della sua condizione…>>
<< Condizione? >> sussurrai in un filo fragile di voce. <<Quale condizione? >>
<< Quella di cui soffre Rigel è una patologia rara. Una sindrome cronica che con il tempo è andata attenuandosi. Si tratta di un disordine neuropatico che si manifesta con crisi di dolore al quinto nervo cranico. In particolare…le tempie e gli occhi. Ci è nato, ma con il tempo si impara a conviverci…Purtroppo non esistono cure, ma gli antidolorifici possono tenere a bada il dolore e con il passare degli anni aiutare a ridurre il numero delle crisi >> […]
<< Mi dispiace, Nica! Mi dispiace…Lui…Lui non voleva lo sapesse nessuno…Ci ha fatto promettere di non dirtelo…fin dal giorno che è arrivato…Ci ha fatto giurare >> […]
I ripetuti mal di testa. […]
Rigel nel corridoio, di spalle. Quel << Vuoi aggiustarmi? >> ringhiato come una bestia ferita. […]
Rigel al Grave, quando eravamo bambini.
Quelle piccole caramelle che la tutrice allungava colo a lui.
Non erano caramelle.
Erano medicine. […]
<< Quando soggetti con una psiche più fragile degli altri subiscono traumi del genere, il cervello tende a proteggere il sistema. Gli stati di incoscienza in cui cadono, nella maggior parte dei casi, degenerano in…coma irreversibile >>.”
Poi lei sbrocca popo e la devono sedare per farla calmare. E ti credo porca troia! Ma la credibilità di un medico che parla così davanti ad una che si è appena risvegliata in ospedale, dopo essere caduta da un ponte dove sta esattamente? Minorenne, tra l’altro. Ma Cristo! Che visione ha l’autrice delle figure professionali?
Qua c’è talmente tanta roba da dire che mi serve un’agenda con i punti da segnare.
Partiamo dalla malattia di lui, visto che è da tutta la recensione che ne parlo. Personalmente, non sono medico, ma credo proprio che Erin se la sia inventata di sana pianta. Mi spiego: il quinto nervo cranico si chiama Trigemino ed effettivamente esiste la cosiddetta Nevralgia del Trigemino. Però….C’è un però. Si tratta di una patologia che colpisce principalmente soggetti femminili di età superiore ai 40 anni. C’è l’1% di probabilità di avere questa malattia prima dei 20 anni. C’è stato un solo caso di un paziente di 39 anni che aveva questa patologia da quando ne aveva otto, di anni. Se si presenta in pazienti di giovane età, tra l’altro, può essere considerato il primo sintomo di una sclerosi multipla. Sapete perché? Perché la Nevralgia del Trigemino si presenta in età diverse solo come conseguenza della sclerosi multipla, per l’appunto. Avere questa patologia dalla nascita è, quindi, impossibile. In tutto ciò può essere curata con i farmaci o, in casi estremi, chirurgicamente. Quindi non è vero che non esiste cura.
C’è ancora un dettaglio su questa malattia che Erin ha aggiunto e che non è per nulla veritiero, ma ci arriviamo tra poco. Tanto, come avete capito ormai, questo capitolo è una lista della spesa.
Quindi, come avrete dedotto, è proprio questa la ragione per cui Rigel si considera: un disastro, rotto, storto e chi più ne ha più ne metta. Perché, come vi ho detto fin da subito: ha un mal di testa cronico. Sì, potete ridere.
Nica che scambia le pastiglie per caramelle, onestamente, mi fa abbastanza ridere. Posso capirlo da bambina, ma ad una certa età ti renderai conto che questo prende delle “ caramelle” con l’acqua sempre in corrispondenza dei pasti, no? Chiaramente no perché lei è cretina, ve l’ho detto. Più scema di Tessa e, onestamente, pensavo fosse impossibile.
Ad ogni modo, quando la Bella addormentata si sveglia, scopre che c’è Adeline a tenerle compagnia che le confessa che a tenerle la mano, al Grave, quando lei era legata in cantina, fosse Rigel. Devo esprimermi ulteriormente su quanto sia poco credibile che nessuno lo abbia mai visto e che una persona normale si incazzerebbe per questa cosa, sapendo che il soggetto in questione il giorno dopo la bullizzava? Non credo.
Passiamo quindi nella mente di Rigel. E fatemelo dire: se avete una birra in frigo, prendetela, perché qua c’è da mettersi le mani nei capelli.
Iniziamo con un Rigel bambino che si trova a fare una visita medica accompagnato dalla tutrice infernale. In questa circostanza il medico dice le seguenti cose:
“ << Miss Stoker, il bambino mostra evidenti segni della sindrome dell’abbandono >>
<< Questo non è possibile, non sa cosa dice. Era ancora in fasce! Non può ricordarsi quello che è successo, era appena un neonato! >>
<< È perfettamente in grado di capire, ora. Bambini così piccoli sentono la mancanza di punti di riferimento e tendono a colpevolizzarsi. Riflettono questa assenza su loro stessi e se ne attribuiscono la causa. È possibile che si sia convinto che ciò con cui è nato sia il motivo per cui lo hanno….Lo guardi… È un disastro. Negare l’evidenza non lo aiuterà >> “
Questo è un medico. Un medico. Vi sembra possibile che un medico parli così di un bambino da vanti al bambino? Ma stiamo scherzando? Che visione ha Erin dei dottori? Li vede come il macellaio sotto casa? Forse, in realtà, sbaglio io a farmi domande. Dato il modo in cui ha trattato gli psicologi, non posso mica aspettarmi che i medici vengano visti in modo migliore. C’è più realismo in Sebastian della Sirenetta ed è un granchio parlante. Poi mi fa ridere che descriva la sindrome dell’abbandono abbozzandola così.
È vero, la mancanza di punti di riferimento nei bambini può portarli a colpevolizzarsi. Il problema è che agli occhi di un bambino un punto di riferimento, non è necessariamente un genitore. In realtà in generale, per le persone è così. E sfiga vuole che Rigel lo abbia un punto di riferimento: la tutrice. Nica ci fracassa le scatole da oltre quattrocento pagine con l’amore che sta donna provava per Rigel. Ci dice che lo trattava con i guanti di velluto; abbiamo visto che se lui si faceva male lei accorreva ad aiutarlo; lo portava a fare le visite; gli dava i biscotti; gli ha insegnato a suonare il piano; gli diceva che è speciale; gli dava le pillole per medicarlo e di conseguenza gliele pagava lei, assieme alle visite mediche; festeggiava il suo compleanno; gli diceva che è un dono del cielo. Devo andare avanti? Queste sono cose che nella vita di un bambino hanno un’importanza enorme! Il fatto che non provenissero dalla sua vera madre, non cambia nulla. Poi nessuno gli ha mai fatto pesare il fatto di essere stato abbandonato attribuendogliene la causa, n’è la tutrice, n’è nessun altro. Perciò il fatto che lui abbia sviluppato “ la sindrome dell’abbandono “ non è possibile, cara Erin. C’è più credibilità nel tappeto volante di Aladdin.

“ Le crisi non arrivavano mai nello stesso modo. A volte erano solo un pizzicore dietro gli occhi, altre sparivano per giorni e poi esplodevano con una ferocia improvvisa. […] E allora Rigel raschiava le palpebre, raschiava i vestiti, stringeva ciò che aveva in mano fino a ridurre tutto in pezzi. […] e nel terrore che qualcuno potesse vederlo fuggiva e si nascondeva nei posti più lontani. […]
Con un bicchiere si era avvicinato al lavabo della lavanderia. Rigel si era alzato in punta di piedi, allungando il braccino, ma una fitta lo aveva accecato prima che potesse compiere quel gesto. Il dolore era esploso come uno sciame di spine e lui aveva stretto i denti: il bicchiere si era infranto nel lavandino e Rigel non era riuscito a fare altro che stringere, stringere, stringere, finché non aveva sentito i vetri tagliargli la pelle. “
Volete sapere come veniva denominata in passato la Nevralgia del Trigemino? Malattia del suicida. Questo perché le persone che ne erano affette mettevano fine alle loro vite perché era impossibile riuscire a controllare il livello di dolore. Qua invece Rigel ci vuole far credere che da bambino, quando veniva colpito da una crisi, riusciva a trovare la forza di scappare e andare a nascondersi. Certo, chi cazzo sei? Deadpool? Non mi pare che tu sia stato sottoposto a una sperimentazione volta a riprodurre il fattore rigenerante di Wolverine. Non sei un Xman e non sei un mutante. Quindi trovo veramente assurdo che nessuno abbia mai assistito, anche solo per sbaglio, ad una delle tue crisi e soprattutto che tu abbia sempre trovato la forza di andare a nasconderti. Poi sono delle crisi, voglio dire: non le puoi prevedere, quindi anche solo a scuola qualcuno deve aver visto qualcosa. Stiamo parlando di posti gremiti di persone! C’è più realismo nell’episodio del Mondo di Patty in cui Patty e Antonella si scambiano il corpo.
Sarà finita qui, penserete voi. Magari. Vorrei, giuro. Però ricordate uno dei motti di questo libro: non c’è limite al peggio. Arriviamo quindi alla parte in cui Rigel fa la sua richiesta di mantenere la promessa ad Anna. Ecco, mi soffermo un attimo su questo punto. Dunque, ci viene riportata proprio la conversazione fra i due ma ve la risparmio perché è riassumibile con lui che le chiede di mantenere il segreto sulla sua malattia e lei che accetta. Questa donna non fa delle domande? Posso capire che non glielo chieda il primo giorno in cui lo porta a casa, ma dopo? Voglio dire, Anna sente dire chiaramente a Nica che lei e Rigel sono come fratelli. Quindi un paio di domande non se le fa? Una persona normale, ad un certo punto, andrebbe da Rigel e gli chiederebbe spiegazioni sul perché non voglia che Nica sappia della sua malattia. E nel momento in cui lui ipoteticamente risponde che si sente un mostro, un disastro, rotto e quant’altro per via della sua patologia, una persona adulta avrebbe due opzioni: o gli tira una pizza e gli dice di darsi una svegliata perché considerarsi un mostro per un mal di testa a diciassette anni, oltre che essere da immaturi, è ridicolo; oppure gli direbbe che lo prende e lo porta a fare qualche visita dallo psicologo perché ha una visone esageratamente drammatica e negativa di sé. Qua sono tutti figurine, personaggi buttati lì a caso. Nessuno ha uno scopo in questo libro, vagano tutti nel vuoto come le anime del purgatorio. Non è possibile che questa donna non abbia mai fatto domande. Sta per diventare suo figlio, per la miseria!
Lui che in tutto ciò crede che i genitori veri lo abbiano abbandonato per via della sua malattia. Ora, permettetemi di ricordarvi che Rigel non viene mai descritto come una persona infantile. Questo invece è, sotto ogni punto di vista, un pensiero sia stupido che infantile. Lui non ha una malattia debilitante che in universo come quello statunitense può risultare costosa da curare, portando di conseguenza i genitori ad affrontare delle difficoltà economiche. In modo tale che questo potesse essere un motivo valido per loro per abbandonarlo. Proprio perché, in quel caso, magari, non sarebbero stati in grado di far fronte alle spese. Un mal di testa non è una malattia così debilitante da poter rappresentare un problema a livello economico. Ci sono solo le spese dei farmaci e non stiamo parlando di milioni, okay? Poi, in ogni caso, non credo che dopo il parto il medico abbia detto “ è un maschietto. Però è difettoso, ha il mal di testa cronico. Che facciamo signora? Preferisce l’abbandono o la Rupe Tarpea come a Sparta? “.
Anche qui, mi sembra una cosa offensiva e un messaggio sbagliato da dare. Questo si considera al pari di Satana perché ha un mal di testa cronico e non c’è nessuno qui che fa qualcosa per fargli capire che non ha niente di grave, che le malattie non te le scegli e che odiarti così per un’emicrania è indecente. No, tutto abbozzato. Buttato lì come se non contasse nulla. È offensivo far provare un odio così profondo verso se stesso al protagonista perché ha il mal di testa, ma anche se avesse una malattia ben più grave, sarebbe sbagliato comunque.
Tornando al libro, dopo vediamo la conversazione tra Anna e Rigel quando lui le richiede di interrompere il processo di adozione.
“ << Non posso più restare >>
<< …Come? Che vuoi dire? >>
<< Questo. Non posso più rimanere qui. Devo andarmene >>
<< È…un qualche scherzo? Un gioco di cui non sono a conoscenza? >> […]
<< Chiedi di interrompere l’adozione >>
<< No…non puoi dire sul serio…>>
<< Non sono mai stato più serio in vita mia. Chiedila. Fallo oggi >>
<< Pensi che me la daranno così? Senza una motivazione? È una cosa seria. Non funziona in questo modo, ci vogliono ragioni specifiche…>>
<< C’è la nota >>
<< La nota? >> Quella riga incancellabile nel decreto di affidamento era un privilegio riservato soltanto a lui.
<< Quella che riguarda me. Se le mie crisi interferiscono con la serenità famigliare e degenerano in episodi di violenza, il processo adottivo può essere interrotto >>
<< Quella nota è aberrante! Non ho intenzione di usarla! Gli episodi di violenza si riferiscono alla tua famiglia adottiva e tu non hai mai fatto del male a nessuno di noi! La malattia non è una scappatoia, semmai è un motivo per tenerti! >>”

Qua riscontriamo un altro grosso, per non dire enorme, problema. A parte che negli Stati Uniti questa clausola esiste davvero, non è che è riservata a Rigel. C’è e basta nelle adozioni. Escludendo questo, loro provengono da un istituto e per tale ragione dovrebbero essere parte del “ foster care system” di cui vi avevo parlato in precedenza, tramite il foster care, il processo di adozione può essere annullato in qualsiasi momento. Quindi si poteva evitare di mettere in mezzo questa clausola. Prendendo in considerazione tale postilla, od ogni modo, considerando che qua è riportata, abbiamo dei seri problemi. Qua Rigel chiede ad Anna di interrompere il processo di adozione usando come espediente la clausola che fa riferimento alla sua condizione; quindi ai suoi mal i testa. Intanto la Nevralgia del Trigemino non intacca una parte del cervello che ha un ruolo sulla sfera comportamentale o emotiva, il Trigemino è un nervo cranico che passa per il viso. Quindi già questa cosa non ha senso, perché dovrebbe in qualche modo andare a giustificare gli attacchi di violenza di Rigel, ma, in realtà, la sua patologia non ha niente a che fare con quelli. Qua, ad ogni modo, il problema più grave sta proprio in questa richiesta. Se una persona va a richiedere la rinuncia all’adozione, usando questo espediente della violenza c’è un problema grosso. Sapete quale? La violenza.
Stiamo parlando di un atto criminoso per cui le persone vengono messe in galera o subiscono delle punizioni a livello legale. Quindi se Anna ha fatto questa cosa, e ne abbiamo conferma quando in ospedale il dottore dice che lei e Norman non sono più i genitori affidatari di Rigel, vuol dire che la sua richiesta è stata accettata, di conseguenza devono esserci delle conseguenze. Se A accusa B di aver perpetrato degli atti violenti nei suoi confronti, ci deve essere un’indagine della polizia a cui segue un processo, che porta a sua volta ad una punizione di B. Nel momento in cui Anna ha sfruttato questa clausola al giudice o chi di dovere, si sarebbero dovute svolgere delle indagini da parte della polizia a riprova di quello che affermava questa donna. Quindi avrebbero dovuto interrogare Anna, Norman e anche la piccola Biancaneve di casa: Nica. Perché fino a prova contraria anche lei fa parte del nucleo famigliare. L’interrogatorio deve essere svolto perché ci devono essere delle prove a carico dell’accusa di Anna (perché è un’accusa pesante quella di aver messo in atto della violenza domestica) per punire Rigel. Qui è chiaro che questa cosa non sia stata fatta. Qua si sta parlando di violenza, quindi che l’atto in questione sia stato perpetrato intenzionalmente o che sia stato un effetto collaterale dovuto ad una situazione psicologica o fisica, come in questo caso, la persona interessata viene punita. In ogni caso. Se è fatta intenzionalmente, il soggetto va in galera o in questo caso, al minorile. Se invece è stata causata da una situazione psicologica o fisica compromettente, può essere considerato dal giudice incapace di intendere e di volere al momento dell’atto violento compiuto. In questo caso, però, non è che il giudice ti guarda e ti dice: “ Vai, sei un elfo libero”. NO. Legalmente, la persona dichiarata incapace di intendere e di volere viene considerata un pericolo per se stessa e per gli altri. Di conseguenza viene, sotto ordinanza del giudice: o messa all’interno di un istituto psichiatrico; oppure rilasciata con l’obbligo di prendere parte a delle sedute psichiatriche, sino a quando il medico che lo ha in cura non dichiara la persona in questione riabilitata al suo reinserimento all’interno della società. Di conseguenza non è più riconosciuta come un pericolo per se stessa o per gli altri.
Ora, io questa cosa dell’incapacità di intendere e di volere la so perché sono appassionata di true crime. Però per capire che una clausola che mette in mezzo della violenza domestica, sia problematica e che, in ogni caso, chi viene accusato di violenza non resta impunito, non ci vuole un genio. Penso che chiunque di voi sia arrivato sino qui sappia perfettamente che la violenza è un crimine, non devo certo dirvelo io.
Cosa vi dicevo? C’è più credibilità nei topolini sarti di Cenerentola.
Rigel poi ha uno dei suoi momenti da stronzo. Sì rega, è stronzo e basta.
“ << Oh, avanti. Mi hai sempre voluto solo perché ti ricordavo tuo figlio >>
<< Questo non è vero >>
<< Sì, invece. Non è forse quello che hai pensato quando mi hai visto lì, a suonare quel pianoforte? Non fingere che non sia così. Non siete mai stati lì per me >>
<< Tu non…>>
<< Io non sono Alan. Non lo sono mai stato e non lo sarò mai >> Rigel aveva avuto l’ennesima conferma che nulla gli riuscisse meglio di mordere e fare male.
<< Non sei mai stato il suo rimpiazzo. Mai. Ci siamo affezionati a te…per la persona che sei. Solo per ciò che sei. Vorrei almeno credere…che tu ti sia affezionato a noi allo stesso modo >>
La verità era che si era accorto di saper amare disperatamente, o di non provare nulla, e in quell’abisso che c’era in mezzo non esisteva l’affetto. Riceverlo dalla tutrice lo aveva spinto troppe volte a rifiutare qualunque attaccamento spontaneo cercasse di nascere in lui. “

Qua posso finalmente darmi alla pazza gioia con la psicanalisi di sto scemo. Ricordate quando vi parlavo della sociopatia latente di Rigel? Bene, ora possiamo entrare nel dettaglio del suo profilo psicologico, visto che, ormai, abbiamo tutte le informazioni che ci servono per comprovare questa teoria. I sociopatici hanno una capacità molto limitata di provare empatia e rimorso, inoltre hanno la tendenza a reagire in modo violento alle situazioni. La sociopatia scaturisce spesso a causa di eventi infantili dannosi, hanno una coscienza molto debole e giustificano spesso un’azione che sono consapevoli sia sbagliata. Le persone affette da disturbo antisociale della personalità non sono per natura violente, tuttavia, fanno spesso qualsiasi cosa in loro potere per manipolare gli altri al fine di ottenere ciò che vogliono. I sociopatici hanno quindi uno scarso riguardo nei confronti della legge e dell’etica, difficoltà o totale mancanza di empatia per la sofferenza altrui, per la rabbia e la sofferenza delle persone che hanno manipolato. Hanno un’incapacità radicata di instaurare un relazione reciproca a causa del loro costante bisogno di controllare, ingannare o manipolare (sarebbe così se Nica non avesse la sindrome di Stoccolma). Quindi la manipolazione emotiva degli altri è un’altra caratteristica fortemente radicata nei soggetti affetti da sociopatia, infatti si fingono spesso interessati alle emozioni di qualcuno con l’unico scopo di raggiungere un obbiettivo personale. I sociopatici hanno anche la tendenza a reagire con aggressività, insensatezza o persino sadismo quando sono posti davanti alle conseguenze delle proprie azioni; oltre che avere sentimenti di rabbia e irritabilità anche per delle piccolezze. L’impulsività è un altro tratto distintivo dei sociopatici, c’è quindi la tendenza a prendere decisioni con la scarsa considerazione delle conseguenze. Poi, c’è la costante giustificazione delle proprie azioni, anche quelle più gravi; infatti spesso questi soggetti vengono coinvolti in risse. Quindi il sociopatico non ha la tendenza ad interessarsi delle emozioni altrui. Nei sociopatici è difficile riscontrare degli attaccamenti emotivi, è possibile, certo ma è estremamente raro. Direi anche che Rigel ha, inoltre, delle tendenze alla psicopatia perché, a differenza dei sociopatici, gli psicopatici mantengono una bella facciata per non rendere sospetto il loro comportamento. Inoltre, agli psicopatici riesce difficile formare attaccamenti emotivi autentici, quindi sono in grado di innamorarsi ma a modo loro.
Abbiamo avuto ampia dimostrazione di come Rigel abbia sostanzialmente manipolato le emozioni di Norman e Anna per il loro defunto figlio a proprio favore, di come li abbia indotti ad adottarlo con l’unico scopo di restare accanto a Nica. Il suo farsi adottare è un gesto impulsivo, di cui lui, evidentemente, non ha pensato alle conseguenze, visto che non ha pensato come essere fratelli avrebbe potuto ostacolare il loro rapporto. Nel dialogo che avete appena letto, inoltre, abbiamo visto che lui in realtà non prova nessun tipo di interesse o di affetto nei confronti dei due coniugi. Questo è un tratto allarmante del suo carattere, perché dice chiaramente di non provare assolutamente nulla oltre all’amore per Nica, persona che comunque lui ha idealizzato nella sua testa per anni, guardandola da lontano, come abbiamo già avuto modo di vedere.
Abbiamo inoltre assistito ai suoi costanti atti di violenza fisica e psicologica nei confronti della ragazza che professa di amare, nel capitolo interamente dal suo punto di vista e in altre occasioni. Questo ci porta a capire che lui ha infatti sempre giustificato con le proprie ragioni, controverse, le azioni fatte nei confronti di Nica. Vediamo infatti come lui dica di amarla, mentre sulla carta la spia da lontano e la spinge, la fa cadere, la deride e non ha mai fanno nulla per aiutare la sua tragica situazione o per, almeno, migliorarla, anzi. Abbiamo anche visto i suoi continui atti violenti, dimostrati nelle risse o quando lanciava il gatto. Non sono atti derivati dalla nevralgia da cui è affetto, perché come precisato, questa malattia non comporta attacchi di rabbia che possono potenzialmente sfociare in atti violenti. Il sentimento d’amore che Rigel professa di provare per Nica è più tendente all’ossessione, l’attaccamento che nutre per lei è preoccupante e disturbante.
Questo è un soggetto che avrebbe bisogno di essere assolutamente affiancato ad uno psicologo per ricevere aiuto. Il fatto che lui provi un così profondo odio nei confronti di se stesso è solo un effetto collaterale del fatto che l’autrice fosse del tutto ignara del profilo psicologico che aveva involontariamente descritto di lui. E, in ogni caso, anche solo quello sarebbe un ottimo motivo per mandarlo a fare terapia.
Tuttavia, lo sappiamo, gli psicologi sono dei cretini in questa storia e sono considerati tali, quindi anche le mie parole sono quelle di una cretina qualsiasi. Un motivo per cui Rigel dovrebbe sentirsi il male del mondo in realtà c’è. Lui dovrebbe sentirsi uno schifo perché non ha mai aiutato Nica e tutti gli altri bambini, perché lui a lei la faceva stare di merda invece di farla sentire meglio. Invece no, si sente uno schifo perché ha una malattia su cui non ha nessun controllo. OK.

Comunque voi non avete idea di quanti riferimenti al lupo ci siano in sto capitolo:
“ Si era chiesto se anche i lupi in fondo non sorridessero proprio con quel sibilo vuoto e le mascelle contratte.
<< Perché non esistono favole in cui il lupo prende per mano la bambina >>
Se cresci con un cuore di bestia, impari a riconoscere le pecore.
Avrebbe voluto digli che non è nei lupi sperare.
Aveva rivisto se stesso, così lupo e così solo, e non era riuscito a sopportare l’idea di farla entrare in quel disastro da cui nemmeno lui sarebbe mai stato libero.
Rigel aveva affondato il viso nella sua gola, proprio come un lupo, e l’aveva stretta con tutto se stesso “
Mettiamo le cose in chiaro, visto che sarà la millesima volta che questo viene paragonato o si paragona ad un lupo e io mi sono rotta le scatole di sta cantilena. Il lupo è un animale sociale, nasce per crescere e vivere in compagnia. La forza del lupo sta nel branco, così come quella del branco sta nel lupo. I cosiddetti lupi solitari sono lupi anziani che lasciano il branco per andare a morire o lupi giovanissimi che se ne vanno per costruire un branco nuovo. Non ci sono i lupi solitari fighi che trovano il loro sostentamento da soli e vivono da bad boy, okay? I lupi sono attaccatissimi al branco e alla loro famiglia, tanto che spesso la femmina e il maschio alfa muoiono insieme. Quindi direi che Rigel del lupo ha meno di niente. Prima cosa che non hanno in comune? La codardia. Lui è un codardo patentato, una pecorella smarrita. Perciò, per quanto l’autrice si sforzi di incollargli addosso questa facciata da belva feroce e da lupo cattivo, mi dispiace ma non ci riesce. Io non è che so ste cose perché sono una zoologa, queste sono nozioni basilari di vita.
Ad ogni modo, nel capitolo seguente torniamo nella mente di Nica. Ci viene detto che il giorno seguente al suo risveglio, è passato un agente a farle qualche domanda sull’incidente per accertarsi che fosse stato davvero un incidente e che Lionel non abbia spinto lei e Rigel intenzionalmente. Non ci viene riportata la conversazione, è solo un’informazione random. Una tra le tante.
Scusatemi, eh. Ma deporre che no, non vi ha spinti intenzionalmente ma che vi ha aggrediti verbalmente e poi si è avventato su Rigel, no? Si chiama aggressione ed è una cosa denunciabile. E il parapetto non a norma nulla? Oppure dire all’agente che Lionel ti ha seguita a casa, si è presentato sotto casa tu senza invito più volte, che ti ha molestata e ti ha messo le mani addosso, no? Ti pare brutto Nica? Poi a lei è andata anche bene con le molestie, se non fosse arrivato Rigel ad aiutarla non si sa come sarebbero degenerate le cose. Perciò, ipoteticamente, alla prossima ragazza potrebbe non andare così di lusso, quindi lei comunque dovrebbe denunciare quello che è successo. Come vi ho detto: se lei fosse stata muta cambiava ben poco.
Qua arriviamo a bomba ad uno dei tanti argomenti non trattati in questo libro: la sessualità di Miki. Ci viene detto in questo capitolo, infatti, che sia Miki che Billie si presentano all’ospedale per trovare Nica e ci viene detto ciò:
“ Avrebbero parlato. Molto a lungo. Loro ancora avevano tempo “
Questo è quanto, potete andare tutti a casa adesso. La questione tra Billie e Miki è una di quelle cose sono state messe lì senza uno scopo. Non capisco perché mettere in mezzo gli argomenti e non trattarli, va bene che in questo libro viene fatto con tutto. Però questo non capisco proprio perché sia stato in mezzo. Il fatto che Miki fosse lesbica ed innamorata della sua migliore amica etero, io giuro che non capisco perché esista qui dentro. Perché, se non c’è l’intenzione di trattare la sessualità di qualcuno, o meglio, di abbozzarla in tre righe e basta? Perché, se non c’è l’intenzione di far vedere come queste due ragazze risolvano la questione? Poteva benissimo non mettere in mezzo questa questione. Oppure, più semplicemente, far sì che Miki fosse lesbica e che avesse una ragazza e basta. Invece di mettere su sta pagliacciata resa malissimo della ragazza lesbica innamorata della migliore amica etero. Ad ogni modo c’è Nica che parlando di Billie dice questo:
“ Mi si gettò addosso per abbracciarmi: le costole incrinate pulsarono dolorosamente, ma io mi limitai a socchiudere gli occhi senza emettere un suono. […] Dentro di me non trovai la forza per dire a Billie che mi stava facendo male. “
Tanto per cambiare Nica! Di solito sei così loquace quando serve! Avere le costole rotte o incrinate fa un male atroce. Tanto che persino respirare è doloroso. Io lei vi giuro non la sopporto. Perché deve per forza fare Madre Teresa di Calcutta? Non capisco perché, vi giuro. Non c’è niente di maleducato o cattivo nell’informare una persona che ti sta facendo male. Qui, invece, deve interpretare la parte di un martire tutte le volte. Che palle! Comunque niente, si scambiano quattro battute, no non sto scherzando, sono davvero quattro e poi ste due amiche se ne vanno. Sono tutti figurine dei calciatori Panini, ve l’ho detto. Queste due ragazze non hanno nessuno scopo all’interno del libro. Nica non si confida mai con loro su niente e bene o male anche dall’altra parte non è che ci sia tutta questa grande condivisione. Quindi boh, due macchiette.
A quel punto Nica litiga con un’infermiera perché lei vuole i suoi cerotti colorati. Ve l’ho detto che lei ha le dita piene di cerotti colorati perché aiuta gli animali, giusto? Ecco, in ospedale le hanno medicato le dita e di conseguenza glieli hanno tolti, lei però li vuole mettere comunque. I cerotti non sono un accessorio, Nica. Era una cosa quasi carina di lei questa, però quando aveva un senso. Che lei se li voglia mettere anche se sulle dita non ha ferite è ridicolo.

Ad ogni modo arriva Lionel a trovarla in ospedale e preparatevi perché qui c’è da ridere.
“ << So che forse sono l’ultima persona che vuoi vedere. Ho…saputo che hai parlato con un agente. So che…gli hai detto che è stato un incidente. Volevo ringraziarti per aver detto la verità >> […]
<< Credimi mi dispiace…Non avrei mai voluto dirti quelle cose…Ero fuori di me…E il pugno, Nica, giuro che…non avrei voluto colpirti...Non lo dirò a nessuno. Di voi due…>>
<< Non importa più >>
<< Nica >>
<< No. Ormai non conta più nulla. Io ti consideravo un amico. Un amico, Lionel…Sai almeno cosa significa la parola amicizia? >> […]
Ciò che ero in quel momento, era il risultato di un racconto spezzato a metà.
Di un regalo di compleanno ridotto in cocci vicino ad un chioschetto dei gelati. Di una festa finita in fuga, di un respiro che si era spezzato nella paura, quando le sue mani mi avevano afferrato. Della delusione che avevo sentito mozzarmi il cuore quando lui ci aveva sputato addosso tutto il suo rabbioso disgusto, giurando di condannarci.
<< Ti avrei perdonato tutto. Tutto…ma non questo >>”
Quello che sta dicendo Nica non ha senso. È inutile che adesso fa il cucciolino ferito e che pianga sul latte versato. Ha fatto tutto da sola e adesso se la prende con lui perché così si sente un po’ più a posto con la coscienza. Va bene, Nica, tu lo consideri un amico. Ma se questo ti viene dietro e te lo ha detto e dimostrato più volte, non puoi pretendere adesso di fare la tua scenata da amica offesa. Ti ha detto che gli piaci, che vuole uscire con te, ti ha baciata due volte contro la tua volontà, ti ha mandato un sacco di fiori a casa, ti ha molestata, ti ha inseguita. Tu non puoi pretendere amicizia da una persona che ha fatto tutte queste cose e che, tra l’altro, ti ha confessato il suo amore per te. Se sei idiota, non è colpa di Lionel, ma tua. Perché se tu lo avessi allontanato subito o avessi chiamato la polizia quando era giusto farlo, in quel caso, non saresti stata nella situazione in cui, invece, ti trovi ora. Come si dice: chi è causa del suo mal, pianga se stesso. È inutile fare ste scenate, ora. Sarebbe stato sufficiente usare il cervello o parlare quando era necessario. Peccato che il cervello è evidente tu lo abbia perso per strada e che la bocca ce l’abbia solo per limonare Rigel. E il fatto che tu sia comunque lì ad affermare che gli avresti perdonato tutto, in ogni caso, è preoccupante. C’è una linea sottile che divide l’essere bravi e l’essere scemi, Nica fa il salto in alto oltre quella linea. Lei vola verso l’infinito ed oltre come Buzz Lightyear. È scema, questo è fattuale e mi sembra di averlo dimostrato pienamente.
Proseguendo, Anna dice a Nica che anche se il dottore non glielo ha detto per non darle false sperante, a lei ha confidato che sentire la voce delle persone amate mentre si è in coma, a volte, può aiutare. Così Nica inizia a tormentare Rigel con i suoi piagnistei:
“ << Volevi andartene senza dirmi niente…perché sapevi che avrei fatto di tutto per impedirtelo. Sapevi che non te lo avrei permesso. Io e te dovevamo stare insieme. Ma forse è sempre stata questa la differenza tra noi. Io mi sono sempre illusa troppo. Tu…mai una volta >> “
A questo punto succede una cosa assurda. Lei si alza dal lettino d’ospedale per avvicinarsi a Rigel. Questa ha: una caviglia slogata, una spalla dislocata e due costole incrinate, però riesce in qualche modo a raggiungere il lettino di Rigel. Certo e io sono la fata turchina. In tutto ciò, una volta raggiunto in qualche modo il letto di Rigel, lei gli dice che non vuole che lui la lascia e tutte cose, aggiungendo che lei vuole credere che esita la favola in cui il lupo prende per mano la bambina. Sì e io vorrei credere che tu sviluppi un cervello degno di essere chiamato tale, ma non tutti i sogni diventano realtà. Vero, Nica? L’unica favola che parla di lupi e bambine è cappuccetto rosso e alla fine il lupo muore, quindi non prendiamoci in giro e finiamola con questa pantomima. Basta, ve lo chiedo per favore. Quella è l’unica favola popolare con un lupo cattivo. Il luogo comune delle storie è la strega cattiva, se l’autrice voleva creare un luogo comune delle storie ha sbagliato esempio. Punto e basta. È fattuale. Ad ogni modo lei ricomincia per un po’ di tempo a mangiare, ma quando si rende conto che mentre il suo quadro clinico si normalizza, quello di Rigel peggiora, decide di smetter di mangiare di nuovo. Oltre che di dormire. Questo perché ha paura che Rigel muoia durante la notte. Questa cosa non ha senso, se Rigel è vicino al terzo stadio del coma – come ci è stato detto dal medico – significa che è al secondo. Nel secondo stadio del coma non sei a rischio di vita. Significa che sei incosciente, che non rispondi agli stimoli verbali ma che, tuttavia, rispondi a quelli dolorosi. In questo stadio i tempi di risveglio sono più lunghi, ma non sei morto e non stai morendo. Se dopo una media di uno o due mesi non ti svegli da questo coma, entri in quello che viene definito stato vegetativo che poi può risultare in morte cerebrale. Però Rigel non è ancora a quello stadio, quindi considerarlo già a un battito dalla morte mi sembra esagerato. Anche perché, comunque anche nel terzo stadio non è che muori. Il tuo cervello smette di funzionare, ma il tuo cuore no.
Vabbè, fa niente. Evidentemente Biancaneve non conosce la differenza tra morte e coma. OK.
In sostanza, Nica prende la decisione di lasciarsi morire con lui. Viene detto che Anna la incita a mangiare, che Billie e Miki passano spesso a trovarla e che Adeline (anche qua, oltre la confessione da parte di Adeline in cui dice a Nica che fosse Rigel a tenerle la mano nella cantina al Grave, di conversazioni tra le due non ne vediamo) è sempre lì a farle le trecce ai capelli come quando erano al Grave. Sino a quando non arriva un punto di svolta ridicolo, l’ennesimo.
Un giorno, quando Adeline sta facendo le trecce a Nica, si presenta Asia. Ve la ricordate? La figlia degli amici di Norman e Anna, e che era innamorata del defunto figlio dei genitori adottivi di Nica. Che mio padre al mercato comprò! Bene, lei si presenta a trovare Nica. Apice dell’ipocrisia, se consideriamo che non l’ha mai sopportata e che in tutte le tre volte che l’ha vista o ci ha litigato e che l’ha trattata male; soprattutto se teniamo a mente che una delle ultime volte in cui si sono viste, Asia ha quasi tirato una pizza a Nica. Vabbè, lei arriva e le dice questo:
“ << Ti ho invidiata molte volte. Non abbiamo avuto molte occasioni di vederci. Ma nelle poche che ci sono state ho dovuto ammettere che non hai idea di cosa significhi darsi per vinti. Non hai mai rinunciato a instaurare un rapporto con me…nonostante io ti abbia sempre respinta e trattata come un ostacolo. Anche senza conoscerti, mi è bastato poco per capire che non sai arrenderti. Eppure guardati adesso. Hai smesso di lottare. Non puoi aiutarlo se prima non aiuti te stessa. Non fare come me…Non lasciare che il dolore ti annienti. Che ti anneghi nei rimpianti. Tu hai una possibilità che a me non è mai stata data. Una speranza. Ma se la getti via io non ti perdonerò. La morte non si combatte con il sacrificio. Ma con la vita. Me lo hai fatto capire tu. La stessa ragazza che dopo aver patito le pene dell’inferno mi ha guardato negli occhi per dirmi che non si sarebbe fatta da parte, che non avrebbe rinunciato ad Anna, è ancora in questa stanza. Avanti tirala fuori. Non è annullando te stessa che lo salverai… È dandogli un motivo per svegliarsi. È facendogli vedere che sei qui, e che stai bene, e che stai lottando per vivere, anche se in questo momento ti strazia. Non lasciare che la sofferenza ti renda qualcuno che non sei, non fare il mio stesso errore…Non possiamo scegliere il dolore ma possiamo scegliere come viverlo. E se vivere significa sopportare, allora fallo anche per lui, infondigli la forza e trasmettigli il tuo coraggio. È lì, alla vita che ancora gli batte nel petto, che devi aggrapparti con tutta te stessa >> ”

Partiamo dal presupposto che penso sia parecchio improbabile che una persona che ti ha odiata, o comunque trovato insopportabile per così tanto tempo, all’improvviso venga in ospedale e ti dica una cosa del genere. Anche perché, questo discorso aiuta Nica a rimettersi in groppa al cammello. La risveglia dal sonno mentale, quindi ritrova la forza di mangiare e di dormire perché vuole essere presente per Rigel. Quindi capisce che deve esserci, al pieno delle sue forze. Tra tutte le persone che Nica ha intorno, chi le fa questo discorso motivazionale che le fa capire cosa sia davvero importante? Anna che è la sua madre adottiva? Adeline che la conosce da una vita? Miki? Billie? No, Asia che l’ha vista tre volte. Certo.
Sarebbe stato credibile detto da Adeline perché oltre a dare uno scopo alla sua inutile esistenza all’interno di questo libro, sarebbe stato più giustificato. Perché Adeline conosce Nica da sempre, da quando erano bambine e Nica stessa la considera come una sorella maggiore. Avrebbe avuto molto più logicità. Queste cose avrebbe dovuto dirgliele Adeline. Perché gliele sta dicendo una che Nica non la mai cagata? Una che le ha anche quasi tirato una pizza sul muso. Volete dirmi che, all’improvviso, questa è quella che le fa dare una svegliata? Una sconosciuta, che l’ha vista tre volte.
Ve l’ho detto: un episodio dei Simpson. Non so se l’obbiettivo di Erin fosse quello di far rivalutare al lettore il personaggio di Asia ma siamo ad uno degli ultimi capitoli, non ha senso. Non c’è rapporto tra queste due. È come se voi steste attraversando un momento in cui valutate il suicidio e il panettiere di fianco a casa vi facesse cambiare idea. Non vostra madre, il vostro migliore amico o vostra sorella. No, il panettiere con cui, per altro, litigate sempre. Ipocrisia.
Adeline, come avete capito, è l’ennesimo personaggio che se lo rimoveste dalla storia, non cambierebbe nulla. Perché la cosa che Rigel teneva la manina a Nica, gliel’avrebbe potuta benissimo dire lui. Almeno, in quel caso, per una volta, avrebbero condiviso qualcosa di serio e non solo limonate e sesso clandestino.
Ad ogni modo, dopo questo discorso, Nica chiede ad Adeline di procurarle i suoi cerotti colorati perché se li vuole mettere. Ritorniamo al discorso di prima in cui vi dicevo che i cerotti non sono un accessorio di moda. Non sono un accessorio in generale, quindi il fatto che lei si metta i cerotti anche se di ferite non ne ha è insensato. Può essere un tratto distintivo della tua estetica, ma se li metti con una ragione, se ti sei fatta male con gli animaletti va bene, ma non a caso Cristo santo. Piuttosto mettiti degli anelli colorati, per Giove.
“ E allora eccone uno giallo, come gli occhi di Klaus (sarebbe il gatto di casa)
Uno Celeste, per Anna e Adeline.
Uno verde per Norman, tenue come il suo sorriso.
Uno arancione, per la vivacità di Billie, e uno blu mare per la profondità di Miki.
Uno rosso per Asia, e il suo carattere ardente come il fuoco.
E infine…
Uno viola per Rigel “
Il fatto che lei abbia messo un cerotto anche per una persona con cui non ha nemmeno un rapporto di amicizia e con cui ha “ litigato” tutte le volte l’ha vista, mi fa parecchio ridere.
Niente, lei ci dice che nei primi giorni che riprende a mangiare ha fatto fatica perché vomitava ma che, dopo poco, è riuscita a riprendersi. Dall’altra parte, invece, Rigel sfioriva. In tutto ciò Nica ci dice che gli raccontava leggende sui lupi durante la giornata, mentre la notte lo pregava di svegliarsi.
“ << Guardami e dimmi che sarai sempre con me, perché il lupo muore in ogni storia ma non in questa…In questa vive, ed è felice, e cammina mano nella mano con la bambina. Ti prego…svegliati…>> ”
Io non so che storie abbia letto Nica in cui lupo muore. Io ne conosco una e basta di favola che parla di un lupo, ed è Cappuccetto Rosso e basta. Poi, sta cantilena del lupo e la bambina, avrebbe avuto molto più senso se nel prologo, al posto della leggenda del fabbricante di lacrime, l’autrice avesse inserito una favola che parlava proprio di questo. Anche se l’avesse inventata sarebbe stato più carino. Perché vi giuro che si parla più di lupi e bambine che di sto benedetto fabbricante di lacrime. Viene menzionato a rotta de collo anche lui eh, ma non come il lupo e la bambina. Ha più importanza sta cosa del lupo che il fabbricante di lacrime, giuro. Comunque tra poco arrivo anche a quello, tranquilli. In tutto ciò lei poi viene dimessa e va a trovare Rigel tutti i giorni e gli racconta cosa ha fatto a lezione, cosa succede a casa e tutte cose. E un giorno gli racconta la storia di Ulisse dicendo una cosa che mi ha fatto troppo ridere:
“ << Oggi il professore ci ha chiesto di fare un saggio su un’opera antica a piacere. Io ho scelto l’Odissea. Ulisse alla fine torna a casa. Dopo tante difficoltà…Dopo aver superato prove indicibili…Ulisse ce la fa. Alla fine torna da Penelope. E scopre che lei lo ha aspettato. Per tutto quel tempo…lei lo ha aspettato…>>”

Non vorrei rovinare la tua fantasia, Nica. Però Ulisse prima di tornare ad Itaca da Penelope, le ha fatto una quantità di corna esagerata. Io non capisco questa necessità costante che ha Erin di rendere romantiche, cose che, di fatto, di romantico non hanno nulla. Stiamo parlando di un poema epico, non di Romeo e Giulietta. Non era forse meglio usare un altro esempio? Questa cosa fa troppo ridere. Ulisse è stato sia con Circe che con Calipso per diversi anni, tra l’altro. Sicuramente Penelope è stata una moglie fedele, su questo non voglio disquisire, ma Ulisse non credo che sia l’esempio più calzante di amore eterno. Erin forse era meglio scegliere un’altra storia, tra le opere antiche greche e romane è pieno di storie d’amore, la maggior parte delle quali sono ben più romantiche dell’ Odissea. Mai sentito parlare di Amore e Psiche? Tra l’altro ci stava pure bene perché lui la salva quando lei si getta da una rupe perché lui è scappato. Si rifaceva anche un po’ alla fantascienza del ponte e c’era comunque l’elemento del ritorno dell’amato. Niente, meglio Omero ad Apuleio; e meglio l’amore di Ulisse che quello di Cupido. Che vi devo dire? È andata così.
In seguito, ad ogni modo, giungiamo ad una sorta di connotazione temporale perché scopriamo che Nica va da Rigel il giorno del suo compleanno. Nel capitolo precedente, abbiamo scoperto che Nica compie gli anni il 16 aprile. Bloccate il mondo, per favore. Era il 10 marco a pagina 307. Siamo a pagina 501! Ma dove siamo finiti? Viene detto proprio in questa occasione che è passato quasi un mese dall’incidente. Quindi ne deduco che sono caduti dal ponte circa il 13 marzo, credo? Perciò mi state dicendo che loro sono stati insieme, inteso, insieme come coppia per due giorni? Anzi uno, perché loro si baciano la prima volta dopo la festa di Lionel che è due giorni dopo il compleanno di Rigel. Quindi si sono baciati, si sono messi insieme e sono restati insieme per due giorni (contando l’episodio del piano e quello delle calze). Poi c’è stata la cena o il pranzo, non ricordo, con Asia e poi hanno litigato. Il giorno dopo hanno fatto sesso riparatore e poi c’è stata la caduta dal ponte. Qua i conti non tornano. Non è possibile, l’incidente deve essere stato almeno il 16. E comunque che in 194 pagine sia successa tutta sta roba non è possibile. Poi lei non aveva due costole incrinate? Ci vogliono dalle tre alle quattro settimane perché delle costole guariscano, a volte anche sei. E lei va già in giro per i prati, per la scuola e per l’ospedale a dormire sulle sedie vicino al lettino di Rigel? Un episodio dei Simpson, che vi dicevo?
Vabbè andiamo direttamente a quando Rigel si sveglia (qualche giorno dopo il compleanno di Nica). Cosa succede? Che lei lo va a trovare per l’ennesima volta e gli racconta la favola del fabbricante di lacrime:
“ << ….C’era una volta, in un tempo molto, molto lontano, un mondo che non era in grado di piangere. Le emozioni non bruciavano; e i sentimenti…non esistevano; le persone vivevano di anime vuote, che non sapevano sentire.
Nascosto a tutti, avvolto da un solitudine perpetua…c’era un omino vestito di ombre. […] Dai suoi occhi chiari come il vetro, egli era capace di scolpire e confezionare lacrime di cristallo.
Un giorno un uomo si presentò alla sua porta. Vide le lacrime dell’artigiano e, spinto dal desiderio di poter provare un briciolo di sentimento, gli chiese se potesse averle. […]
<< Perché? >>
<< Perché piangere significa sentire >> rispose l’uomo << Nelle lacrime si cela l’amore, e il più compassionevole degli addii. Sono la più intima estensione dell’anima, ciò che, più di gioia o felicità, fa sentire veramente umani >>
L’artigiano gli chiese se fosse sicuro, ma l’uomo lo implorò; allora prese due lacrime gliele infilò sotto le palpebre.
L’uomo andò via, ma al suo posto ne tornarono altri. Ognuno chiedeva la stessa cosa, e uno per uno l’artigiano li accontentò tutti – ed ecco che pianse, la gente, ma era rabbia, disperazione, dolore e angoscia.
Erano passioni laceranti, disillusioni e lacrime, lacrime, lacrime – l’artigiano infettò un mondo puro, lo tinse dei sentimenti più intimi e logoranti.
E l’umanità si disperò, divenendo quella che conosciamo. […]
E se menti, lui lo sentirà. Se menti vuol dire che sei suo, e lui vede tutto, ogni emozione che ti muove, ogni brivido della tua anima. Non puoi ingannarlo. Allora sii bravo bambino. Allora sii ubbidiente. Allora non essere mai cattivo, e sopra ogni cosa ricorda: non puoi mentire al fabbricante di lacrime >>”
Vi ho riportato gran parte della favola perché, dopo averla raccontata, Nica dice una cosa che mi ha lasciata abbastanza perplessa. In sostanza spiega il motivo dietro al titolo del libro, ma, ad essere sincera, non ha molto senso a parer mio.
“ << È sempre stato questo per me. È sempre stato quello che volevano farci credere. Il mostro di cui avere paura…Ma mi sbagliavo. Guarda, Rigel. Guarda come mi fai piangere. Ecco allora la verità…Tu sei il mio fabbricante di lacrime. L’ho capito troppo tardi. Ognuno di noi ha un suo fabbricante di lacrime… È quella persona in grado di farci piangere, di renderci felici o di straziarci con un’occhiata. È quella persona che dentro di noi…ha un posto talmente importante da farci disperare con una parola, o emozionare con un sorriso. E non puoi mentire…Non puoi mentire a quella persona, perché i sentimenti che ti legano a lei vanno al di sopra di ogni menzogna. Non puoi dire a qualcuno che ami di odiarlo. È così…non puoi mentire al fabbricante di lacrime…sarebbe come mentire a te stesso >>”
Intanto vorrei fare una domanda: Se le persone vivevano di anime vuote e i sentimenti non esistevano, allora perché quest’uomo va dal fabbricante di lacrime? Voglio dire: il desiderio è un sentimento. Quindi come fa quell’uomo a provarlo se “ i sentimenti non esistevano”? Inoltre, quell’uomo dice volere le lacrime del fabbricante per questa ragione: “ Perché nelle lacrime si cela l’amore, e il più compassionevole degli addii. Sono la più intima estensione dell’anima, ciò che, più di gioia o felicità, fa sentire veramente umani “. Mi spiegate come fa una persona senza sentimenti e dall’anima vuota a dire una cosa del genere? Come fa a sapere cosa sia la gioia, l’amore o la felicità se le emozioni non esistono, e le persone sono anime vuote? Controsensi, controsensi ovunque.
Escludendo questo, la favola in questione dice che le emozioni che provocano le lacrime del fabbricante sono: rabbia, disperazione, dolore e angoscia. Però ci viene detto che, secondo Nica, Rigel è il suo fabbricante di lacrime e che ognuno ne ha uno? Questo perché tutti abbiamo una persona capace di farci felici o di straziarci con un’occhiata. Ma se nella favola è descritto praticamente come l’uomo nero e ti fa provare solo sentimenti negativi – perché questo è ciò che c’è scritto – io non credo che dire a qualcuno che è il tuo fabbricante di lacrime sia un complimento. Non ci vedo la lettura romantica che Erin ha propinato a questa favola. Di romantico io non ci vedo nulla, mi sembra una versione un po’ più particolare della fiaba dell’uomo nero. Soprattutto perché invita i bambini ad essere bravi ed ubbidienti perché se sei cattivo, o menti , lui lo scopre. Sembra una minaccia, non un augurio. Ovvio che, se penso che Nica creda anche che l’Odissea sia un’opera romantica, effettivamente mi spiego tante cose. Poi se ci aggiungo che è innamorata di uno che ha perpetrato atti di bullismo nei suoi confronti per un anni, pur sapendo che veniva legata in cantina la notte, a maggior ragione.
Se una persona ti fa provare rabbia, disperazione, paura e angoscia, oltre che a farti piangere tanto, provocandoti un dolore straziante, non è una cosa positiva. Non vedo una connotazione positiva in qualcuno che mi fa provare passioni laceranti, disillusioni, sentimenti intimi e logoranti. Non viene detto nella favola che le persone soffrivano, ma che allo stesso tempo provavano emozioni positive tipo felicità, amore, speranza. No. Quindi non capisco. Magari Erin voleva fare una morale alla Inside out. Ci è riuscita? Chiaramente no. Avrebbe avuto molto più senso se si fosse inventata la favola della bambina che prende il lupo per mano.
Ad ogni modo poi Nica confessa il suo amore a Rigel e dopo una sfilza di “ Ti amo” ingiustificati per i motivi che già sappiamo, lui si sveglia e le dice che la sentiva parlare tutti i giorni.

Dopo il risveglio di Rigel ci viene detto che tutte le infermiere si prendono cura di lui e lo riempiono attenzioni, oltre che di amore.
“ Tutte avevano amato quel ragazzo affascinante dall’aspetto di un angelo che dormiva un sonno ingiusto e lottava per la sua vita; e tutte lo avevano accudito con premura, cambiandogli le fasciature e fissandolo come un sogno troppo fragile per durare “
Certo, le infermiere che sbavano dietro un ragazzino di diciotto anni. Come no. Persone che avranno anche una certa età che addirittura gli cambiano le fasciature anche quando non serve – questa cosa viene detta proprio da Rigel -. Ma la professionalità? La serietà? Il realismo? Le infermiere più giovani saranno le tirocinanti, ma non credo che, in ogni caso, una tirocinante di venticinque anni stia a salivare per un ragazzino che ha diciotto anni appena compiuti. Sono tutti Teletubbies, ve l’ho detto. C’è una visione distorta e ridicola delle figure professionali. In qualsiasi campo queste lavorino. In tutto ciò ci viene detto che Adeline è stata assunta da Anna nel suo negozio di fiori e che Rigel si lamenta sempre del cibo dell’ospedale perché fa schifo. Ci è stato detto da Anna che questo è l’ospedale migliore della città, si tratta di un struttura privata, la sanità negli stati uniti funziona in modo diverso. I vantaggi di avere un’assicurazione che ti copre le cure ospedaliere e tutto ciò che ne consegue è proprio che, tra le tante cose, il cibo non faccia schifo. Sarà un ospedale costosissimo, se è il migliore della città, quindi la qualità è più alta. Non credo che in un ospedale privato e costosissimo il cibo sia come quello che mangiavo alla mensa delle elementari. Per cortesia. C’è una cosa che funziona? Una, non tante, eh. Mi accontento di una sola cosa che abbia senso.
Tra l’altro dopo poco, ci viene detto che Rigel prende Nica e se la fa cadere addosso per averla vicina. Tutto molto romantico, ma…le costole rotte? Ci è stato detto che lui ha due costole rotte e tre incrinate. È trascorso un mese da quando lui è caduto dal ponte, quindi quelle incrinate saranno più o meno quasi a posto. Ma quelle rotte? Le costole rotte ci impiegano dalle sei alle otto settimane per sistemarsi. E lui si trascina Nica addosso come se niente fosse quando ha due costole rotte e tre incrinate? Ma il realismo? Vabbè, fa niente.
In tutto ciò poi lo dimettono e ci viene detto che non essendo più in fase di adozione, lo hanno messo in un altro istituto poco distante da dove si trova Nica. Loro due poi, si confessano amore eterno perché lui le confessa di essersi “ arreso” a lei e che lei è il suo fabbricante di lacrime. Penserete che, a sto punto, sia finita. Invece no, sto supplizio continua con tre capitoli ambientati tre anni dopo. Volevo morire. Soprattutto perché 524 pagine coprono un arco narrativo di tre mesi scarsi.
Tre anni dopo, vediamo Nica intenta a studiare la leptospirosi perché ha iniziato a frequentare la facoltà di veterinaria. Non avevo dubbi. Però ci viene detta una cosa che mi ha fatto piangere dal ridere per dieci minuti:
“ Mi leccai il labbro e poi appuntai sul foglio le informazioni, rifinendo il paper che avrei dovuto consegnare entro la settimana successiva”

Scusa, Nica. Il cosa? Il paper? Ma dove siamo finiti, a Milano? Finiamo il paper, poi facciamo una call e Taaac…figa, fatturato. Poi si va a fare aperitivo con lo Sprizzino.
Scherzi a parte, è il ventunesimo compleanno di Nica e quindi la vediamo parlare al telefono con Billie, perciò scopriamo che si è fidanzata con un certo Vincent; mentre la nostra cara Raven, cioè Miki ha conosciuto la sua ragazza, Sara, ad un concerto degli Iron Maden. Tra l’altro, qui abbiamo un grande ritorno. Indovinate? I fiori che odorano di robe imbarazzanti!
“ Lo presi tra le dita, e scambiandoci uno sguardo d’intesa entrambe tuffammo il naso dentro la corolla.
<< Pane! >>
<< Bucato e…>>
<< Buccia di mele…no, anzi…Zenzero >>
<< Sa indubbiamente di pane. Di quello appena sfornato! >>
<< Non si è mai sentito un fiore che profuma di pane! >>”
Certo, perché effettivamente la buccia delle mele e lo zenzero hanno un odore così simile. “ Non si è mai sentito un fiore che profuma di pane! “. Uno che odora di pizzo di prima fattura invece sì, eh. Io non dimentico.
Scopriamo che Anna ha ampliato il suo negozio di fiori e che ne ha aperti altri due. Ma cos’è? Una catena nuova di fast food? Da quando gli affari nel campo dei fiori sono così propizi? Vabbè, fa niente. Per l’ennesima volta.
Ci rivediamo nella terza e ultima parte di questa recensione. State pronti perché ci sarà da ridere!
Ho visto il film .... (E la sensazione che mi ha dato l'hai descritta benissimo). Per curiosità ho cercato su internet una recensione del libro(mi sembrava un vero schifo il film) credevo che come al solito avessero storpiato il povero libro .. e invece.... NO. È stato bellissimo leggere quello che hai scritto. Sto ancora ridendo! Comunque il film a questo punto è fatto bene! Uguale al libro. Per fortuna non è durato tanto....